mercoledì 19 settembre 2007

IL MARXISMO E L’ARTE

Scritto da Alan Woods   

Introduzione agli scritti di Trotskij sull’arte
“Il regno della libertà inizia davvero solo laddove il lavoro, determinato da necessità e considerazioni terrene, cede il passo”. (Karl Marx)
L’arte è molto importante per gli esseri umani. E’ stato così sempre, fin dalle prime società umane, quando questa era indissolubilmente legata alla magia; magia che, di fatto, possiamo considerare come il primo, rozzo, primitivo, sforzo che gli uomini hanno fatto per comprendere il mondo in cui vivono. Sebbene potrebbe sembrare che l’arte svolga in una società moderna un ruolo meno centrale, in realtà non à così.
La Bibbia dice “non di solo pane vive l’uomo”. Sebbene l’importanza dell’arte non appaia rilevante a molte persone, proviamo a renderla subito evidente immaginando un mondo senza arte, cioè un mondo senza colore, senza musica, senza fantasia né immaginazione. Un mondo tale ci diverrebbe assolutamente insopportabile, perché sarebbe un mondo del tutto inumano. Le condizioni in cui viviamo e lavoriamo sono già abbastanza insopportabili. Pertanto milioni di persone trovano conforto nella musica e nella danza, e vengono emotivamente coinvolte dal mondo del cinema, delle star dei film e degli sceneggiati televisivi. Tutto ciò è un’espressione dell’arte: che poi si tratti di arte di buona o cattiva qualità questa è un'altra questione, ma il fatto che essa comunichi qualcosa alle persone, che tocchi le corde più sensibili nei loro cuori e nelle loro anime, cosa che è fondamentale per le nostre vite, è al di là di ogni questione.
 In un mondo pallido, l’arte porta un elemento di colore. A vite “senza senso”, dà un raggio di speranza. L’arte in tutte le sue forme ci fa aprire gli occhi, anche se solo per qualche fugace istante, oltre la cupa esistenza quotidiana, ci fa sentire che c’è qualcosa di più nella vita, che possiamo essere migliori, che le relazioni fra le persone possono essere umane, che il mondo potrebbe essere un mondo migliore di quello che è. L’arte è perciò il sogno collettivo dell’umanità, l’espressione di un sentimento profondamente radicato che le nostre vite non siano come dovrebbero essere, e un appassionato, anche se spesso inconsapevole, sforzo verso qualcosa di diverso.
 Fin dalle sue origini primordiali l’arte aveva un carattere non individuale, ma sociale. Le splendide pitture rupestri in Spagna e in Francia furono create nelle parti più profonde e più inaccessibili delle grotte. Esse dunque non erano concepite come mere decorazioni, ma come parti di un rituale mirante ad esigenze squisitamente pragmatiche: riuscire a “controllare” i bisonti, i cervi ed i cavalli selvaggi che venivano cacciati per nutrirsi. Finalità sociali ugualmente pratiche si ritrovano nelle origini della danza e della musica.
 Con lo sviluppo della divisione del lavoro, la base della società compie un grande salto in avanti, ma, allo stesso tempo, questa vittoria per l’umanità comporta anche una “sconfitta”. La separazione dei vari aspetti della produzione, culminante nella divisione del lavoro mentale e manuale, è la condizione necessaria per la separazione del genere umano in classi, con tutto quello che ciò implica per l’umanità. Nel corso degli ultimi 10 millenni, il prezzo da pagare per il più sbalorditivo progresso economico e sociale è stata la forzata alienazione della maggior parte della razza umana dai frutti del suo lavoro, e, allo stesso tempo, la forzata esclusione della maggioranza degli uomini e delle donne dal mondo della cultura.
 Engels ci spiega che in qualsiasi società in cui arte, scienza e governo sono monopolio di pochi, questa minoranza ne farà uso e abuso per i suoi personali interessi. Questa è la base effettiva di tutte le società di classe. E sarà sempre così, fin quando la maggioranza sarà costretta a lavorare molte ore per soddisfare i bisogni primari della vita. Aristotele, tanto tempo fa, ha spiegato come l’uomo inizi a “filosofare” solo dopo che i bisogni materiali più elementari siano soddisfatti. La creazione di una classe agiata attraverso la schiavitù è stata l’effettiva base materiale sulla quale arte, scienza e tecnologia sono state sviluppate, ottenendo così risultati sbalorditivi, che, contemporaneamente, sono serviti a nascondere il lato oscuro della storia umana: l’esclusione di milioni di uomini e donne dai benefici della cultura. Potenzialità immense sono state sistematicamente sprecate e distrutte. Il compito del socialismo è mettere fine a questo terribile crimine contro l’umanità, spianando la strada ad una nuova e gloriosa pagina dello sviluppo umano.
 

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