Arte e psicologia
RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
* Sintesi dell’intervento scritto in occasione del Festival Filosofia di Modena, 2002
CarI Gustav Jung ebbe a scrivere: "la psicologia, come si è sviluppata fino ad oggi, ha dato maggior peso alle determinanti fisiche dell'anima, compito futuro della psicologia sarà l'indagine delle determinanti spirituali del processo psichico". Anche l'arte è partecipe di quel mondo dello Spirito che è al centro dell'esperienza junghiana. Uno spirito infinito, senza spazio, senza forma, senza immagine, ma che deve prendere corpo nell'interdipendenza con la materia, poiché l'uomo ha bisogno della sua realizzazione.
In un mutuo rapporto di immaginazione inconscia e di cosciente creatività, nell'operare del Poiein particolare ad ogni artista si manifestano i "valori qualitativi" che fanno dell’immagine naturale una immagine simbolica e culturale. Luigi Aurigemma li definisce divini valori qualitativi, mentre Jung al proposito parlava di intensità di valore. Sono questi i valori che, separati o associati tra loro, danno significato al mitico, al magico e al sacro nel processo di differenziazione. Questi sono, per affinità e per trasparenza, conformi al loro principio originario, all'archetipo dello Spirito che si identifica con il Sé. Il loro significato psicologico può essere così descritto: il mitico è ciò che procede lungo gli evi e in cui la fantasia si mescola alla verità del profondo; il magico è esuberanza di energia che confina con il mistero; il sacro è relativo alla emergenza delle energie originarie. Dove manca il sacro subentra il tragico dell'antichità e, ancora di più, della vita moderna. I valori qualitativi, quindi, rendono possibile la trasfigurazione dell’immagine tout court, o naturale, in immagine simbolica. Tale processo in psicoanalisi riguarda la fase nota come "sublimazione". C'è stato un periodo durante il quale Jung si interessava in modo particolare dell'immagine e dell'arte dipingendo, scolpendo ed intagliando il legno. Questo era naturale in un uomo che desiderava "richiamare dall'oscurità dell’inconscio l'artista dimenticato e dare uno sbocco al bisogno di espressione artistica senza preoccuparsi del valore estetico" (Jung parla, Adelphi, pag.76). Jung assegna all'arte una valenza non solo educativa, ma anche creativa poiché "bisogna lasciarsi plasmare da essa come essa ha plasmato il poeta". "Immergersi nello stato primigenio della partecipation mystique è il segreto della emozione e dell’azione artistica" (Psicologia e poesia, Boringhieri pag. 8O).
* Sintesi dell’intervento scritto in occasione del Festival Filosofia di Modena, 2002
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