La poesia nella maieutica e la maieutica della poesia
Rielaborazione e adattamento di GIOVANNI VECCHIO
Incontro sul tema "Cos’è poesia" con gli studenti del Liceo Scientifico Statale di Linguaglossa (Catania) il giorno 11 Dicembre 1980.
Danilo Dolci: Se vi piace, potremo dividere questo incontro in due parti: nella prima avrei due domande da rivolgervi e, nell’ordine, cercheremo di rispondere; alla fine, se non sarete mentalmente annoiati, avrete voi forse, qualche domanda da pormi. Proviamo? Vogliamo prima di tutto chiarire tra di noi che cosa intendiamo per poesia? Molto semplicemente , proprio fuori dai libri, dalla scuola, con il nostro cervello, con la nostra anima, come si diceva una volta….
Salvatore: Secondo me, è un incontro dei propri sentimenti intimi, collegati fra loro, in una forma melodica secondo varie "tecniche".
Danilo: Tu dici questo. Altri?…
Concetto: Secondo me, invece, "poesia " è l’espressione di un uomo che vuol far conoscere la realtà sociale in cui vive e soprattutto il modo in cui la gente riesce a sopportare o ignorare le ingiustizie e le sopraffazioni. "Poesia" è un modo per far conoscere il mondo e di interessare l’opinione pubblica, ma è anche un’espressione molto "dolce" del pensiero umano, di ciò che un uomo sente dentro di sé. "Poesia" è costruire, creare qualcosa di "dolce"; è, però, espressione del pensiero umano…
Danilo: Cominciano ad emergere alcuni concetti interessanti. Qualcuno dice che la poesia è uno "sfogo" più o meno melodico, qualche altro parla di "espressione ", poi accenna al "costruire"…Sarebbe interessante sentire se voi dite che la poesia può essere soltanto "dolce" oppure anche "amara"…
Francesco: "Poesia" vuol dire esprimere ciò che uno vede nel mondo esterno secondo il proprio stato d’animo.
Danilo: Allora, una specie di interpretazione del mondo!
Francesco: Vista, cioè , secondo il proprio stato d’animo in quel momento.
Danilo: Sì… altri interventi? Vedete che a poco a poco si incomincia a chiarire…Tu cosa pensi che sia "poesia"?
Angela: esprimere il proprio stato d’animo… rispecchiare tutto quello che si pensa del mondo, della vita…
Danilo: E’ un modo di esprimersi, è un modo di interpretare il mondo. Altri?
Raffaello: Secondo me, la poesia è un modo di esprimersi chiaro, immediato rispetto ad altri modi di esprimersi come la scultura, la pittura, le arti in generale. Ad esempio, un quadro non lo si capisce in due minuti … invece la poesia è più immediata.
Danilo: Questo intervento è molto interessante perché, se non capisco male, la poesia non si fa soltanto con le parole, ma anche con i colori, le forme, la pietra… A questo punto dobbiamo metterci d’accordo bene: la poesia si fa soltanto con le parole o anche con la pietra, con il colore?…
Raffaello: Si fa anche con le azioni!
Danilo: Come?
Domenico: Anche con la musica si può fare poesia.
Danilo: Anche con i suoni si può fare poesia. Altri che intervengono?
Maria: E’ anche un modo di fare politica.
Danilo: Anche la politica può essere poesia o la poesia può essere politica…
Maria: Voglio dire che è un modo di fare politica.
Laura: Ma forse è bene chiarire che cosa significa la parola "poesia" perché probabilmente sta sorgendo un po’ di confusione.
Danilo: Siamo qui proprio per questo!
Laura: A prescindere dal concetto che noi ne abbiamo, la parola "poesia" cosa significa?
Danilo: Molto bene! Laura dice che quando uno parla, dovrebbe sapere di che cosa parla.
Laura: Appunto! La poesia cos’è? A prescindere dal nostro concetto, è una forma di armonia?
Danilo: E se "poesia " dal greco volesse proprio dire costruire, creare, fare? E’ interessante, vero?
