martedì 18 dicembre 2007

IL SOSTANZIALISMO

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
  (liberamente tratto da testi vari)

Il Sostanzialismo propone di portare nell'opera d'arte tutto ciò che il vedere dà come nozione ed esperienza come pretesto da elaborare nella fantasia per poi tradurlo in linee, forme, colori.
Il Sostanzialismo di tutto si serve e tutto assorbe: natura, storia, gusto, moda, scienza, filosofia per immedesimarsi con l'innata tendenza umana al conoscere: le grottesche ed eroiche "rinunce" di tutti i movimenti postimpressionisti, se a suo tempo furono necessarie, oggi risultano inutili. E' noto come ogni spunto d'immagine sia stata abolita dal quadro per un'acuta aspirazione alla "pittura pura": si finì col togliere perfino i colori, sostituendoli con altri ingredienti, da disciplinare di volta in volta, a seconda della loro natura, il che aprì definitivamente la via all'irrazionale e al caos.
Il Sostanzialismo di tutto si serve e tutto assorbe: natura, storia, gusto, moda, scienza, filosofia per immedesimarsi con l'innata tendenza umana al conoscere: le grottesche ed eroiche "rinunce" di tutti i movimenti postimpressionisti, se a suo tempo furono necessarie, oggi risultano inutili. E' noto come ogni spunto d'immagine sia stata abolita dal quadro per un'acuta aspirazione alla "pittura pura": si finì col togliere erfino i colori, sostituendoli con altri ingredienti, da disciplinare di volta in volta, a seconda della loro natura, il che aprì definitivamente la via all'irrazionale e al caos.
Bisogna ricominciare il discorso, sostituendo al contenuto ideale, spesso astruso e incomunicabile, un contenuto reale, attraverso elementi formali non soltanto allusivi , ma concreti e validi per se stessi.
La percezione visiva, non più considerata soltanto in funzione dell'atteggiamento mentale di fronte ai dati della visione, sarà anche favorita da nuovi veicoli d'espressione, aggiunti ai soliti elementi formali, che sono propri dell'oggetto, esistono all'interno di esso e sono mascherati dalla normale apparenza oggettiva:
Se per Wolfflin le forme sono vuote possibilità, vuoti recipienti, nei quali si possono versare i più diversi contenuti espressivi, nel Sostanzialismo le forme rappresentano la somma degli elementi espressivi, tratti dall'esterno e dall'interno dell'oggetto, rivelato dall'arte nelle sue intime strutture, nelle sue funzioni e nel suo uso. Questa apertura dell'oggetto non vuol essere una violazione, ispirata dalla anarchia intellettuale, come avvenne nel caso dei Cubisti, è un'esigenza ineluttabile di maggiore e più penetrante forza d'intuizione: l'Arte moderna oggi può disporne.
Il nostro spirito di ricerca possiede oggi tutti gli elementi e la carica necessaria per afferrare "il potenziale dinamico dell'oggetto", perché diventi fattore integrante della percezione visiva.. Oggi sappiamo che l'inerzia di un oggetto è soltanto apparente: il suo sostanziale divenire nel tempo e nello spazio, la sua organizzazione e la sua funzionalità ci sono noti o intuibili.
Nasce così una realtà più complessa ma più completa di quella ordinaria: al dato sensibile si aggiunge l'intuizione dell'oggetto nella sua totalità, facendo ricorso anche ad una realtà allegorica, dilatata in uno spazio partecipe e mutevole, in c ui l'emozione dell'artista agisce per affermare valori apparentemente imponderabili, che sono tuttavia presenti nella nostra memoria e nella nostra immediata sensibilità e che si fondono e traducono in un tutto nuovo risultante del nostro complesso sentire, una sostanza estrinsecabile con tanta maggiore validità, quanto più alta sarà la vibrazione del nostro pensiero e della nostra sensibilità.
