martedì 9 ottobre 2007

L'Aubette di Strasburgo e la memoria del passato moderno

di Silvia Davoli

Strasburgo, 7 giugno 2003. Strasburgo è un interessante crocevia di strade e di culture nel cuore d'Europa. La sua immagine calda e rassicurante come "il dolce scorrere del Reno", è legata alla magnifica cattedrale gotica, alle tipiche case alsaziane, al mercato natalizio e alle moderne architetture del Parlamento europeo e del Consiglio d'Europa.
A pochi è noto che intorno agli anni '20 in questa città fu concepito uno dei capolavori dell'arte astratta e avanguardista, l'Aubette, da alcuni definita con enfasi "la Cappella Sistina dell'arte moderna". Si tratta di un immenso complesso militare in piazza Klebér, situato nel centro della città, il cui rinnovamento fu assegnato intorno al 1926 ai fratelli Horn, collezionisti d'arte moderna e uomini d'affari. Essi decisero di farne un vero e proprio centro dl divertimento e di cultura, che comprendesse spazi d'incontro, ristorante, cinema, sale da ballo, bar americano, bigliardo, sala da té.
La concezione plastica e pittorica degli interni fu affidata a Jean Arp, originario di Strasburgo, a sua moglie la scultrice e ballerina svizzera Sophie Taeuber, entrambi esponenti del movimento Dada, e all'architetto e pittore olandese Theo Van Doesburg, frequentatore della Bauhaus e fondatore con Mondrian nel 1917 del movimento e della rivista Der Stijl. Gli artisti tentarono di realizzare l'immagine utopica della società moderna, nella quale i principi di dinamismo e relatività dovevano rimpiazzare le strutture stabili del passato. L'ambizioso progetto d'integrazione fra pittura e architettura si concretò in un capolavoro dell'arte astratta.
Si narra che questa realizzazione comportò ben 200 tra progetti e disegni illustranti gli aspetti più generali delle sale così come i particolari più minuziosi d'arredamento: dal portacenere ai caloriferi per arrivare ad un austero alfabeto, concepito da Van Doesburg, per insegne e menù. Questa grandiosa opera d'avanguardia non ottenne per molti decenni il riconoscimento dovuto.
Già nel 1938 in occasione del suo decimo anniversario, una nuova decorazione sostituì i colorati arredi concepiti da Van Doesburg, Arp et Sophie Taeuber, che scomparvero nel silenzio. L'iniziativa non fu dovuta all'occupazione tedesca, ma semplicemente al fatto che la decorazione non era apprezzata da molti.
In effetti, anziani abitanti di Strasburgo ricordano come certe superfici prefiguranti l'arte cinetica, provocassero dei veri e propri malesseri fisici tra i consumatori dell'Aubette. Oggi l'Aubette è rappresentata e conosciuta solo grazie ai numerosi disegni preparatori, foto in bianco e nero e plastici (maquettes), custoditi in varie istituzioni come le Service Néerlandais d'Arts Plastiques, il Centre Pompidou di Parigi, il MOMA di New York, la Galerie Gmurzynska di Colonia e il museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Strasburgo.
Tra il 1977 e il 1983 sono stati effettuati parecchi sondaggi nelle sale, rinnovate ormai innumerevoli volte. Gran sorpresa è stata riscoprire sotto le nuove decorazioni le antiche tracce di ciò che Fabrice Hergott, direttore dei Musei di Strasburgo, ha riconosciuto come "un concentrato d'avanguardia paragonabile per importanza a Guernica o Les demoiselles d'Avignon". Nel 1994 si è tentato di restaurare la Grande Sala delle feste, la più bella e più 'conservata', ma i risultati deludenti, a causa di una scelta inappropriata dei colori e dei materiali, hanno condannato alla decadenza anche quest'estremo tentativo, compromettendo ulteriormente le già labili tracce del passato.
Con l'apertura del nuovo museo nel 1998 il Comune di Strasburgo si è proiettato con estrema decisione verso le avanguardie contemporanee. In questa visione rientra la decisione di ritentare il restauro dell'Aubette entro l'anno 2005, stanziando 1,22 milioni d'euro. Si tratta di un progetto che vede coinvolto un comitato scientifico formato da esperti provenienti da tutta Europa e che non vuole realizzare un semplice restauro / ricostruzione, bensì proporre un'ancora oggi inusuale concezione di recupero storico-artistico. L'obiettivo è teso ad impedire un infruttuosa museificazione del luogo cercando di valorizzare la sua concezione iniziale di spazio artistico vitale e sociale. Per questa ragione il progetto vede coinvolti attivamente artisti contemporanei, ed in particolare coloro il cui lavoro sia luogo d'interrogazione del rapporto fra l'uomo e la costruzione del sapere storico.
Il Centraal Museum di Utrecht nel 2000 ha pubblicato il Catalogo Ragionato dell'opera di Théo Van Doesburg, che dedica alla complessa storia dell'Aubette un'ampia sezione ricca di immagini e documenti (Théo Van Doesburg oeuvre catalogue, ed. Hoek, 2000).

Silvia Davoli, laureata in Lettere all'Università Statale di Milano (2001), prepara un DESS di Storia e gestione del patrimonio culturale europeo, all'Università di Parigi I Pantheon - Sorbona.

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