Laura: Allora qualsiasi forma d’arte risulta poesia…
Danilo: Potrebbe…
Laura: Potrebbe risultare poesia.
Danilo: Mi sembra che questa questione cominci a diventare interessante. Io voglio capire soltanto
se la poesia si può fare con i colori, la pietra,, le parole, qualcuno dice anche con le azioni…
Raffaello: Purché si costruisca qualcosa, è sempre poesia o no?
Danilo: Purché si costruisca qualcosa. Ma, per esempio, uno che fa un muro… Fatto il muro, è poesia o può essere poesia?
Raffaello: Può essere poesia se è un’opera d’arte.
Danilo: Raffaello dice che un muro può essere anche poesia quando arriva ad essere opera d’arte. Chi non è d’accordo intervenga!
Laura: Forse si cade troppo sul materiale, ad un livello basso di poesia…
Danilo: Perché tu dici che se si fa un muro è basso livello, invece se ci sono le parole, le musichette, allora è alto?
Laura: Cioè è più edificante… Non lo so esprimere…
Danilo: Secondo te, allora, Michelangelo, F. L. Wright, non hanno fatto poesia perché si occupavano di pietre?
Laura: Un muro in se stesso non penso che sia così poetico!
Danilo: Tu dici che un muro non può essere poetico perché basso e pesante.
Laura: No! Può essere anche alto, vario, anche diroccato; però, forse si deve prendere in considerazione l’animo con cui la persona lo ha costruito.
Danilo: Ti pongo una domanda: Ci si può esprimere (come hanno detto i tuoi compagni) con la pietra?
Laura: Sì, però modellandola secondo i propri sentimenti; il muro in se stesso non esprime il proprio sentimento.
Danilo: Allora tu sei d’accordo con Raffaello che se il muro diventa opera d’arte, esprime…
Francesco: Bisogna vedere quale significato noi diamo in questo caso al muro: se io lo costruisco, per esempio, perché voglio rappresentare qualcosa, allora ha un significato poetico; ma se io quel muro lo costruisco solo per otturare un buco, per chiudere una parete, mi sembra logico che non ha un significato poetico.
Danilo: Ci sono già due problemi. Per il momento metterei da parte il primo che riguarda il significato che noi diamo. Comunque bisognerebbe intendersi e chiarire se tu parli del significato che dà chi fa o chi…
Francesco: Chi fa…
Danilo: Poi c’è l’altro problema del significato che dà chi interpreta, dell’oscurità della poesia. Di questo poi dovremo anche dire qualcosa. Per il momento lo mettiamo da parte. Allora, andiamo avanti con una domanda : "Si può fare poesia anche con la farina e le uova?" (brusio). Questa è una domanda estremamente seria.
Maria: Cambia aspetto…
Danilo: Come?
Maria: Cambia aspetto. Se si deve parlare in senso artistico, riferirsi a farina e uova non è un fatto artistico!
Danilo: Non si può fare. Qualcuno pensa, invece, che si può fare?
Nuccia: Secondo me si potrebbe fare benissimo. Se una persona ci mette impegno o magari è un gran cuoco di alta classe, riesce a fare una torta fantastica come quella nuziale: pure quella, secondo me, è arte!
Danilo: Tu vuoi dire, se io non capisco male, che con la farina e con le uova si può fare poesia, si può fare arte, ma dipende, tu dici, da…
Nuccia: Dalla capacità o meno di fare dell’arte.
Danilo: Tu dici che dipende da una certa capacità espressiva: se il mezzo espressivo ha una certa perfezione in relazione ad uno scopo di qualità, allora potrebbe essere poesia. Cioè, tu non dici che ogni torta è una poesia, può essere o non essere…Siamo tutti d’accordo che con uova e farina si può anche (ma non è detto che si faccia) fare poesia? C’è qualcuno che non è d’accordo?
