Umberto Boccioni,
 A CURA DI DANILO PICCHIOTTI
A CURA DI DANILO PICCHIOTTI 
 Umberto Boccioni, Cavallo+cavaliere+caseggiato, 1913-‘14 
Olio su tela, cm. 105. 135 Firmato in basso  a destra 
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna (inv. 1604); acquistato nel 1952 
Esposto per la prima volta a Roma nel febbraio 1914  
“Mentre gli impressionisti fanno un quadro per dare un momento particolare e subordinano la vita 
del quadro alla sua somiglianza con quel momento, noi sintetizziamo tutti i momenti (di tempo, 
luogo, forma, colore, tono) e ne costruiamo il quadro. E questo quadro, come organismo 
indipendente ha una sua propria legge, e gli elementi che lo compongono obbediscono a questa 
legge creando così la rassomiglianza del quadro con se stesso " 
Nella frase di Boccioni, scritta nel 1913 , è evidente il passaggio dall’arte come rappresentazione 
all’arte come costruzione di una nuova realtà: quella del dipinto, inteso come ‘organismo 
indipendente’, sicuramente uno degli aspetti più significativi dell’arte del ‘900, a partire proprio 
dalle avanguardie. 
L’opera di Boccioni Cavallo+cavaliere+caseggiato, strettamente legata alla realtà e tendente al 
tempo stesso all’astrazione, è la realizzazione di una forma nuova, di una nuova unità compositiva 
che nasce dalla somma di ambiente + oggetto. “ Un cavallo in movimento non è un cavallo fermo 
che si muove, ma è un cavallo in movimento, cioè una cosa completamente diversa” L’opera, 
che appartiene alla splendida serie dei dinamismi, è pienamente futurista, pur con un recupero 
della luminosità postimpressionista ed un ripensamento in chiave cézanniana. L’affascinante 
riflessione teorica, che accompagna e precede il dipinto, permette di fare luce sulla poetica 
dell’artista, sul carattere sperimentale della ricerca boccioniana  e sullo stretto rapporto che 
intercorre tra teoria e prassi nell’attività di Boccioni e di molti artisti del ‘900.  
I numerosi studi e bozzetti preparatori, insieme alle altre due opere compiute di identico soggetto: 
Dinamismo plastico: cavallo + caseggiato, 1913-’14, olio su tela, Milano, Civico Museo d’Arte 
Contemporanea; Dinamismo di un cavallo in corsa +case, 1914-15, polimaterico (guazzo, olio, 
legno, cartone, rame e ferro dipinto), Venezia, Coll. Peggy Guggenheim, consentono di ricostruire 
la genesi del dipinto e di riflettere su tecniche e procedimenti utilizzati.  
La rappresentazione del movimento, tema cardine del futurismo, diventa nella ricerca e nella 
poetica di Boccioni il tema del dinamismo, realizzato attraverso la visione simultanea e la 
compenetrazione tra figure e ambiente.  Nelle tre opere citate le soluzioni sia strutturali che 
tecniche risultano tuttavia diverse, con una predominanza in quella della GNAM della libera 
espansione e vibrazione delle forme colore.  
Il 1913, con la splendida serie dei dinamismi rappresenta un momento centrale della ricerca 
bocconiana. Si tratta di opere nelle quali l’artista fonde vorticosamente i corpi in movimento con 
lo spazio attraversato: Dinamismo di un ciclista, 1913, inchiostro a penna su carta, Londra, Coll.  Mr 
e Mrs  Estorick; Dinamismo di un foot-baller, 1913, olio su tela, New York, The Museum of Modern Art; 
Forme uniche della continuità nello spazio, 1913, bronzo, New York, Coll. Lydia Winston Malbin; 
Dinamismo di un corpo umano, 1913, inchiostro su carta, Milano, Castello Sforzesco, Civico 
Gabinetto dei Disegni; Muscoli in velocità, 1913, carboncino, inchiostro, guazzo su carta,  Castello 
Sforzesco, Civico Gabinetto dei Disegni. 
