mercoledì 21 novembre 2007

ARTE E PROCESSI CREATIVI

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI


Dove e come nasce il processo creativo?
La creatività  ha le sue regole?
Cosa facilità o impedisce la creatività?
Chi sono i creativi?
Bisogna essere "folli "per essere artisti?
Cosa ne è della creatività di un artista non realizzato?
Si può curare una creatività che "soffre"?
La società può aiutare a sviluppare la creatività?
La traccia di questa indagine e dialogo interculturale parte dalla considerazione che nelle culture esistono prodotti linguistici, iconografici, rituali, memorie mitiche che assolvono a proprie funzioni organizzative esplorabili in senso antropologico e sociologico, che possono condividere e coinvolgere l'esperienza umana nei suoi molteplici e complessi aspetti, sia fisiologici che patologici.
L' artista attraverso la propria opera, svela relazioni nascoste che superano i rapporti sensibili con la realtà ed anche il gioco mondano delle apparenze. Il quid, sempre specifico, che costituisce il suo genio, si mescola con una particolare forma di comunicazione che intendiamo come "rivelazione". Questa funzione, in alcuni casi, giunge ad essere profetica, anticipa il tempo che verrà, ma tuttavia è sempre strettamente collegata al reale, sul quale getta il ponte di nuove  visioni.
Il senso di ogni opera d'arte e, dentro di quella di qualunque atto che sia creativo, è inscritto nella dialettica invisibile con chi ne è spettatore. Ogni espressione artistica è figlia del suo tempo, erede del passato e profetica di quello dopo, mentre "discute" con i suoi contemporanei, li contraddice o li serve, condanna od esalta a seconda dei casi. In questo risiede la sua funzione "sciamanica". Questo dialogo a volte è conflittuale, in alcuni momenti si esprime attraverso il tormento dell' ispirazone dell'artista, nel dolore della ricerca, sul filo sottile tra genio e follia del medesimo, ma fondamentalmente appartiene ad ogni atto creativo. Anzi c'è Arte perché io posso riprodurla in me ed è prerogativa del suo invisibile rapporto  con il collettivo il fatto che in questa operazione essa non si reifichi, diventando solo oggetto estetico. Il campo simbolico è, infatti, il luogo dove l'artista ed il suo atto creativo si incontrano con lo spettatore, perché la creatività è trasversalmente di tutti, geni, esecutori e passanti distratti.

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