Maria: Per me, no. Per esempio, c’è uno che sa scrivere bene, mentre un altro è bravo nella pittura. Fare la torta non è un fatto artistico, può esserlo al massimo per chi la fa, che è orgoglioso di esserci riuscito. C’è un proverbio che dice: "L’uomo vale per quanto sa fare…"
Davide: Secondo me chiunque può fare poesia, cioè arte; non dipende dalla capacità di esprimersi in parole o mediante la pittura, la musica o qualcosa d’altro. Chiunque può fare arte poiché ognuno ha delle capacità dentro di sé, anche se poi non le sa esprimere. Questo può portare, forse, anche alla difficoltà altrui di comprendere; l’arte, però, rimane sempre tale.
Danilo: Un momento! Qui ci sono due cose che non capisco: se non sbaglio, tu da una parte vuoi
dire che la poesia si può fare con qualsiasi mezzo espressivo, con qualsiasi materia (su questo siamo d’accordo di massima? Vedremo dopo chi non è d’accordo). Poi dici che ciascuno potrebbe fare poesia ed è un altro punto importante. Pongo ora una domanda molto precisa, provocatoria: "Tutte le cose che si fanno sono poesia?"
Davide: No!
Danilo: No, ecco! Perché qualcuno diceva prima che è importante che ci sia una certa perfezione della espressione in relazione a un certo fine di valore.Adesso vi rivolgo una domanda che può sembrare strana: " C’è una mamma che ha un bambino di un anno e mezzo o due anni che si fa la cacca addosso e la mamma lava il bambino: può essere poesia il lavare la cacca del bambino o no?".
Paola: Non è fare poesia, ma c’è poesia. Il poeta può riuscire a scoprirvi poesia e mettere poi su un foglio di carta ciò che ha visto. Secondo me, inoltre, uno che lavora con qualsiasi materia non fa poesia, ma può generare poesia.
Danilo: Può generare poesia se la scrive?
Paola: No, ma se dà modo a qualcuno di capire che in quel che fa c’è poesia.
Lucia: E’ poesia quello che fa la madre se lo fa per amore e ciò che si fa per amore penso che sia poesia.
Danilo: Allora, tu dici che tutto quello che si fa per amore…
Lucia: … o con un certo impegno, è poesia.
Francesco: Io vorrei dire che poesia non è soltanto amore. Quello della madre che lava il bambino è solo un gesto poetico. Noi forse della poesia abbiamo un concetto "romantico"! Poesia può essere anche il cantare, il parlare, il dipingere un fatto di violenza…
Danilo: Lucia dice che ogni volta che la madre lava il bambino con amore, questo è poesia. Altri dicono che può essere o non essere poesia. Raffaello diceva poco fa che un muro può essere poesia., ma non è detto che sia ogni volta poesia. Che ne pensiamo su questo punto?
Gerarda: All’inizio si era detto che la poesia era espressione dei nostri sentimenti; allora, basandoci su questo, si può dire che è poesia lavare il bambino, costruire un muro, fare una qualsiasi cosa.
Danilo: E’ poesia o può essere poesia?
Gerarda: Può essere poesia fare un muro o altre cose che possono sembrare casuali.
Danilo: Ti rivolgo una domanda precisa: il bambino fa la cacca, la mamma si arrabbia e dice "brutto sporcaccione!" e gli dà uno sculaccione intanto che lo lava. Questa è poesia?
Gerarda: Forse sì perché è fatto con sentimento…
Danilo: Altri cosa dicono?
Francesco: Io dico che non fa poesia.
Nuccia: Secondo me, bisogna tenere conto dell’individualità della persona.
Danilo: E’ la capacità espressiva. Allora, poniamo che ci sia una mamma che nel lavare il bambino, lo lava e lo accarezza con un rapporto di estrema comunicazione, di espressione… Qualcuno di voi ha detto prima la parola "espressione", ricordate? E’ chiaro che non c’è poesia se non c’è un esprimere. Se in questo esprimere c’è come un messaggio di qualità, se non mi sbaglio qualcuno comincia a pensare che c’è poesia. Se non c’è un messaggio con una perfezione formale in funzione di un fine di valore, allora non c’è poesia. Mi pare che è la tua idea, Raffaello, o no?
