mercoledì 5 dicembre 2007

La xilografia

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

La xilografia è una incisione in rilievo. La matrice è una tavola in legno. Il legno è detto di "filo" se la tavola è tagliata longitudinalmente rispetto al tronco oppure di "testa" se tagliata trasversalmente.

La prima, più morbida, è meno precisa ai segni mentre le matrici di legno di testa, fabbricate unendo insieme diversi tasselli selezionati, compatte e prive di venature, possono essere incise con linee molto sottili e ravvicinate producendo quindi disegni assai ricchi e dettagliati.
Il disegno sulla tavola è realizzato in rilievo. Le parti scavate con un particolare strumento detto sgorbia risulteranno alla stampa bianche mentre quelle in rilievo risulteranno nere.

Le prime stampe su carta ricavate da matrici in legno incise sono state realizzate in Cina ; risalgono al VIII secolo della nostra era. In Europa, sulla base di alcuni documenti si deduce che la produzione delle prime silografie (semplici figure di santi e carte da gioco) debba risalire alla fine del XIV secolo o agli inizi del XV secolo. Queste antiche stampe votive erano immagini essenzialmente lineari, spesso abbellite dalla coloritura a mano.
Nacque all’inizio del Quattrocento in Germania, nei Paesi Bassi e in Francia, per la produzione di libri illustrati (vedi Libro xilografico) e immagini devozionali, e raggiunse gli esiti più alti nel secolo successivo, con Albrecht Dürer, Lucas Cranach, Hans Holbein e altri maestri tedeschi della prima metà del Cinquecento. In seguito decadde e fu utilizzata solo per stampe e incisioni popolari; ma venne ripresa nell’Ottocento – allorché Thomas Bewick introdusse l’intaglio su legno di punta – da artisti come Aubrey Beardsley, Paul Gauguin, Edvard Munch e poi gli espressionisti del gruppo Die Brücke.
In Giappone la xilografia, praticata già nell’VIII secolo, conobbe grandi fortune dal XVI secolo: il suo vertice artistico coincide con l’attività della scuola Ukiyo-e (“mondo fluttuante”) e con l’opera di Utamaro, Hiroshige, Hokusai.



L'invenzione della stampa a caratteri mobili, che applicava ai segni alfabetici il principio della stampa in rilievo , e il conseguente sviluppo dell'editoria hanno rappresentato un campo di utilizzo e applicazione privilegiato per la silografia : negli ultimi decenni del XV secolo si è consolidata la produzione di libri illustrati con silografie, soprattutto in Germania e Italia.

Si tratta sempre, anche per le immagini più raffinate, di opere di artisti anonimi o identificati solo in via ipotetica, fino all'emergere della personalità di A. Dürer, che, nel giro di pochi anni, complici anche le innovazioni tecniche in materia di torchi da stampa e inchiostri, maturate con gli inizi della tipografia, ha sviluppato enormemente il linguaggio della silografia, aggiornando le possibilità di rappresentazione della tecnica ai nuovi dettami dell'arte rinascimentale, ideando composizioni di grande respiro e complessità.
Un nuovo momento di grande innovazione si è avuto alla fine del Settecento, con l'affermarsi della nuova tecnica di incisione su legno di testa, che ha implicato un mutamento radicale di linguaggio incisorio, ed ancora alla fine del secolo scorso con le incisioni su legno di P. Gauguin, iniziatrici della silografia moderna.

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