martedì 18 settembre 2007

Umberto Boccioni,

A CURA DI DANILO PICCHIOTTI

Umberto Boccioni, Cavallo+cavaliere+caseggiato, 1913-‘14
Olio su tela, cm. 105. 135 Firmato in basso a destra
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna (inv. 1604); acquistato nel 1952
Esposto per la prima volta a Roma nel febbraio 1914


“Mentre gli impressionisti fanno un quadro per dare un momento particolare e subordinano la vita
del quadro alla sua somiglianza con quel momento, noi sintetizziamo tutti i momenti (di tempo,
luogo, forma, colore, tono) e ne costruiamo il quadro. E questo quadro, come organismo
indipendente ha una sua propria legge, e gli elementi che lo compongono obbediscono a questa
legge creando così la rassomiglianza del quadro con se stesso "
Nella frase di Boccioni, scritta nel 1913 , è evidente il passaggio dall’arte come rappresentazione
all’arte come costruzione di una nuova realtà: quella del dipinto, inteso come ‘organismo
indipendente’, sicuramente uno degli aspetti più significativi dell’arte del ‘900, a partire proprio
dalle avanguardie.
L’opera di Boccioni Cavallo+cavaliere+caseggiato, strettamente legata alla realtà e tendente al
tempo stesso all’astrazione, è la realizzazione di una forma nuova, di una nuova unità compositiva
che nasce dalla somma di ambiente + oggetto. “ Un cavallo in movimento non è un cavallo fermo
che si muove, ma è un cavallo in movimento, cioè una cosa completamente diversa” L’opera,
che appartiene alla splendida serie dei dinamismi, è pienamente futurista, pur con un recupero
della luminosità postimpressionista ed un ripensamento in chiave cézanniana. L’affascinante
riflessione teorica, che accompagna e precede il dipinto, permette di fare luce sulla poetica
dell’artista, sul carattere sperimentale della ricerca boccioniana e sullo stretto rapporto che
intercorre tra teoria e prassi nell’attività di Boccioni e di molti artisti del ‘900.
I numerosi studi e bozzetti preparatori, insieme alle altre due opere compiute di identico soggetto:
Dinamismo plastico: cavallo + caseggiato, 1913-’14, olio su tela, Milano, Civico Museo d’Arte
Contemporanea; Dinamismo di un cavallo in corsa +case, 1914-15, polimaterico (guazzo, olio,
legno, cartone, rame e ferro dipinto), Venezia, Coll. Peggy Guggenheim, consentono di ricostruire
la genesi del dipinto e di riflettere su tecniche e procedimenti utilizzati.
La rappresentazione del movimento, tema cardine del futurismo, diventa nella ricerca e nella
poetica di Boccioni il tema del dinamismo, realizzato attraverso la visione simultanea e la
compenetrazione tra figure e ambiente. Nelle tre opere citate le soluzioni sia strutturali che
tecniche risultano tuttavia diverse, con una predominanza in quella della GNAM della libera
espansione e vibrazione delle forme colore.
Il 1913, con la splendida serie dei dinamismi rappresenta un momento centrale della ricerca
bocconiana. Si tratta di opere nelle quali l’artista fonde vorticosamente i corpi in movimento con
lo spazio attraversato: Dinamismo di un ciclista, 1913, inchiostro a penna su carta, Londra, Coll. Mr
e Mrs Estorick; Dinamismo di un foot-baller, 1913, olio su tela, New York, The Museum of Modern Art;
Forme uniche della continuità nello spazio, 1913, bronzo, New York, Coll. Lydia Winston Malbin;
Dinamismo di un corpo umano, 1913, inchiostro su carta, Milano, Castello Sforzesco, Civico
Gabinetto dei Disegni; Muscoli in velocità, 1913, carboncino, inchiostro, guazzo su carta, Castello
Sforzesco, Civico Gabinetto dei Disegni.
“Dinamismo è la concezione lirica delle forme interpretate nell’infinito manifestarsi della loro
relatività tra moto assoluto e moto relativo, tra ambiente e oggetto, fino a formare l’apparizione di
