Arte. Antonello da Messina, la Tac svela ritratti e segreti dell'Annunciata
RICERCA A CURA DI D.PICCHIOTTI
Per la prima volta su due tra le opere più famose di Antonello da Messina, "L'Annunziata" e "Il Ritratto d'uomo", è stata effettutata una Tac. Ciò ha pemesso di svelare alcuni segreti nascosti dietro alla lavorazione dei due ritratti.
Sotto "L'Annunziata", conservata a Palazzo Abatellis a Palermo, appare un secondo viso di donna che non ha nulla della gentilezza e fascino della Vergine conosciuta e ufficiale. Su questo primo volto dai tratti somatici differenti il famoso pittore avrebbe lavorato con un continuo fare insoddisfatto fino ad arrivare alla Vergine definitiva.
"L'Annunziata" mostra inoltre differenze dello strato pittorico soprattutto nella parte sinistra del viso, in corrispondenza del manto; ritocchi nelle mani, in particolare nel famoso pollice e nel leggio. La tavola e' stata restaurata nel 1907 su mani e volto, mentre il leggio e il manto sarebbero stati ridipinti sopra lo sporco.
Anche il "Ritratto d'uomo" cela dei segreti. La leggenda vuole infatti che la tavola fosse stata sfregiata da una donna convinta che dietro il sorriso enigmatico dell'uomo rappresentato si nascondesse addirittura il diavolo.
Il "Ritratto d'uomo" e' aderente in tutto e per tutto all'opera definitiva, ma la Tac rivela lo sfregio, "immaginato" dai critici d'arte e ora per la prima volta visibile, che rovino' la parte superiore del viso.
L'opera, utilizzata come anta di un mobile da farmacia a Lipari, venne poi acquistata dal barone Piraino di Mandralisca per la sua collezione privata e donata al Comune di Cefalu', dove oggi si trova.
"Sono indagini di carattere innovativo e sperimentale per le quali sono stati adoperati macchinari ad alto contenuto tecnologico: e' infatti la prima volta che una Tac viene effettuata su un dipinto su tavola", spiega il direttore del Centro di Restauro, Guido Meli.
Le indagini sui due dipinti di Antonello da Messina sono state effettuate dalle riprese RGB, nell'ultravioletto e nel vicino infrarosso, con sistema multispettrale CPS 100 Artist.
Questo tipo di analisi sui dipinti è possibile grazie alla fluorescenza ultravioletta, che permette di individuare i ritocchi eseguiti da precedenti restauri, documentati e non, e di valutare lo stato di conservazione delle vernici.
L'infrarosso a falsi colori valuta la distinzione dei vari materiali pittorici e la riflettografia infrarossa permette di individuare i disegni preparatori, ridipinture o intergrazioni pittoriche.
Alla fine si prosegue con la Tac, l'indagine di certo piu' accurata.
Le due tavole, dopo le radiografie, le riflettografie multispettrali, gli infrarossi e la Tac hanno presentato molti "fori da sfarfallamento" nel legno e gallerie di tarli, anche se complessivamente sono giudicate "in buona salute".
Il Centro di Restauro ne ha redatto "cartelle cliniche" con l'ausilio dei radiologi Giuseppe Salerno e Daniela Lo Sasso (Tomografia assiale computerizzata), e di Riccardo Carmicio, ingegnere informatico, Giovanni Bruno e
Fernanda Prestileo per le indagini multispettrali, e Cosimo Di Stefano per la
fluorescenza RX.
Dei ritratti e dei segreti di Antonello da Messina si parlera' domani mattina al focus tecnico organizzato dal Centro per il restauro della Regione Siciliana. Dopo aver eseguito radiografie, riflettografie multispettrali e infrarossi, per la prima volta sui dipinti a tavola è stata effettuata una Tac.
Sarà come avere una vera e propria "cartella clinica" delle opere, che svelerà risultati sorprendenti per gli stessi storici.
Al focus tecnico saranno presenti, oltre all'assessore regionale ai Beni Culturali Lino Leanza, il direttore del Centro di restauro, Guido Meli, e il critico d'arte Vittorio Sgarbi.
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