giovedì 6 dicembre 2007

LA RAFFIGURAZIONE DELL'ASTRATTO


RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
(liberamente tratto da testi vari)


LA RAFFIGURAZIONE DELL'ASTRATTO
Quello dell'astrazione e' un momento dell'uomo, anzi il momento apice del suo processo raziocinante in cui dall'analisi del particolare egli accede alla sintesi universale superando con un balzo d'intuizione ogni effetto spazio-temporale.
In effetti gli informali intendono sorreggere la loro produzione dicendo che pittura e scultura debbono rinunciare totalmente ai contenuti illustrativi per raggiungere la massima purezza o essenza o interiorita' metafisica.
Fra gli espressionisti tedeschi del movimento Blaue Reiter (Cavaliere Azzurro), nato a Monaco nel 1911, Kandinskij assurse a teorico dell'Astrattismo e poi dell’informale in genere con un libro intitolato "Dello spirituale nell'arte". In esso afferma la necessita' di adottare i mezzi della pittura per esprimere direttamente il mondo interiore nelle sue realta' piu' profonde.
L'Espressionismo di Kandinskij intendeva superare al contempo Impressionismo e Postimpressionismo, Cubismo e Futurismo e ogni altra esperienza dell'epoca ponendosi come sintesi astratta, affine alla musica, capace di giungere immediatamente alle fonti piu' segrete dell'emozione e della spiritualita' (linea, colore, massa, posti in rapporto dialettico tra loro in modo analogo al ritmo, al contrappunto e al timbro del discorso musicale). Kandinskij, seguito poi da Paul Klee, e' convinto che certi colori, o certe forme, possano costituire un codice capace di comunicare con immediatezza delle sensazioni quasi oggettive. A riprova di queste teorie compone una sua "musica visiva" calibrando, secondo il suo proprio sentire, un insieme complesso di emozioni, sensazioni, sapori e suggestioni simboliche.

Ora, quasi non bastasse quanto detto sin dall'inizio, possiamo confrontare le tesi con cui Kandinskij e altri informali tentano di dare fondamento teoretico alla negazione dell'unita' psicofisica della persona umana, con le dottrine che invece ne sostengono l'indivisibile osmosi. Cercheremo cosi' di chiarire gli "storici equivoci" su cui si basano molti percorsi contemporanei delle figurazioni e delle audizioni.
  VERA E PRESUNTA METAFISICA