E' possibile così che il pittore e con lui l'osservatore della sua opera siano non più limitati nel loro isolamento umano ma si sentano coinvolti ed partecipi di una conoscenza e quindi di una rappresentazione della realtà più amplificante e trascendente.
"Intrinsecità di rappresentazione e funzione, unità dell'oggetto contemplato e dell'oggetto incontrato. La forma, nascendo dalla funzione, la assorbe in sé e la rappresenta nella presenza dell'oggetto, la cui esteticità non respinge la funzione e nemmeno la cela, ma nell'esibire la funzione riconverge in lei una qualità, quella dell'oggetto contemplabile, la cui funzione, abbandonata a se stessa nell'estrinsecazione della forma, procrastinerebbe senza fine l'avvento," (R: Assunto, L'integrazione estetica, Milano, 1959). Questo nuovo modo d'espressione non necessariamente legato ad una tecnica, ma libero nel suo fare consentirà all'Arte di riavere il suo ruolo nel vasto mondo della cultura e della ricerca del senso delle nostre quotidiane avventure.
Dopo l'immane catastrofe dell'ultima guerra mondiale l'Arte aveva tagliato di colpo tutti i ponti con la realtà, rifugiandosi nel rarefatto mondo delle idee, ma non si può rimanere a lungo sospesi nel vuoto. L' Astrattismo, punto culminante della crisi, è una premessa, un passaggio obbligato per giungere ad una manifestazione d'arte più completa e comlpessa.
Accennerò qui ai tentativi intorno ad una pittura astrattomusicale adombrata da Kandinsky, tenendo conto dell'espressione auditiva fdei colpi di tamburo che ci dà il rosso vermiglione e dei toni profondi di blu che si vedono nelle note dell'organo: Le condizioni politiche e sociali e quindi quelle spirituali del tempo non furono propizie all'avvento del neoplasticismo di Mondrian che profeticamente scriveva nel 1926: "Par sa nature universelle, la nouvelle plastique se manifestera comme peinture, sculpture, architecture, musique (quand les moyens d'expression en saront trouver) et créera, dans l'avenir, une societé plus equilibrée, où la matière et l'esprit seront en equivalence". (da: Cahier d'Arte, Paris, 1926).
L'Arte oggi può e deve abbandonare ogni titubanza, ogni rinuncia e riprendere la sua funzione anticipatrice, specialmente in questo tempo, in cui l'umanità si isola o almeno tende a ritrarsi, atterrita di fronte alle possibilità distruttive offertegli dalle sue stesse realizzazioni, anche se molti affermano che l'arte è precipitata nell'improvvisa voragine spalancatasi nell'atollo di Bikini e poi ad Hiroshima e Nagasaki.
L'uomo deve, invece, guardare all'oggi ed al futuro, riappropriandosi di tutti i valori e qualità che fanno di lui il centro responsabile di ogni sua azione o decisione nei confronti dell'universo che lo circonda.
Per quanto riguarda l'Arte, occorre un nuovo atteggiamento dell'Artista, che è soprattutto impegno morale, per superare l'approccio percettivo esteriore, cioè compiuto intorno all'oggetto, di cui si è occupata finora l'estetica tradizionale. E' una grande impresa!
Il Sostanzialismo non offre, quindi, postulati tecnici di uso immediato o una ricetta per la determinazione di una nuova realtà pittorica; va inteso per ora, nella sua prima manifestazione, soprattutto come una presa di posizione contro la degenerazione dell'Astrattismo e della "peinture informe", contro quell'elaborazione unilaterale del sentimento estetico, che si preoccupava essenzialmente di reazioni soggettive e lasciava ultimamente non partecipe la natura esteriore ed il mondo oggettivo.
Occorre, tuttavia, riconoscere ai Cubisti il merito di avere per primi superato questo modo egoistico di "autofruizione": spezzando l'oggetto, violando l'ordine dell'apparenza ed armonia formale, essi hanno segnato una tappa decisiva nella storia dell'Arte.
Questa visione del mondo nella sua interezza e complessità diventerà sempre più amplificata in avvenire, quando l'uomo, arricchendo sempre più il suo spirito, integrerà spontaneamente l'Arte con la Scienza.
Arte sapiente, dunque, in opposizione all'Astrattismo, all'Art Brut, alla "peinture naive": il Sostanzialismo propone all'artista un nuovo atteggiamento ed un nuovo impegno, che è soprattutto morale, ma anche culturale. Non si legherà, tuttavia, ad una tecnica scientifica; sarà, quindi, diversa dalla Scienza, in quanto questa com'è noto guardando la natura intravvede delle ipotesi, di cui cerca la verifica nei dati dell'esperienza, mentre l'Arte, guardando la natura, formula anch'essa delle ipotesi, ma non si preoccupa di giustificarle, essendo i suoi fini più vasti, trascendendo il pratico e l'utile.
L'Arte ha altre risorse, imponderabili e misteriose, connesse alle più vive e sublimi esigenze dello spirito che cerca la verità. In quest'ambito il Sostanzialismo propone, non tanto un nuovo modo di dipingere, quanto un nuovo modo di essere e di guardare la realtà nel suo divenire e nella sua essenza.
Posso fare un esempio: se io disegno, imitandole, una lampadina elettrica ed una lampada termoionica, risulteranno, dal punto di vista formale, due disegni identici, mentre gli oggetti considerati sono diversi, come diversa è la loro funzione. Con la proposta sostanzialista nel mio disegno cercherò di tradurre, oltre all'ordine formale proprio dell'oggetto, ciò che esso ha di assoluto, d'inconfondibile e che, estrinsecandosi, tenderà a distruggere l'ordine proprio della sua normale apparenza e rappresenterà una realtà, ion cui l'emozione dell'artista agisce come affermazione di valori apparentemente imponderabili, ma che sono anche nella memoria e nella sensibilità dell'osservatore e che gli permetteranno di fruire dell'opera d'arte con tanto maggiore validità, quanto più alta, acuta e coordinatrice sarà la vibrazione del pensiero e della sensibilità.

 
Il Sostanzialismo propone di portare nell'opera d'arte tutto ciò che il vedere dà come nozione ed esperienza come pretesto da elaborare nella fantasia per poi tradurlo in linee, forme, colori.
Il Sostanzialismo di tutto si serve e tutto assorbe: natura, storia, gusto, moda, scienza, filosofia per immedesimarsi con l'innata tendenza umana al conoscere: le grottesche ed eroiche "rinunce" di tutti i movimenti postimpressionisti, se a suo tempo furono necessarie, oggi risultano inutili. E' noto come ogni spunto d'immagine sia stata abolita dal quadro per un'acuta aspirazione alla "pittura pura": si finì col togliere perfino i colori, sostituendoli con altri ingredienti, da disciplinare di volta in volta, a seconda della loro natura, il che aprì definitivamente la via all'irrazionale e al caos.
Il Sostanzialismo di tutto si serve e tutto assorbe: natura, storia, gusto, moda, scienza, filosofia per immedesimarsi con l'innata tendenza umana al conoscere: le grottesche ed eroiche "rinunce" di tutti i movimenti postimpressionisti, se a suo tempo furono necessarie, oggi risultano inutili. E' noto come ogni spunto d'immagine sia stata abolita dal quadro per un'acuta aspirazione alla "pittura pura": si finì col togliere erfino i colori, sostituendoli con altri ingredienti, da disciplinare di volta in volta, a seconda della loro natura, il che aprì definitivamente la via all'irrazionale e al caos.
Bisogna ricominciare il discorso, sostituendo al contenuto ideale, spesso astruso e incomunicabile, un contenuto reale, attraverso elementi formali non soltanto allusivi , ma concreti e validi per se stessi.