“Dinamismo è la concezione lirica delle forme interpretate nell’infinito manifestarsi della loro 
relatività tra moto assoluto e moto relativo, tra ambiente e oggetto, fino a formare l’apparizione di 
un tutto: ambiente + oggetto. E’ la creazione di una nuova forma ... insomma è la vita stessa 
afferrata nella forma che la vita crea nel suo infinito succedersi. Questo succedersi non lo 
afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure, ... ma vi giungiamo attraverso la 
ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio. Essa è la forma- tipo che fa 
vivere l’oggetto nell’universale”.  
Anche il tema del cavallo e del cavaliere, nel quale sono presenti, fino ad essere coincidenti, i due 
filoni fondamentali cari all’artista: lo studio della rappresentazione del movimento e la valenza 
simbolica, energetico-vitalistica, consente un ulteriore approfondimento delle problematiche di 
Boccioni e del periodo.  
“Il simbolo del cavallo – nota Calvesi – è costante nella pittura di Boccioni; il cavallo è spesso 
ricordato nei suoi manifesti ed è presente in vari disegni giovanili; sarà poi il tema di dipinti 
fondamentali come Elasticità, Cavallo +cavaliere + case, Carica di lancieri, Cavallo +caseggiato e 
nella scultura di eguale tema. Il cavallo assai meglio che la macchina, rappresenta per Boccioni la 
mobilità, la mutevolezza stessa dell’esistenza e il principio vitale dell’energia”.  
Boccioni “.... Abbraccia piuttosto la soluzione energetica dei fisici (dalla quale era partito lo stesso 
Einstein), che riduce anche la materia ad energia. Materia e movimento, invece che termini 
contraddittori come in Bergson, appaiono insomma riconducibili allo stesso principio dell’energia, 
valore nuovo e intermedio rispetto alla stessa, tradizionale antinomia di materia e spirito..Ancora il 
tema del cavallo e del cavaliere, nella doppia accezione di rappresentazione del movimento ed 
espressione di valenze simboliche oltre che in Boccioni è presente nella cultura figurativa del ’900 
(cfr. I cavalieri di Kupka, L’eroica di Previati, I cavalieri dell’Apocalisse, Il cavaliere rosso e 
Inseguimento di Carrà, senza tralasciare il movimento del “Cavaliere azzurro” e le opere su questo 
tema di Kandinsky e Marc). 
“Mentre gli impressionisti fanno un quadro per dare un momento particolare e subordinano la vita 
del quadro alla sua somiglianza con quel momento, noi sintetizziamo tutti i momenti (di tempo, 
luogo, forma, colore, tono) e ne costruiamo il quadro. E questo quadro, come organismo 
indipendente ha una sua propria legge, e gli elementi che lo compongono obbediscono a questa 
legge creando così la rassomiglianza del quadro con se stesso " 
Nella frase di Boccioni, scritta nel 1913 , è evidente il passaggio dall’arte come rappresentazione 
all’arte come costruzione di una nuova realtà: quella del dipinto, inteso come ‘organismo 
indipendente’, sicuramente uno degli aspetti più significativi dell’arte del ‘900, a partire proprio 
dalle avanguardie. 
L’opera di Boccioni Cavallo+cavaliere+caseggiato, strettamente legata alla realtà e tendente al 
tempo stesso all’astrazione, è la realizzazione di una forma nuova, di una nuova unità compositiva 
che nasce dalla somma di ambiente + oggetto. “ Un cavallo in movimento non è un cavallo fermo 
che si muove, ma è un cavallo in movimento, cioè una cosa completamente diversa” L’opera, 
che appartiene alla splendida serie dei dinamismi, è pienamente futurista, pur con un recupero 
della luminosità postimpressionista ed un ripensamento in chiave cézanniana. L’affascinante 
riflessione teorica, che accompagna e precede il dipinto, permette di fare luce sulla poetica 
dell’artista, sul carattere sperimentale della ricerca boccioniana  e sullo stretto rapporto che 
intercorre tra teoria e prassi nell’attività di Boccioni e di molti artisti del ‘900.  
I numerosi studi e bozzetti preparatori, insieme alle altre due opere compiute di identico soggetto: 
Dinamismo plastico: cavallo + caseggiato, 1913-’14, olio su tela, Milano, Civico Museo d’Arte 
Contemporanea; Dinamismo di un cavallo in corsa +case, 1914-15, polimaterico (guazzo, olio, 
legno, cartone, rame e ferro dipinto), Venezia, Coll. Peggy Guggenheim, consentono di ricostruire 
la genesi del dipinto e di riflettere su tecniche e procedimenti utilizzati.  
La rappresentazione del movimento, tema cardine del futurismo, diventa nella ricerca e nella 
poetica di Boccioni il tema del dinamismo, realizzato attraverso la visione simultanea e la 
compenetrazione tra figure e ambiente.  Nelle tre opere citate le soluzioni sia strutturali che 
tecniche risultano tuttavia diverse, con una predominanza in quella della GNAM della libera 
espansione e vibrazione delle forme colore.  
Il 1913, con la splendida serie dei dinamismi rappresenta un momento centrale della ricerca 
bocconiana. Si tratta di opere nelle quali l’artista fonde vorticosamente i corpi in movimento con 
lo spazio attraversato: Dinamismo di un ciclista, 1913, inchiostro a penna su carta, Londra, Coll.  Mr 
e Mrs  Estorick; Dinamismo di un foot-baller, 1913, olio su tela, New York, The Museum of Modern Art; 
Forme uniche della continuità nello spazio, 1913, bronzo, New York, Coll. Lydia Winston Malbin; 
Dinamismo di un corpo umano, 1913, inchiostro su carta, Milano, Castello Sforzesco, Civico 
Gabinetto dei Disegni; Muscoli in velocità, 1913, carboncino, inchiostro, guazzo su carta,  Castello 
Sforzesco, Civico Gabinetto dei Disegni. 
“Dinamismo è la concezione lirica delle forme interpretate nell’infinito manifestarsi della loro 
relatività tra moto assoluto e moto relativo, tra ambiente e oggetto, fino a formare l’apparizione di 
un tutto: ambiente + oggetto. E’ la creazione di una nuova forma ... insomma è la vita stessa 
afferrata nella forma che la vita crea nel suo infinito succedersi. Questo succedersi non lo 
afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure, ... ma vi giungiamo attraverso la 
ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio. Essa è la forma- tipo che fa 
vivere l’oggetto nell’universale”.  
Anche il tema del cavallo e del cavaliere, nel quale sono presenti, fino ad essere coincidenti, i due 
filoni fondamentali cari all’artista: lo studio della rappresentazione del movimento e la valenza 
simbolica, energetico-vitalistica, consente un ulteriore approfondimento delle problematiche di 
Boccioni e del periodo.  
“Il simbolo del cavallo – nota Calvesi – è costante nella pittura di Boccioni; il cavallo è spesso 
ricordato nei suoi manifesti ed è presente in vari disegni giovanili; sarà poi il tema di dipinti 
fondamentali come Elasticità, Cavallo +cavaliere + case, Carica di lancieri, Cavallo +caseggiato e 
nella scultura di eguale tema. Il cavallo assai meglio che la macchina, rappresenta per Boccioni la 
mobilità, la mutevolezza stessa dell’esistenza e il principio vitale dell’energia”.  
Boccioni “.... Abbraccia piuttosto la soluzione energetica dei fisici (dalla quale era partito lo stesso 
Einstein), che riduce anche la materia ad energia. Materia e movimento, invece che termini 
contraddittori come in Bergson, appaiono insomma riconducibili allo stesso principio dell’energia, 
valore nuovo e intermedio rispetto alla stessa, tradizionale antinomia di materia e spirito..Ancora il 
tema del cavallo e del cavaliere, nella doppia accezione di rappresentazione del movimento ed 
espressione di valenze simboliche oltre che in Boccioni è presente nella cultura figurativa del ’900 
(cfr. I cavalieri di Kupka, L’eroica di Previati, I cavalieri dell’Apocalisse, Il cavaliere rosso e 
Inseguimento di Carrà, senza tralasciare il movimento del “Cavaliere azzurro” e le opere su questo 
tema di Kandinsky e Marc).
 
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