Kunstmuseum: l'amore di una città per l'arte
RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
Il più grande e prestigioso Museo d'arte della Svizzera propone capolavori della pittura e della scultura dal 15esimo al 20esimo secolo.
Una collezione che riflette la ricchezza commerciale e industriale di Basilea, ma anche la storica passione per l'arte dei suoi abitanti.
I basilesi amano l’arte, la loro città e soprattutto il loro Kunstmuseum. Numerosi capolavori esposti al Museo d’arte provengono da donazioni di privati, da crediti speciali approvati dai cittadini, da contributi versati dai sindacati e perfino dai famosi gruppi carnevaleschi.
Così, Basilea è quasi riuscita a far dimenticare la sua immagine di città industriale e, oggi, può essere considerata la capitale svizzera dell'arte.
Centro storico di antiquariato e di commercio dell’arte, con le sue gallerie e la sua prestigiosa fiera internazionale, la città sul Reno è ormai diventata anche uno dei centri di cultura più importanti in Europa, come lo dimostrano i suoi prestigiosi musei.
E il Kunstmuseum rappresenta sicuramente la punta di diamante dei templi basilesi dell’arte, molti dei quali sono sorti soltanto in quest'ultimo decennio grazie allo spirito filantropico di industriali e commercianti, ma anche alla passione di tutta la popolazione.
Picasso, profondamente commosso, regalò alla galleria d'arte ben 4 delle sue opere.
Gian Casper Bott, storico dell'arte
Generosi per convinzione .....
L'amore dei basilesi per l'arte ha commosso perfino Picasso. Nel 1967 la Fondazione Rudolf Staechelin decide di vendere due dipinti del grande maestro che per anni erano stati “prestati” al Kunstmuseum.
Ma i cittadini, ben intenzionati a non staccarsi dalle due opere d’arte, in una votazione popolare accettano di stanziare i fondi necessari per acquistare i quadri.
Alle urne una maggioranza netta di cittadini si esprime infatti in favore dell’acquisto. La Fondazione rinuncia ai 14 milioni che le erano stati proposti e chiede ai basilesi “solo” 9 milioni, poi ridotti a 8,4.
“Picasso”, racconta a swissinfo Gian Casper Bott, storico dell'arte, “colpito dalla decisione dei basilesi, regalò alla galleria d’arte ben 4 sue opere”.
..... e per tradizione
A Basilea le donazioni hanno già una lunga tradizione. Nel 1662 Basilius Amerbach, un notabile basilese, acquistò per l'università un'importante collezione di oggetti, pubblicazioni e dipinti di maestri tedeschi e svizzeri del '500 - unitamente al lascito dell’umanista Erasmo da Rotterdam.
La collezione - nota con il nome di gabinetto Amerbach, dal nome del collezionista - fu il primo passo verso la creazione dell’importante patrimonio artististico che, nel 1936, venne integrato nell’attuale museo.
Ancora oggi il gabinetto Amerbach, al quale sono dedicate tre sale, costituisce il nucleo del Museo d’arte, il cui compito principale è quello di curare, conservare e ampliare la collezione.
La famiglia Amerbach era una delle principali famiglie di editori dell’inizio del 16esimo secolo. Tra i suoi membri spicca anche Bonifacius, il padre di Basilius, che fu docente di diritto romano e rettore dell'Università di Basilea, come pure amico di Erasmo da Rotterdam e del grande pittore Hans Holbein il Giovane.
La pittura del '500 del '600
D'altronde, Holbein, che aveva adottato la cittadinanza di Basilea, rappresenta ancora oggi una figura chiave del Kunstmuseum: uno dei quadri del geniale artista viene considerato un po' come “il dipinto” della città sul Reno.
Si tratta del “Cristo morto”, del 1521, una salma allungata su un telo bianco, davanti ad uno sfondo verde scuro. Una morte palpabile nella sua crudezza.
