martedì 18 settembre 2007

DORAZIO Piero (nato a Roma 29/6/1927 morto a Todi -, 2005)

A CURA DI PICCHIOTTI DANILO

Dorazio nasce a Roma nel 1927; inizia la sua attività artistica negli anni Quaranta quando, insieme a Perilli, frequenta lo studio di Aldo Bandinelli, dipingendo paesaggi e nature morte. Dal 1945 al 1951 frequenta la facoltà di architettura all'Università di Roma. Nello stesso periodo si collega con il gruppo Arte Sociale che intendeva rifondare l'arte su valori opposti a quelle propugnati dalle correnti intimiste ed ermetiche, privilegiando tematiche sociali. Sin dall'inizio Dorazio respinge i propositi del realismo socialista (adottati invece da un altro schieramento di artisti e critici quali Renato Guttuso, Mario Mafai, Mario Socrate, Corrado Maltese e Antonello Trombadori) ed è attratto dal cubismo e in particolar modo dalla scomposizione formale delle linee-forza del linguaggio futurista, interpretate come materializzazione di energie spaziali. Appartengono a questo periodo una serie di nature morte in cui è evidentissima la suggestione post-cubista.
Nel 1947 insieme agli artisti Carla Accardi, Ugo Attardi, Pietro Consagra, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antonio Sanfilippo e Giulio Turcato, Dorazio redige il manifesto 'Forma 1', il cui intento era quello di promuovere un rinnovamento delle arti che potesse conciliare il linguaggio astratto ed l'adesione al marxismo. Proprio in quei mesi, Dorazio ha modo, con Perilli e Guerrini, di fare un primo viaggio studio a Parigi per diffondere il manifesto appena pubblicato: visita gli studi dello scultore Adam che lavorava nello studio di Picasso e conosce i pittori Pignon, Fougeron, Singier e Lapicque. L'artista partecipa in quella occasione al 'II Salon des Réalités Nuovelles' (Parigi, Musée d'Art Moderne) e ad alcune mostre collettive rilevanti.
Alla fine del '47 Dorazio torna a Parigi avendo vinto una borsa di studio presso l'Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts; qui, attraverso l'apporto di Severini, visita gli studi di Braque, Léger, Arp e di Alberto Magnelli, la cui personale di grande successo alla Galleria Droin rappresenta per lui una scoperta determinante che lo porta a realizzare alcune composizioni rigorosamente geometriche. Rientrato a Roma, tra il 1948 e il '49, collabora al 'Giornale della Sera' con articoli sugli artisti contemporanei conosciuti a Parigi.
Nel 1948 partecipa alla 'Prima Esposizione Nazionale d'Arte Astratta' alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Agli inizi degli anni '50, Dorazio partecipa con Perilli e Guerrini alla organizzazione della Galleria Libreria Age d'Or a Roma: l'intento è quello di divulgare e promuovere l'arte astratta attraverso l'organizzazione di mostre e la diffusione di pubblicazioni internazionali; al 1951 risale la partecipazione dei tre artisti alla Triennale di Milano, su invito di Fontana, dove, con due dipinti murali di ampie dimensioni, realizzati come opera collettiva sperimentale, ottengono la medaglia d'argento. Proprio a Milano incontrano Max Bill che invita i tre artisti romani ad una mostra a Zurigo. Lo stesso anno Dorazio tiene, su invito della Quadriennale di Roma, una conferenza sull'arte astratta, utilizzando documenti e appunti di studio raccolti durante i suoi viaggi e pubblicati successivamente nel libro La fantasia dell'arte nella vita moderna (Roma, 1955).
La nuova ricerca lo spinge verso lo studio della luce in relazione allo spazio: esegue rilievi monocromi bianchi come Motosilenzio, 1951 e Quattro domande, 1952. Invitato da Prapolini, partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1952. Lo stesso anno, insieme a Ettore Colla, Achille Perilli, Enrico Prampolini, Angelo Maria Ripellino si fa promotore della Fondazione Origine di Roma che pubblica il periodico Arti Visive.
Nel 1953 si traferisce per un anno a New York dove svolge alcune conferenze presso la Harvard University e dove, attraverso il pittore Matta, incontra gli artisti della precedente generazione astrattista e informale americana. Durante il soggiorno newyorkese tiene la prima mostra personale 'Carthographies' alla Galleria Rose Fried. In questo periodo la trama e la costruzione spaziale rigorosamente geometrica degli anni precedenti, si scompone in un tessuto in cui predomina l'inquieto segno del colore.
Rientrato in Italia, si stabilisce a Roma; sperimenta nuovi materiali come il plexiglas - con cui realizza sculture trasparenti - il bronzo e l'alluminio. Risale agli anni tra il 1959 e il 1962 una serie di dipinti nei quali colore e luce sono modulati attraverso un fitto reticolo di linee. Grandi bande verticali di colori accesi caratterizzano invece i dipinti eseguiti dopo il 1963.
Tra il 1960 e il 1970 insegna alla Graduate School of Fine Arts dell'University of Pennsylvania. In questi anni dipinge tele di grande formato attraversate da strisce di colore giustapposte in ritmi cromatici vivacissimi. Espone in diverse gallerie, tra cui la Galleria Marlborough di Roma e di New York, la Galleria dell'Ariete e Galleria del Milione di Milano, la Galleria Editalia di Roma, la Galleria Lorenzelli di Bergamo.
Nel 1974 si trasferisce a Todi, Qui apre, insieme a Nino Caruso e Giuliana Soprani, una scuola laboratorio per la ceramica.
Numerose sono le mostre antologiche organizzate in Italia e all'estero tra cui quella promossa dal Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris (1979), dall'Albright-Knox Art Gallery di Buffalo (1979) e dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma (1983). Costante la presenza di Dorazio nelle importanti rassegne internazionali, come la Biennale di Venezia dove l'artista espone in una personale nel 1960, 1966, 1988.
Negli anni che seguono ottiene commissioni da Enti pubblici e privati la più recente delle quali riguarda la realizzazione di mosaici nelle stazioni della metropolitana di Roma. Dorazio, oltre ad essere l'autore del mosaico nella stazione di Piazzale Flaminio, ha coordinato l'intero progetto.
Piero Dorazio, uno dei padri dell'astrattismo italiano, è morto in ospedale a Perugia. Aveva 77 anni.

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