un tutto: ambiente + oggetto. E’ la creazione di una nuova forma ... insomma è la vita stessa
afferrata nella forma che la vita crea nel suo infinito succedersi. Questo succedersi non lo
afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure, ... ma vi giungiamo attraverso la
ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio. Essa è la forma- tipo che fa
vivere l’oggetto nell’universale”.
Anche il tema del cavallo e del cavaliere, nel quale sono presenti, fino ad essere coincidenti, i due
filoni fondamentali cari all’artista: lo studio della rappresentazione del movimento e la valenza
simbolica, energetico-vitalistica, consente un ulteriore approfondimento delle problematiche di
Boccioni e del periodo.
“Il simbolo del cavallo – nota Calvesi – è costante nella pittura di Boccioni; il cavallo è spesso
ricordato nei suoi manifesti ed è presente in vari disegni giovanili; sarà poi il tema di dipinti
fondamentali come Elasticità, Cavallo +cavaliere + case, Carica di lancieri, Cavallo +caseggiato e
nella scultura di eguale tema. Il cavallo assai meglio che la macchina, rappresenta per Boccioni la
mobilità, la mutevolezza stessa dell’esistenza e il principio vitale dell’energia”.
Boccioni “.... Abbraccia piuttosto la soluzione energetica dei fisici (dalla quale era partito lo stesso
Einstein), che riduce anche la materia ad energia. Materia e movimento, invece che termini
contraddittori come in Bergson, appaiono insomma riconducibili allo stesso principio dell’energia,
valore nuovo e intermedio rispetto alla stessa, tradizionale antinomia di materia e spirito..Ancora il
tema del cavallo e del cavaliere, nella doppia accezione di rappresentazione del movimento ed
espressione di valenze simboliche oltre che in Boccioni è presente nella cultura figurativa del ’900
(cfr. I cavalieri di Kupka, L’eroica di Previati, I cavalieri dell’Apocalisse, Il cavaliere rosso e
Inseguimento di Carrà, senza tralasciare il movimento del “Cavaliere azzurro” e le opere su questo
tema di Kandinsky e Marc).
“Mentre gli impressionisti fanno un quadro per dare un momento particolare e subordinano la vita
del quadro alla sua somiglianza con quel momento, noi sintetizziamo tutti i momenti (di tempo,
luogo, forma, colore, tono) e ne costruiamo il quadro. E questo quadro, come organismo
indipendente ha una sua propria legge, e gli elementi che lo compongono obbediscono a questa
legge creando così la rassomiglianza del quadro con se stesso "
Nella frase di Boccioni, scritta nel 1913 , è evidente il passaggio dall’arte come rappresentazione
all’arte come costruzione di una nuova realtà: quella del dipinto, inteso come ‘organismo
indipendente’, sicuramente uno degli aspetti più significativi dell’arte del ‘900, a partire proprio
dalle avanguardie.
L’opera di Boccioni Cavallo+cavaliere+caseggiato, strettamente legata alla realtà e tendente al
tempo stesso all’astrazione, è la realizzazione di una forma nuova, di una nuova unità compositiva
che nasce dalla somma di ambiente + oggetto. “ Un cavallo in movimento non è un cavallo fermo
che si muove, ma è un cavallo in movimento, cioè una cosa completamente diversa” L’opera,
che appartiene alla splendida serie dei dinamismi, è pienamente futurista, pur con un recupero
della luminosità postimpressionista ed un ripensamento in chiave cézanniana. L’affascinante
riflessione teorica, che accompagna e precede il dipinto, permette di fare luce sulla poetica
dell’artista, sul carattere sperimentale della ricerca boccioniana e sullo stretto rapporto che
intercorre tra teoria e prassi nell’attività di Boccioni e di molti artisti del ‘900.
I numerosi studi e bozzetti preparatori, insieme alle altre due opere compiute di identico soggetto:
