martedì 11 dicembre 2007

CHIARISMO

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Definizione formulata da Leonardo Borgese nel 1935, codificata da Guido Piovene nel 1939, riferita alla pittura di un gruppo di artisti operanti a Milano dagli ultimi anni Venti: ad Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni, Adriano Spilimbergo si accostarono in seguito Cristoforo De Amicis e altri rappresentanti lombardi mentre in parallelo pittori come Luigi Arrigoni conducevano ricerche con analogia di intenti. In una Milano fervida di artisti e intelligenze ivi confluite da tutta Italia Edoardo Persico, architetto e critico militante dalle idee anticonservatrici, e Giulia Veronesi elaboravano le linee della nuova architettura e della nuova pittura in opposizione al neoclassicismo novecentesco e ufficiale. Persico promuove i rapporti tra architettura razionale e una decorazione pittorica che fa assorbire dal colore i volumi. In parallelo all´aggancio con l´espressionismo da parte di artisti come Renato Birolli e Aligi Sassu, i pittori chiaristi mirano alla riconquista di una scioltezza di tratto vagamente postimpressionista e di cromìe libere dalle terre della tavolozza sironiana. Eliminato il chiaroscuro accademico, veniva recuperata, con il lavoro all´aperto, una tipica trasparenza e leggerezza della tavolozza, in un anelito di riscoperta dei valori luministici propri all´arte dei primitivi lombardi. Il Chiarismo ritrovava e rinnovava la pittura di paesaggio e di fiori; rendeva il ritratto immediato sottraendolo a forzature simboliche; proponeva spontaneità in composizioni soltanto apparentemente schematiche ma invero aggiornate sulla lezione delle avanguardie. Ai loro esordi i Chiaristi esposero alla galleria Bardi, quindi alla Galleria del Milione di Virginio Ghiringhelli, subentrata negli spazi di Bardi e all´Annunciata lungo gli anni ´40.
Il Chiarismo lombardo si pose in consonanza con l´orientamento della Scuola di Burano nata dalla limpida lezione di Pio Semeghini e, insieme al gruppo dei Sei di Torino e alla Scuola Romana, testimoniò la volontà di rinnovamento della ricerca degli anni Trenta.

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