lunedì 10 dicembre 2007

" Primordialismo Plastico" ROBERTO MELLI Ferrara 1885 - Roma 1958;

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Nasce in una famiglia di commercianti. Inizia a dipingere e a scolpire molto giovane presso il pittore Nicola Laurenti e lo scultore Arrigo Minerbi a Ferrara. Nel 1902 si trasferisce con la madre a Genova dove inizia a lavorare come apprendista presso un intagliatore in legno e realizza le prime xilografie. Negli anni seguenti entra in contatto con il vivace ambiente culturale genovese, partecipando con scritti e illustrazioni all'attività del periodico "Ebe".
Nel 1910 si trasferisce a Roma, dove è inizialmente appoggiato dallo scultore Giovanni Prini. Nel 1913 partecipa alla prima mostra della "Secessione romana", segue con attenzione le manifestazioni futuriste. Nel 1915 insieme a V.Costantini, G.Fioresi, C.E. Oppo e G.Pizzirani costituisce il "Gruppo Moderno Italiano". Già a questa data appare chiara una costante del suo lavoro: la volontà di sostenere l'attività artistica attraverso pubblicazioni, manifestazioni, conferenze. Così nel 1918 lo troviamo accanto a Mario Broglio nell'organizzazione della rivista "Valori Plastici", sulla quale pubblica vari scritti( Prima rinnegazione della scultura). Dopo la partecipazione (come pittore e scultore) alle mostre di "Valori Plastici" in Germania e a Firenze (1921 e 1922) inizia per Melli un periodo di crisi spirituale ed economica. Nel corso degli anni Venti l’artista segue varie strade, occupandosi anche di cinematografia e cartellonistica. Solo all'inizio degli anni Trenta riprende a interessarsi di arti figurative, dapprima in veste di critico e poi anche come pittore: ricomincia a esporre nel 1932 alla terza mostra Sindacale, unicamente in veste di pittore. La sua figurazione attentamente costruita per zone di colore piano e senza chiaroscuro, memore del periodo di "Valori Plastici", della metafisica e della lezione morandiana, è in questo periodo una delle matrici del cosiddetto tonalismo. Melli stringe amicizia con i giovani esponenti di questo indirizzo e, con Giuseppe Capogrossi e Emanuele Cavalli, firma il Manifesto del Primordialismo Plastico. La sua attività di critico continua negli anni Trenta in una rubrica dal titolo "Visite ad Artisti" per la rivista "Quadrivio". Del 1936 è l'unica mostra personale di questi anni, alla "Galleria della Cometa" (con una presentazione di Libero de Libero ), la sua attività espositiva viene infatti interrotta bruscamente nel 1938, quando le leggi razziali gli tolgono il diritto di partecipare a pubbliche esposizioni e lo conducono a una nuova profonda crisi. Il lavoro riprende dopo la guerra. Dal 1945 insegna pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma, ritorna a esporre in alcune collettive e nel 1947 alla "Galleria del Secolo", presentato da Renato Guttuso. Nel 1950 tiene una vasta antologica presso la galleria "La Strozzina" di Firenze (la mostra, presentata da C.L.Ragghianti è poi riproposta alla Galleria Gian Ferrari di Milano). La Biennale di Venezia del 1950 gli dedica una personale. Negli ultimi anni continua la sua attività parallela di artista e critico. Nel 1957 esce presso de Luca il suo volume di poesie Lunga favolosa notte. Nell’anno della morte la Galleria Nazionale d’Arte Moderna gli dedica una retrospettiva, curata da N. Ponente e P. Bucarelli.

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