IL NEOPLATONISMO
RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
(liberamente tratto da testi vari)
Come per la Scolastica, agli inizi dell'Umanesimo, troviamo anche un ritorno al NEOPLATONISMO: sorto nel II sec. si estese fino al VII sec.
Rifiorito nell'epoca umanistica, la riscoperta del platonismo (neoplatonismo) è uno dei fenomeni abbastanza rilevanti dell’umanesimo. Esso prima trova le premesse nell’opera del Petrarca che, tramite lo studio di Agostino, indicava nel pensiero di Platone la filosofia più affine al cristianesimo, poi tale corrente influenzò la cultura nel suo complesso, l’arte figurativa, la musica e la letteratura. Il platonismo umanistico fu anzitutto filologico: l’Europa, tramite la collaborazione dei maestri bizantini, cominciò a rileggere Platone nella ricchezza della sua opera complessiva.
Fondamentali a questo fine furono poi le traduzioni e il commento dell’intero corpus platonico realizzati da MARSILIO FICINO (1433-1499). Proprio esaminando questo autore si possono capire a pieno i caratteri del neoplatonismo, che deve considerarsi il punto culminante di una vicenda che ha attraversato l’antichità e il Medioevo per offrire i suoi ultimi frutti all’età moderna.
È molto significativo ricordare che Ficino non si limitò a tradurre i dialoghi di Platone, ma anche le opere di Plotino e di molti altri esponenti della tradizione neoplatonica (oltre che gli inni attribuiti a Orfeo e a Omero; la Teagonia di Esiodo; le Argonautiche; i Dialoghi di Platone). Secondo Ficino il verbo (rivelazione) si è dapprima manifestato presso i persiani, gli Egizi, gli Ebrei e poi presso i greci ha inspirato il divino Platone e da lui si è trasferito al cristianesimo e ad Agostino.
Cosicché Marsilio inizia a credere, come molti intellettuali dell’epoca, che platonismo e cristianesimo sono due facce di una stessa vicenda spirituale, che ha come scopo la lotta al Materialismo e all’Ateismo.
Strumento ideale di questo cammino è l’eros; l’amore platonico. Tramite esso l’uomo comunica con la forza amorosa che circola nell’universo, così da identificarsi nell’amore di Dio.
Non è dunque Ficino un personaggio secondario, ma uno dei principali esponenti dell'Umanesimo, che però con Teologia Platonica, volle ad ogni costo conciliare la filosofia classica e la religione cristiana in una concezione armonica dell'universo in cui l'uomo è al centro e nello stesso tempo mediatore tra la molteplicità degli esseri e l'unità divina.
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Ora ritorniamo all'Umanesimo. Il nome deriva da studia humanitatis, parole usate da Cicerone per definire gli studi che tendono alla formazione culturale e spirituale dell'uomo. Il termine -anche se di recente acquisizione storiografica- fu ripreso ai primi del Quattrocento da LEONARDO BRUNI, e anche lui lo usò per indicare lo studio dell'uomo in una prospettiva antroprocentrica (opposta alla tradizione medievale), in cui lo studio degli autori classici è la base per elaborare una morale e una pedagogia laiche.
Il movimento culturale nato in Italia si diffuse nell'Europa centrale ed occidentale, manifestandosi come una generale reazione alla mentalità mistica e teologale del medioevo, e come un vivo interesse al mondo umano, della natura e della storia.
Dal punto di vista letterario, l'azione degli Umanisti dapprima si limita alla scoperta dei codici o testi classici, poi diviene critica, sia nella correzione, sia nel giudizio estetico dei testi classici, infine artistica, in quanto gli umanisti si dedicano a comporre in prosa e in poesia latina, imitando gli autori antichi.
E' dunque caratterizzato questo movimento culturale da una vigorosa ripresa dello studio (questa fu la principale caratteristica) dei classici latini e greci, tramite l’utilizzo di una filologia scientifica. La ricostruzione dei libri antichi, in particolare di quelli sacri, veniva in principio fatta semplicemente per penetrare più a fondo una cultura passata, e solo in seguito gli intellettuali utilizzarono la filologia (*) per estrapolare dai testi quei principii utili a riformare la società a loro contemporanea; ed è anche il punto di partenza del successivo periodo del Rinascimento.
( (*) FILOLOGIA: "( dal greco philologia = amore del discorso ) designa il complesso di procedimenti tecnici e interpretativi che mirano a liberare il testo dalle incrostazioni e dagli errori accumulati nei secoli (soprattutto a causa di sviste dei copisti, ma anche di censure o di manipolazioni consapevoli), per riportarlo alla sua forma originaria".)
Durante l'Umanesimo fioriscono le Accademie, si aprono Biblioteche, prospera l'arte editoriale (di recente acquisizione) e si rinnovano i metodi d'insegnamento.
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