La percezione visiva, non più considerata soltanto in funzione dell'atteggiamento mentale di fronte ai dati della visione, sarà anche favorita da nuovi veicoli d'espressione, aggiunti ai soliti elementi formali, che sono propri dell'oggetto, esistono all'interno di esso e sono mascherati dalla normale apparenza oggettiva:
Se per Wolfflin le forme sono vuote possibilità, vuoti recipienti, nei quali si possono versare i più diversi contenuti espressivi, nel Sostanzialismo le forme rappresentano la somma degli elementi espressivi, tratti dall'esterno e dall'interno dell'oggetto, rivelato dall'arte nelle sue intime strutture, nelle sue funzioni e nel suo uso. Questa apertura dell'oggetto non vuol essere una violazione, ispirata dalla anarchia intellettuale, come avvenne nel caso dei Cubisti, è un'esigenza ineluttabile di maggiore e più penetrante forza d'intuizione: l'Arte moderna oggi può disporne.
Il nostro spirito di ricerca possiede oggi tutti gli elementi e la carica necessaria per afferrare "il potenziale dinamico dell'oggetto", perché diventi fattore integrante della percezione visiva.. Oggi sappiamo che l'inerzia di un oggetto è soltanto apparente: il suo sostanziale divenire nel tempo e nello spazio, la sua organizzazione e la sua funzionalità ci sono noti o intuibili.
Nasce così una realtà più complessa ma più completa di quella ordinaria: al dato sensibile si aggiunge l'intuizione dell'oggetto nella sua totalità, facendo ricorso anche ad una realtà allegorica, dilatata in uno spazio partecipe e mutevole, in c ui l'emozione dell'artista agisce per affermare valori apparentemente imponderabili, che sono tuttavia presenti nella nostra memoria e nella nostra immediata sensibilità e che si fondono e traducono in un tutto nuovo risultante del nostro complesso sentire, una sostanza estrinsecabile con tanta maggiore validità, quanto più alta sarà la vibrazione del nostro pensiero e della nostra sensibilità.
E' possibile così che il pittore e con lui l'osservatore della sua opera siano non più limitati nel loro isolamento umano ma si sentano coinvolti ed partecipi di una conoscenza e quindi di una rappresentazione della realtà più amplificante e trascendente.
"Intrinsecità di rappresentazione e funzione, unità dell'oggetto contemplato e dell'oggetto incontrato. La forma, nascendo dalla funzione, la assorbe in sé e la rappresenta nella presenza dell'oggetto, la cui esteticità non respinge la funzione e nemmeno la cela, ma nell'esibire la funzione riconverge in lei una qualità, quella dell'oggetto contemplabile, la cui funzione, abbandonata a se stessa nell'estrinsecazione della forma, procrastinerebbe senza fine l'avvento," (R: Assunto, L'integrazione estetica, Milano, 1959). Questo nuovo modo d'espressione non necessariamente legato ad una tecnica, ma libero nel suo fare consentirà all'Arte di riavere il suo ruolo nel vasto mondo della cultura e della ricerca del senso delle nostre quotidiane avventure.
Dopo l'immane catastrofe dell'ultima guerra mondiale l'Arte aveva tagliato di colpo tutti i ponti con la realtà, rifugiandosi nel rarefatto mondo delle idee, ma non si può rimanere a lungo sospesi nel vuoto. L' Astrattismo, punto culminante della crisi, è una premessa, un passaggio obbligato per giungere ad una manifestazione d'arte più completa e comlpessa.
Accennerò qui ai tentativi intorno ad una pittura astrattomusicale adombrata da Kandinsky, tenendo conto dell'espressione auditiva fdei colpi di tamburo che ci dà il rosso vermiglione e dei toni profondi di blu che si vedono nelle note dell'organo: Le condizioni politiche e sociali e quindi quelle spirituali del tempo non furono propizie all'avvento del neoplasticismo di Mondrian che profeticamente scriveva nel 1926: "Par sa nature universelle, la nouvelle plastique se manifestera comme peinture, sculpture, architecture, musique (quand les moyens d'expression en saront trouver) et créera, dans l'avenir, une societé plus equilibrée, où la matière et l'esprit seront en equivalence". (da: Cahier d'Arte, Paris, 1926).