Dinamismo plastico: cavallo + caseggiato, 1913-’14, olio su tela, Milano, Civico Museo d’Arte
Contemporanea; Dinamismo di un cavallo in corsa +case, 1914-15, polimaterico (guazzo, olio,
legno, cartone, rame e ferro dipinto), Venezia, Coll. Peggy Guggenheim, consentono di ricostruire
la genesi del dipinto e di riflettere su tecniche e procedimenti utilizzati.
La rappresentazione del movimento, tema cardine del futurismo, diventa nella ricerca e nella
poetica di Boccioni il tema del dinamismo, realizzato attraverso la visione simultanea e la
compenetrazione tra figure e ambiente. Nelle tre opere citate le soluzioni sia strutturali che
tecniche risultano tuttavia diverse, con una predominanza in quella della GNAM della libera
espansione e vibrazione delle forme colore.
Il 1913, con la splendida serie dei dinamismi rappresenta un momento centrale della ricerca
bocconiana. Si tratta di opere nelle quali l’artista fonde vorticosamente i corpi in movimento con
lo spazio attraversato: Dinamismo di un ciclista, 1913, inchiostro a penna su carta, Londra, Coll. Mr
e Mrs Estorick; Dinamismo di un foot-baller, 1913, olio su tela, New York, The Museum of Modern Art;
Forme uniche della continuità nello spazio, 1913, bronzo, New York, Coll. Lydia Winston Malbin;
Dinamismo di un corpo umano, 1913, inchiostro su carta, Milano, Castello Sforzesco, Civico
Gabinetto dei Disegni; Muscoli in velocità, 1913, carboncino, inchiostro, guazzo su carta, Castello
Sforzesco, Civico Gabinetto dei Disegni.
“Dinamismo è la concezione lirica delle forme interpretate nell’infinito manifestarsi della loro
relatività tra moto assoluto e moto relativo, tra ambiente e oggetto, fino a formare l’apparizione di
un tutto: ambiente + oggetto. E’ la creazione di una nuova forma ... insomma è la vita stessa
afferrata nella forma che la vita crea nel suo infinito succedersi. Questo succedersi non lo
afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure, ... ma vi giungiamo attraverso la
ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio. Essa è la forma- tipo che fa
vivere l’oggetto nell’universale”.
Anche il tema del cavallo e del cavaliere, nel quale sono presenti, fino ad essere coincidenti, i due
filoni fondamentali cari all’artista: lo studio della rappresentazione del movimento e la valenza
simbolica, energetico-vitalistica, consente un ulteriore approfondimento delle problematiche di
Boccioni e del periodo.
“Il simbolo del cavallo – nota Calvesi – è costante nella pittura di Boccioni; il cavallo è spesso
ricordato nei suoi manifesti ed è presente in vari disegni giovanili; sarà poi il tema di dipinti
fondamentali come Elasticità, Cavallo +cavaliere + case, Carica di lancieri, Cavallo +caseggiato e
nella scultura di eguale tema. Il cavallo assai meglio che la macchina, rappresenta per Boccioni la
mobilità, la mutevolezza stessa dell’esistenza e il principio vitale dell’energia”.
Boccioni “.... Abbraccia piuttosto la soluzione energetica dei fisici (dalla quale era partito lo stesso
Einstein), che riduce anche la materia ad energia. Materia e movimento, invece che termini
contraddittori come in Bergson, appaiono insomma riconducibili allo stesso principio dell’energia,
valore nuovo e intermedio rispetto alla stessa, tradizionale antinomia di materia e spirito..Ancora il
tema del cavallo e del cavaliere, nella doppia accezione di rappresentazione del movimento ed
espressione di valenze simboliche oltre che in Boccioni è presente nella cultura figurativa del ’900
(cfr. I cavalieri di Kupka, L’eroica di Previati, I cavalieri dell’Apocalisse, Il cavaliere rosso e
Inseguimento di Carrà, senza tralasciare il movimento del “Cavaliere azzurro” e le opere su questo
tema di Kandinsky e Marc).

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