Raffaello: Sì, ci deve essere un certo livello…
Danilo: Un certo livello di perfezione formale, di espressione formale…
Raffaello:…perché altrimenti qualsiasi movimento potrebbe essere poesia.
Danilo: Qui c’è una parola nuova ed interessante: "movimento". Allora, la danza, per esempio, può essere anche arte, poesia. Cominciamo a capirci mi pare.Siete tutti d’accordo che se un movimento, una materia, ha una certa perfezione espressiva in funzione di una finalità di valore può diventare poesia? Siamo arrivati molto presto a quest’accordo? Riassumo un po’ in modo che se qualcuno non è d’accordo lo dica apertamente.Si è detto che la poesia non è soltanto una faccenda privilegiata di parole, che poesia può esistere con materie diverse. Ogni volta si richiede una perfezione espressiva, una capacità espressiva in funzione di un fine di valore.
Maria: Mi rimane un dubbio. Per te , le uova e la farina sono poesia, sì o no?
Danilo: Io non dico che le uova sono poesia: quando la gallina fa un uovo non fa poesia, fa un uovo. Ma io dico che con l’uovo e la farina si può fare. Mettiamo che tu hai una famiglia e dei figli e prepari il pranzo per marito e figli e per gli amici che arrivano. Tu lavori pensando di affidare a questa materia espressiva un messaggio. Qualcuno incomincia ad ingoiare e non raccoglie il messaggio. Qual è il tuo stato d’animo? Ti senti non capita! Non dico che ogni volta che si fa qualcosa, questo contenga un messaggio di valore, ma potrebbe contenerlo e potrebbero gli altri non accorgersene perché sono dei distratti.Io alla tua domanda risponderei che anche con le uova e con la farina o anche con la forma di comunicazione come il far da mangiare si può fare opera d’arte.
Maria: Allora, la mamma che pulisce il bambino è anche un modo di fare poesia!
Danilo: Può esserlo se la madre valorizza questa comunicazione, questa occasione per esprimersi in un modo che ha una sua perfezione! Non necessariamente ogni volta!Se non ho capito male, vorremmo arrivare ad affermare che ogni atto della vita può diventare, potrebbe essere poesia.La poesia non è soltanto questo, ma ogni atto della vita potrebbe, dovrebbe essere un atto poetico ovvero un atto creativo. Non abbiamo detto che poetare vuol dire creare? E questo non è importante?Detto in un altro modo: non è tanto importante che ci sia un poeta, è importante che ciascuno lo sia.
Vi rivolgo le stesse domande in un altro modo. Secondo voi, respirare è un lusso o una necessità? Voi dite che è una necessità; ne siete sicuri? Volete provare? Tutti sono d’accordo che respirare è una necessità. Pensare, secondo voi, è un lusso o una necessità? E’ una necessità, ma tante volte per la gente che lavora dieci o dodici ore al giorno si riduce ad un mero atto meccanico; pensare allora, purtroppo, diventa un lusso; vi ricordate il film di C. Chaplin "Tempi moderni"? Invece il pensare dovrebbe essere concepito come una necessità. Ed ancora: secondo voi, avere intuizione, fantasia, è un lusso o una necessità? Dovrebbe essere una necessità, come pure cercare di interpretare il mondo, immaginare come dovrebbe essere… Ecco che cos’è poesia: il passaggio dalla realtà com’è a come potrebbe essere.Ci siamo un poco chiariti su questo. C’è qualcuno che dissente? Di massima siamo d’accordo.
Secondo voi , quando inizia l’educazione poetica?
Davide: Da quando si nasce.
Danilo: Tu cosa dici? Non sei d’accordo?
Laura: Il bambino non è consapevole di possedere questa facoltà. Il suo vissuto è inconscio.
Danilo: Cioè, tu dici che l’educazione poetica nel bambino inizia quando lui sa leggere e scrivere?
Laura: Forse quando comincia a rendersi conto della realtà in cui egli vive.
Nuccia: Secondo me, quando comincia ad intendere e a volere.
Concetto: Secondo me, quando in lui nasce la necessità di esprimere qualcosa.