L'Arte oggi può e deve abbandonare ogni titubanza, ogni rinuncia e riprendere la sua funzione anticipatrice, specialmente in questo tempo, in cui l'umanità si isola o almeno tende a ritrarsi, atterrita di fronte alle possibilità distruttive offertegli dalle sue stesse realizzazioni, anche se molti affermano che l'arte è precipitata nell'improvvisa voragine spalancatasi nell'atollo di Bikini e poi ad Hiroshima e Nagasaki.
L'uomo deve, invece, guardare all'oggi ed al futuro, riappropriandosi di tutti i valori e qualità che fanno di lui il centro responsabile di ogni sua azione o decisione nei confronti dell'universo che lo circonda.
Per quanto riguarda l'Arte, occorre un nuovo atteggiamento dell'Artista, che è soprattutto impegno morale, per superare l'approccio percettivo esteriore, cioè compiuto intorno all'oggetto, di cui si è occupata finora l'estetica tradizionale. E' una grande impresa!
Il Sostanzialismo non offre, quindi, postulati tecnici di uso immediato o una ricetta per la determinazione di una nuova realtà pittorica; va inteso per ora, nella sua prima manifestazione, soprattutto come una presa di posizione contro la degenerazione dell'Astrattismo e della "peinture informe", contro quell'elaborazione unilaterale del sentimento estetico, che si preoccupava essenzialmente di reazioni soggettive e lasciava ultimamente non partecipe la natura esteriore ed il mondo oggettivo.
Occorre, tuttavia, riconoscere ai Cubisti il merito di avere per primi superato questo modo egoistico di "autofruizione": spezzando l'oggetto, violando l'ordine dell'apparenza ed armonia formale, essi hanno segnato una tappa decisiva nella storia dell'Arte.
Questa visione del mondo nella sua interezza e complessità diventerà sempre più amplificata in avvenire, quando l'uomo, arricchendo sempre più il suo spirito, integrerà spontaneamente l'Arte con la Scienza.
Arte sapiente, dunque, in opposizione all'Astrattismo, all'Art Brut, alla "peinture naive": il Sostanzialismo propone all'artista un nuovo atteggiamento ed un nuovo impegno, che è soprattutto morale, ma anche culturale. Non si legherà, tuttavia, ad una tecnica scientifica; sarà, quindi, diversa dalla Scienza, in quanto questa com'è noto guardando la natura intravvede delle ipotesi, di cui cerca la verifica nei dati dell'esperienza, mentre l'Arte, guardando la natura, formula anch'essa delle ipotesi, ma non si preoccupa di giustificarle, essendo i suoi fini più vasti, trascendendo il pratico e l'utile.
L'Arte ha altre risorse, imponderabili e misteriose, connesse alle più vive e sublimi esigenze dello spirito che cerca la verità. In quest'ambito il Sostanzialismo propone, non tanto un nuovo modo di dipingere, quanto un nuovo modo di essere e di guardare la realtà nel suo divenire e nella sua essenza.
Posso fare un esempio: se io disegno, imitandole, una lampadina elettrica ed una lampada termoionica, risulteranno, dal punto di vista formale, due disegni identici, mentre gli oggetti considerati sono diversi, come diversa è la loro funzione. Con la proposta sostanzialista nel mio disegno cercherò di tradurre, oltre all'ordine formale proprio dell'oggetto, ciò che esso ha di assoluto, d'inconfondibile e che, estrinsecandosi, tenderà a distruggere l'ordine proprio della sua normale apparenza e rappresenterà una realtà, ion cui l'emozione dell'artista agisce come affermazione di valori apparentemente imponderabili, ma che sono anche nella memoria e nella sensibilità dell'osservatore e che gli permetteranno di fruire dell'opera d'arte con tanto maggiore validità, quanto più alta, acuta e coordinatrice sarà la vibrazione del pensiero e della sensibilità.

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