mercoledì 12 dicembre 2007

Le tappe che hanno scritto la storia dell'Arte

RICERCHE ACURA DI D. PICCHIOTTI


Studiare la storia dell'arte significa porsi davanti al panorama sconfinato delle testimonianze visive che ci hanno lasciato gli uomini e i popoli vissuti sulla Terra, a partire da migliaia di anni fa. Edifici, oggetti d'uso, ornamenti, disegni, dipinti... uno spettacolo continuo di segni, forme, colori nei quali si esprime il pensiero e la creatività del genere umano. Nel tempo seguiremo le tappe della storia, che ha i suoi grandi momenti di svolta in avvenimenti o in date precise, come l'invenzione della scrittura (che separa l'età preistorica dall'epoca storica vera e propria), la nascita di Gesù, la fine dell'Impero Romano d'Occidente. All'interno del lungo periodo chiamato MONDO ANTICO, l'anno 0 segna lo spartiacque fra il mondo pagano e il mondo cristiano; gli anni precedenti alla nascita di Gesù vengono indicati da un numero con l'aggiunta della scritta "a.C" (che significa appunto "avanti Cristo"), mentre quelli successivi hanno solo l'indicazione del numero. Non sapremo probabilmente mai quando gli uomini cominciarono per la prima volta a cantare e a danzare o a raccontare e a rappresentare avvenimenti che li avevano commossi; i primi uomini che lo fecero, infatti, morirono molto prima che iniziasse la storia scritta. Sappiamo tuttavia per certo che gli uomini cantavano e danzavano già almeno 15.000 anni fa: lo sappiamo perché pitture rupestri all'incirca di quel periodo raffigurano uomini che danzano e cantano.
Quando gli uomini cominciarono a dipingere e a incidere la pietra per rappresentare animali e uomini, lo scopo principale fu quasi certamente quello di fare della magia: essi credevano infatti, o almeno cosi riteniamo, che gli oggetti che creavano contenessero poteri occulti in grado di dominare gli eventi naturali. Secondo questa credenza, perciò, un cacciatore che disegnasse, per esempio, un cervo otteneva una specie di potere su un cervo vero.
Attorno a questi primi dipinti, disegni e graffiti si svilupparono probabilmente serie fisse di parole e di gesti che venivano ripetute in determinate occasioni, dando inizio cosi al rituale. Insieme, magia e rituale diedero all'uomo il primo impulso a quell'estremo perfezionamento dell'uso della voce, del corpo e della mano che chiamiamo "arte". Gli uomini preistorici non avevano probabilmente una parola equivalente ad "arte", ma graffiti e disegni erano semplicemente gli elementi principali della loro magia, sebbene qualcuno fra quegli uomini dovesse già ricavare un piacere artistico da ciò che stava facendo.
Verosimilmente, nelle primissime forme di questa arte-magia (forse addirittura 90.000 anni fa) c'era il tentativo di imprigionare per sempre delle ombre disegnando i loro profili sulla roccia.
Alcuni esperti ritengono che questi primi tentativi meccanici di disegno possano essere stati garanzie magiche che qualcosa della personalità del loro autore sarebbe sopravvissuta, un impulso che ancora si manifesta nel desiderio dell'uomo moderno di farsi immortalare nel ritratto fotografico o pittorico. In ogni modo, anche se non comprendiamo appieno i motivi che ispirarono quanto l'uomo primitivo ci ha lasciato, possiamo ricavarne piacere e interesse, e anche trarre qualche congettura sul perché della loro creazione.
Alcuni fra gli esempi più suggestivi ed emozionanti dell'arte dell'Età della Pietra si trovano nelle grotte della Francia meridionale e della Spagna settentrionale, nelle cui profondità mai raggiunte dalla luce del giorno, considerate luoghi magici o sacri, gli uomini dipinsero e scolpirono, alla luce vacillante delle torce e penetrati da sacro timore, le raffigurazioni fedeli di bisonti, di cervi e di altri animali. Le bestie devono essere state dipinte per garantire il successo alla caccia, ma accanto a tali raffigurazioni appaiono segni e simboli misteriosi con significato, forse almeno in parte, di mezzi magici intesi ad assicurare alla tribù la nascita di bambini in numero sufficiente a permetterle di sopravvivere. Le pitture scoperte nella grotta dei Trois-Frères nel sud della Francia sembrano dimostrare che i rituali venivano eseguiti contemporaneamente alle pitture: ci sono raffigurazioni di uomini vestiti di pelli e con maschere di animali sul volto che sembrano danzare, cantare, e suonare una specie di strumento musicale; ciò suggerisce l'idea che i nostri antenati possedessero una cultura complessa e molte delle capacità che si svilupparono più tardi in arti distinte.

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