Danilo: Un momento! Chiarisco la domanda. Parlo di educazione poetica. Quando dovrebbe iniziare nei rapporti dei ragazzi, dei bambini, l’educazione poetica? Questa è la domanda.
Raffaello: Secondo me, quando i ragazzi cominciano a porsi dei problemi.
Francesco: Secondo me, appena il bambino nasce perché già è a contatto con un mondo diverso, con un mondo nuovo e incomincia a scoprire le cose che lo circondano.
Danilo: Francesco dice che l’educazione poetica, cioè l’educazione alla creatività, inizia appena il bambino nasce, in un certo senso, ancor prima che nasca, no?Per esempio, una madre aspetta un bambino, è incinta: il bambino si forma in un modo o in un altro a seconda dei pensieri e dei gesti della madre o no?Cioè il bambino è indipendente da come la madre agisce e pensa o anche dipendente? L’azione educativa, allora, arriva non soltanto al bambino appena nato, ma anche prima che nasca. Chi non è d’accordo?
Francesco e Davide : (annuiscono)
Danilo: Francesco e Davide mi pare che dicano una cosa molto importante. Se non li capisco male, essi dicono: "Un ambiente non necessariamente è poesia". Questa stanza dubitiamo che sia poesia, ma un ambiente che esprime può esserlo; fare un tavolo in un modo o in un altro, mettere dei colori… tutto può diventare un messaggio, può (ma non necessariamente) essere un messaggio di qualità…Noi dobbiamo intervenire ogni volta con estrema responsabilità perché ogni volta c’è un messaggio, talora caotico e in altro caso di qualità, che anche inconsciamente può essere
recepito dal bambino.
Il bambino non ha bisogno dell’intelligenza di un Leonardo da Vinci per assimilare:
anche dal latte che piglia e da come lo piglia ha un certo nutrimento e può educarsi.
E’ questa la vostra opinione?
Concetto: Sono d’accordo sul fatto che tutto può essere poesia, dipende soltanto da chi la fa perché, ad esempio, fare un muro può essere un lavoro oltre che poesia; una mamma non pulisce il bambino soltanto per poesia, può anche farlo per non lasciarlo sporco.
Danilo: Ma ti basterebbe che in tutto il mondo si facessero i muri e si lavassero i bambini senza avere un messaggio che qualifica di più? Non è meglio che ci sia, che il fatto abbia una qualità, se vi si riesce?
Concetto: Si, comunque.
Danilo: Voi pensate che sia rilevante questo secondo punto a cui siamo arrivati grazie a coloro che si sono espressi? L’azione educativa, dunque, può incominciare in qualsiasi momento, anzi, senz’altro dovrebbe iniziare da prima della nascita del bambino perché il bambino è in condizione di recepire messaggi nelle forme più diverse. Non occorre che il bambino sappia leggere e scrivere per avere delle impressioni, per cogliere dei messaggi in forme diverse e a livelli diversi.Siamo d’accordo di massima su questo punto?(Tutti annuiscono). Allora possiamo salire di un ultimo scalino.Si era accennato prima al problema del rapporto tra chi cerca di esprimere e chi cerca di recepire il messaggio. Qui nasce un problema importante che avevamo etichettato con la parola "oscurità".Quando si dice "oscurità" relativamente alla poesia nella forma più vasta che abbiamo prima cercato di sottolineare, ci dobbiamo chiedere quali tipi diversi di oscurità possono esistere. Si parla di "oscurità", perché? quando?
Francesco: Può essere oscura la forma oppure il contenuto. Una persona che scrive e ha delle idee ben precise, ma non riesce ad esprimerle perché non ha esperienza, non ha stile, è un poeta, però la forma è oscura; invece, chi bada solo alla forma e vuol raggiungere la perfezione senza interessarsi minimamente del contenuto, non è neanche un poeta , è solo un letterato.
Danilo: Tu poni diversi problemi, ma concentriamoci solo su un punto. Tu dici che un caso di oscurità è quando chi si esprime(colui che dovrebbe essere il poeta) non riesce ad esprimersi appropriatamente e quindi l’altro non recepisce il messaggio perché magari non gli può arrivare. Siamo d’accordo su questo, mi pare. Ecco, dunque, un caso di oscurità. Possono esistere altri casi di oscurità?