Dunque considerando gli infiniti contenuti della Rivelazione, possiamo ricavare, in armonia con essi, anche il principio estetico in base al quale nulla puo' rivelare l'essenza interiore della creatura umana piu' del suo corpo considerato nei tratti fisionomici e nella sua sostanza materica. Prescindere dall'umano per rendere esplicita l'interiorita' significa deviare dall'unica realta' che puo' esprimerla soddisfando pienamente l'intelletto e i sentimenti di chi la recepisce.
" La natura dell'essere umano puo' precisarsi solo in riferimento alla persona umana nella sua totalita' unificata, cioe' ANIMA CHE SI ESPRIME NEL CORPO E CORPO INFORMATO DA UNO SPIRITO IMMORTALE".
Il riferimento alla natura in questi termini consente di affermare che ogni pretesa di raffigurare i contenuti dello spirito umano con aggregazioni informali, nel momento in cui e' deviato dalla realta' di natura, lo e' anche dalla ragione e dalla logica del vivere.
D'altro canto loro stessi, i teorici dell'informale, nell'intento di darne giustificazione, riesumano le teorie del negativo; e il Dadaismo, la piu' radicale delle emanazioni della non-forma, qualifica se stesso, per bocca dei medesimi fondatori, come negazione di tutto cio' che e' significante, l'"anti" per antonomasia: anti arte, anti logica, anti morale, e poi anti famiglia, patria, religione, insomma anti tutto.
Facile, troppo facile qualificarsi al negativo. E' come definire l'uomo con le infinite proposizioni su cio' che egli non e', senza mai costruire la sua identita' (il che e' difficile). Proviamo a girare la medaglia dell'informale e ricaviamo positivamente il suo modo negativo di presentarsi, verranno fuori gli aspetti ripugnanti del diabolico, cioe' stoltezza, menzogna, alterigia ignavia, pazzia, abulia' degrado, anarchia libertaria, violenza, sessomania, megalomania, abortismo, terrorismo, profanazione di ogni nobilta' della natura...
Riguardo poi alla critica enfatico-apologetica dei moti informali dadaisti definiti come pensiero puro, grafica ideologica, arte mentale, rivoluzione culturale..., per dare un'idea plastica di quanto sia assurda, immaginiamo il contegno di chi, ricevendo una salivazione in pieno volto, si mettesse a indagare su eventuali parametri culturali dell'evento. E' pazzesco, pur tuttavia un tale atteggiamento alligna in quell'ambito della produzione dell'assurdo che e' l'informale.
Vediamo qualche altro concetto che puo' confermare il primato della figura umana proprio nella raffigurazione astratta:
Se il corpo umano manifesta l'anima (allo stesso modo per cui, direbbe Aristotele, il cavallo e' espressione del concetto astratto di cavallinita'), non v'è dubbio che esso, il corpo, sia all'anima congenito e congeniale, ovvero che la sua configurazione e struttura anatomica sia espressione visibile dell'anima invisibile, o, se si preferisce, sia la ragione estrinseca dell'intrinsecita' dell'anima e in definitiva l'esteriorita' di una corrispondente interiorita', se dunque e' vero questo, allora tutti i contenuti di essa -i quali in modo eminente interessano l'arte - e cioe' amore, sentimenti, stati d'animo, idee, raziocinio, intuizioni... trovano nel corpo il mezzo eloquente per eccellenza onde potersi esternare. Ogni altro tentativo di esprimere quei contenuti per mezzo di altre figurazioni e' riduttivo, o parziale o improprio o addirittura falso.
Da quanto detto si evince senz'ombra di dubbio che UNICO MODO PER DAR FORMA ALL'ASTRATTO E' DARE ALL'UMANO IMPRONTA DI ASTRAZIONE. I grandi d'ogni arte, elevando le loro opere a contenuti universali, hanno raggiunto l'astrazione. Proprio loro sono i maggiori astrattisti d'ogni tempo, Piero della Francesca, gli iconografi orientali, Bach, Brahms, Leopardi, , Talete, Masaccio, Cezanne, S , Beethoven, Ungaretti, Montale, Shapeskeare, Manzoni, Platone, Socrate, Pirandello, Mantegna, Wrigte, Brunelleschi, Paolo Uccello, Leonardo, Einstein...
Ora vien fatto di chiederci se alle opere di pittori e scultori moderni e contemporanei si debbano negare contenuti d'arte per aver essi scelto di esprimere la tensione astrattiva nell'informale negandola implicitamente alla figura umana.
In effetti vi sono imbrattatele, scalpellatori e inventori di suoni con relativi prestigiatori della critica, definibili come "spacciatori d'illusioni" perche' sia l'informale nella pittura e scultura che il rumorismo in musica si prestano alla truffa molto piu' del figurativo e dell'armonico.
Ma occorre distinguere: personaggi come Picasso, Braque e i maggiori cubisti, altri come Klimt, Kandinskij, Klee, Vedova, Afro, Capogrossi, Miro', e come Boccioni, Balla e i maggiori futuristi, dimostrano di poter fare dell'arte. Le loro opere hanno forte potenzialita' poetica e rivelano la volonta' degli autori di giungere alle sfumature del sentimento. Quelle tele riempite di "non forme" lasciano trapelare un'energia che potrebbe scrutare i momenti remoti dell'anima per tradurli in palpiti cromatici e in fascinosi codici lineari.
Questo ed altro dice la poetica degli informali onesti, ma la negazione pregiudiziale della figura umana vanifica la loro ricerca impedendole di spaziare nella grande poesia e costringendola ai termini angusti della potenzialita'. Le loro opere argomentano effetti di un decorativismo raffinato, propongono spazi attraenti, sono piene di spunti artistici, ma tronche, come ispirazioni abbandonate alle soglie della poesia, come temi sonori frustrati all'atto di svolgersi in discorso musicale.
Spesso la fase esecutiva di questa sciupata astrazione, trova compimento in elaborazioni tecniche attuate con zelo artigianale e dovizia di sostanze chimico-fisiche: è una sorta di alchimia che serve a compensare con preziosismi e spessori cromatici, con eccentrici materiali pittorici e scultorei (resine e plastiche incluse) la frantumazione del messaggio poetico. L'analisi di queste opere impegna i sentimenti e l'intelletto in modo molto relativo perche' l'osservatore recepisce pochi elementi che vadano oltre il dato sensoriale; il risultato della sua indagine supera appena gli strati dell'emotivita', e di fatto l'attenzione critica si dissolve nella ridda di ipotesi scatenate dalla imponderabilita' delle raffigurazioni e dall'astrusita' dei titoli, senza mai approdare alla organica riflessione.
Se strappassimo un testo della Divina Commedia, avremmo disarticolati frammenti dai quali potrebbe dedursi una capacita' di alta poesia, ma nulla piu' di questo.
Gli informali, nel momento stesso in cui affermano i loro astrattismi negano alla forma umana la prerogativa di esprimerli; come se l'anima, in correlazione con il corpo che la traduce fisicamente, avesse esaurito ogni possibilita' di essere attuale e non potesse piu' rendere eloquenti i contenuti della sua inesauribile vitalita'.
In realta' l'unica astrazione possibile all'uomo, e pienamente rispondente al significato di questo termine, e' la pura contemplazione che ha luogo nella meditazione dei mistici (alla quale per altro giunge anche la riflessione di artisti e scienziati nel momento contemplativo o dell’ispirazione, quando la tensione di ricerca approda alla comunione con l'universale e l'ideazione folgora l'intelletto).
Adottare una tecnica di valore strumentale per la trasposizione del pensiero astratto-contemplativo in un linguaggio convenzionale fatto di segni, suoni, colori o parole, significa far precipitare l'astrazione nella sfera del sensibile negandole percio' stesso il valore di astrazione.
Socrate aveva compreso la relazione dialettica fra il particolare e l'universale, e per caratterizzare la sua speculazione a quel livello la comunicava nella tecnica viva del dialogo, unica a rispettare le dimensioni astrattive perche' calzante con i ritmi del pensiero e capace di esprimerlo nella simultaneita' (sebbene rispetto alla contemplazione silenziosa, l'articolarsi della parola verifichi una certa sminuizione dell'astratto).
Allora chiamare astratto o metafisico un prodotto eseguito con marmo, bronzo, colore, o con strumenti musicali, e' fatale che dia luogo ad equivoci.

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