Un Cristo che Fiodor Dostojevski volle vedere da vicino: al museo salì perfino su una scala per ammirare meglio il dipinto, di cui parlerà nell’”Idiota”. Anche Lenin, decenni più tardi, durante il suo soggiorno a Zurigo, si recò appositamente a Basilea per osservare il quadro.
"Il '500 e il '900 sono i due periodi salienti del Kunstmuseum", spiega a swissinfo Gian Casper Bott. Dal canto loro, il 16esimo e il 17esimo secolo sono rappresentati dai grandi maestri olandesi e fiamminghi come Rembrandt, Rubens, de Hooch o van Mieris. Il museo propone 350 di questi dipinti.
Manca invece il '700, probabilmente troppo barocco e aristocratico per una città di commercianti.
Il '500 e il '900 sono i due periodi salienti del Kunstmuseum.
Gian Casper Bott
Omaggio a Böcklin
Il Kunstmuseum ospitò la prima collezione di pittori svizzeri moderni, cioè dell’'800: Hodler, Anker, Calame, Segantini e soprattutto Böcklin, grande ammiratore di Holbein e di cui il museo possiede la più vasta collezione di dipinti.
Arnold Böcklin, nato nel 1827 a Basilea, fu una delle personalità artistiche di maggiore spicco del tardo '800 nel mondo germanofono. Un pittore simbolista che anche nell’era della rivoluzione industriale si lascia incantare dai miti e dalle leggende.
Famosi sono la sua “Isola dei morti”, “Ulisse e Calypso” , o il mistico “Bosco sacro”. Böcklin fu un grande ispiratore dell'espressionismo, come pure di Giorgio de Chirico che lo considerava il suo pittore preferito.
"La fidanzata del vento" di Oskar Kokoschka (foto: Kunstmuseum Basilea)
I francesi e i cubisti
Il museo d’arte di Basilea offre al visitatore anche una ricca collezione di quadri di pittori francesi dell’1900, tra cui anche numerosi impressionisti. Tra i grandi nomi citiamos soltanto Delacroix, Renoir, Corot, Degas e poi Pissarro, Monet, Cézanne, Gauguin.
In un museo moderno non potevano mancare i cubisti. La collezione del Kunstmuseum è unica al mondo e permette al visitatore di seguire l’evoluzione di questo importante movimento artistico.
Basilea propone, tra l'altro, i grandi nomi del cubismo: Picasso, presente in tutte le sue fasi e con una delle più importanti nature morte del 20esimo secolo, Braque, dalla grande fecondità artistica, Juan Gris e Fernand Léger, dal cubismo più colorato, più leggero.
Il 20esimo secolo
Ma le sorprese del Museo d’arte di Basilea sono infinite. La collezione di pittura del 20esimo secolo è particolarmente ricca e propone capolavori di Chagall, Munch, un superbo “La fidanzata del vento” di Kokoschka, Kandinsky, Delaunay.
Non mancano i rappresentanti della nuova oggettività come Mondrian o i surrealisti Dalì e Max Ernst.
Il Kunstmuseum ospita anche un’importante collezione di opere americane del 20esimo secolo. Si possono ammirare i rappresentanti della scuola di New York - Jasper Johns, Barnett Newman e Pollock - con alcune opere chiave della pittura americana.
Sono spesso quadri alti più di due metri, monocolori, di un espressionismo astratto. Alla fine degli anni cinquanta, la Svizzera era forse il Paese europeo più informato sulla nascente pittura americana e proprio gli anni '40 e '50 furono anni di gloria per il Kunstmuseum.
Il Museo d’arte di Basilea fu ad esempio il primo ad ospitare un Calder, acquistato già nel 1949. Anche la Pop Art è presente nella città sul Reno con una serie di opere di Jeff Wall e Andy Warhol.
Il Kunstmuseum espone, infine, anche una serie di sculture e plastiche, disseminate lungo gli ariosi ed eleganti corridoi: Giacometti, Tinguely, Rodin. Di quest’ultimo colpisce la scultura “Les bourgeois de Calais”, nel cortile antistante l’entrata, simbolo del Museo d’arte di Basilea.
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