Maria: Oppure il messaggio parte, ma non è recepito.
Domenico: O magari manca l’intuizione da parte di…
Danilo: Manca l’intuizione, l’esperienza… Pongo una domanda: "Che differenza c’è tra un uomo e una zecca?". Può risultare in un certo senso una domanda oscura perché non meditiamo tutti i giorni su questo problema. L’oscurità, dunque, è dovuta al fatto che alcuni non hanno elaborato, non hanno sperimentato, non hanno scavato, non hanno cercato di chiarire…Facciamo una piccola parentesi. Quale sarebbe la vostra risposta alla domanda sulla differenza tra un uomo e una zecca?
Concetto: Possono esserci tante differenze o tante somiglianze a seconda di cosa vuoi intendere. Può esserci ,ad esempio, una somiglianza per quanto riguarda i capitalisti, che succhiano il sangue ai loro simili così come le zecche succhiano il sangue agli altri esseri.
Danilo: Concetto dice che dei capitalisti, delle persone che succhiano il sangue agli altri, possono essere delle zecche. In questo caso c’è una similitudine. Altri cosa dicono? Che differenza c’è tra un uomo e una zecca?
Gerarda: La cosa è diversa perché il capitalista si rende conto di quello che fa, ma la zecca lo fa per necessità.
Nuccia: Qua si parla di capitalisti… si dovrebbe parlare invece di persone che pane non ne vogliono guadagnare e mangiano sulle spalle degli altri, come il 50% dei "lavoratori" italiani!
Danilo: Dite la verità, voi siete molto offesi da questa domanda! Quando chiedo che differenza c’è tra un uomo e una zecca, in fondo ciascuno pensa: "Ma certo che siamo più importanti, migliori delle zecche!"Non è vero che la pensiamo così? Ma se ci pensiamo bene una zecca cosa fa? Succhia il sangue, ma una persona qualsiasi può fare altro che succhiare il sangue… Qualcuno di voi mangia polli? E quando abbiamo un pollo, gli succhiamo solo il sangue o gli mangiamo il cervello e tutto? Allora, in un certo senso, noi siamo molto peggio delle zecche; dobbiamo forse ammettere, tuttavia, che è difficile che la zecca sappia lievitare la vita intorno a sé, far crescere, far sviluppare la vita, l’uomo o la donna, la "creatura" può riuscire a sviluppare questa vita intorno a sé. L’uomo o la donna possono essere molto peggio della zecca, ma nel caso in cui quest’uomo o questa donna è veramente una creatura che riesce a sviluppare la vita intorno a sé, allora, ecco che non è una zecca, che può essere diverso dalla zecca.Adesso che abbiamo chiarito questa parentesi, possiamo dire che o una domanda è oscura o che c’è la possibilità che una domanda, in fondo molto nitida, ci arrivi oscura perché non la sappiamo recepire nel suo fondo.
Concetto: Io credo che sia oscura nei due casi…
Danilo: Due… Vediamo se ci può essere un altro caso di oscurità. Per esempio, se un poeta vuole esprimere un "oscuro"( o un pittore vuole esprimere uno scuro, di tipo lavico, per intenderci), dovrebbe usare una sintassi omerica o una sintassi che renda una certa oscurità?La domanda è la seguente: " Può esistere un ‘oscuro’ che raggiunge il suo fine soltanto se perviene a certi valori espressivi con quella tonalità? Può esserci, insomma, un ‘oscuro’ voluto?".Io credo che sia importante che noi abbiamo chiarito anche questo perché è molto vicino alle prime due domande e, in un certo senso, ci aiuta ad impostare bene i problemi. A questo punto, se non vi siete annoiati da morire, possiamo rovesciare un po’ i ruoli ed io sono a disposizione per le vostre domande.(omissis).
Laboratorio maieutico in Linguaglossa (Catania) 11.XII.1980
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