martedì 4 dicembre 2007

La rivoluzione della stampa

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

È a Magonza, nella seconda metà del Quattrocento, che nell'officina di Johann Gensfleisch zum Gutenberg nasce la stampa a caratteri mobili, vera e propria rivoluzione che segna il passaggio dal libro manoscritto all'arte dell'editoria. Orafo, nonché esperto conoscitore delle tecniche del conio e della fusione dei metalli, egli fonda, assieme al socio finanziatore Johann Fust, un'impresa tipografica che nel 1455 porta all'edizione della celebre Bibbia chiamata "di 42 linee", stampata in 1282 pagine in folio, su due colonne di 42 righe, considerata il primo libro a stampa.
Le prime produzioni tipografiche si caratterizzano per un esiguo numero di copie, generalmente non superiore a 4 o 5, e per una impaginazione non dissimile a quella del libro manoscritto. I primi libri a stampa non avevano titolo, proprio come i loro predecessori, e venivano designati con le prime parole del testo in essi contenuto.
La diffusione della tecnica di impressione si diffonde rapidamente in tutta Europa, e nasce così un mercato nuovo, che determina presto un profondo mutamento culturale oltre che economico e professionale. La possibilità di moltiplicare all'infinito il numero di copie di un'opera accresce notevolmente la stessa produzione delle opere, e ne favorisce la diversificazione per genere. Nascono così nuovi tipi di libri, come i cataloghi, gli indici, i lessici e i dizionari. La maggior parte della produzione comprendeva testi religiosi, ma anche classici greci o latini, grammatiche e libri scolastici. In Italia la stampa si diffonde innanzitutto in località come Venezia, Foligno, Napoli e Milano, seguite da Firenze e Bologna. Al nostro paese spetta il primato della stampa greca, ebraica, etiopica, armena e araba .

Mediazione e diffusione culturale
Al forte entusiasmo iniziale, anche da parte della Chiesa, per questo fenomenale strumento di diffusione culturale, si sostituisce presto un senso di preoccupazione per l'impossibilità di controllarne le direttive. Già alla fine del 1470 si giunge così alle prime sanzioni censorie. Nel 1557 si arriva, con il papa Paolo IV, addirittura alla stesura di un elenco ufficiale di libri proibiti: l'Index librorum prohibitorum, che rimane in vigore fino al 1966!
dal Cinquecento, secolo che vede nascere in tutta Europa prestigiose case editrici, appare evidente che il ruolo dell'editore non investe soltanto il momento della pubblicazione di un'opera, ma anche quella della sua stessa produzione. Dovendo infatti selezionare i testi da immettere nel proprio mercato, l'editore è stato da sempre implicato nei processi di formazione della cultura di un intero popolo. È proprio ciò che significano le parole di Eugenio Garin: "Non si fa storia della cultura senza fare storia dell'editoria". Questo vale in particolare nel Seicento, dove si arriva a una diffusione ancora maggiore attraverso la produzione di libri di piccolo formato e di prezzo ridotto rispetto alle edizioni lussuose e costosissime dedicate all'élite.
Col passare del tempo l'editoria acquista sempre più consapevolezza del proprio ruolo economico e culturale, e perciò nasce l'esigenza di tutelare il proprio lavoro. Mentre si vanno definendo sistemi sempre più curati di grafica e impaginazione (nell'Ottocento nascono caratteri - oggi si direbbe fonts - tutt'ora famosi, come Baskerville, Didot e Bodoni) in Inghilterra, nel 1709, nasce il Copyright, primo strumento legale in difesa dei diritti d'autore e dei diritti dell'editore, e nel 1825, a Lipsia, si costituisce il Borsenverein, la prima associazione europea del libro.

Editoria elettronica
La diffusione dei sistemi informatici di massa, a partire dalla fine del Novecento, ha portato a una recente ridefinizione dell'intero sistema editoriale verso una editoria elettronica (archiviazione, elaborazione e trasmissione di dati su supporto informatico) e una editoria multimediale (elaborazione di contenuti dove sono riuniti testi, suoni e immagini elaborati indipendentemente). Il fatto che oggi in quasi ogni famiglia vi sia un computer permette lo sviluppo di prodotti diversificati rispetto al passato, con una offerta editoriale arricchita di video-cassette, CD-Rom, audiolibri, ecc. Il mercato in questo campo si sta ampliando anche in vista della produzione di opere inedite direttamente in formato elettronico; non si producono, quindi, più solo opere che consistono in una mera trascrizione elettronica di testi cartacei già esistenti.
L'immissione del sistema Internet ha creato, negli ultimissimi anni, un ulteriore sviluppo nel settore. In Italia sono ormai più di un milione e mezzo le famiglie con un accesso alla rete in casa, e questo sta portando a una ridefinizione dello stesso prodotto multimediale, talvolta realizzato anche per avere una diffusione on line. Il mercato di vendite cambia forma, e si dispone a interagire con il cliente, utente Internet, direttamente da casa. Amazon.com è il primo e più complesso caso di libreria on line, che registra circa 180 mila clienti in oltre 100 paesi, e anche se in Italia casi del genere sono ben lontani, anche da noi, lentamente, il mercato dell'editoria elettronica si sta ampliando.
Alle nuove possibilità aperte dalla tecnologia si accompagnano tuttavia questioni relative alla necessità di rivedere, da un lato, le figure professionali che tradizionalmente operano nel campo dell'editoria, inserendo nuove figure capaci di interpretare ed elaborare nuovi contenuti in nuove forme di trasmissione, e dall'altro l'intera legislazione relativa ai problemi di vendita e di copyright.

(liberamente tratto da testi vari)

Nessun commento: