Maximilien (Max Ernst é nato a Brûl (Germania) il 2 Aprile 1891."
Dopo aver studiato filosofia, storia dell’arte e psichiatria a Bonn, inizia a disegnare scoprendo la sua vocazione verso l'arte.c.Nel 1913 con Sturm espone i primi quadri a Berlino, dove conosce Appolaiare. Nel 1914 Max Ernst, che si presenta con il nome di battaglia Dadamax, conosce Arp, con il quale comincia a lavorare, con loro due c'è anche Baargeld e tutti aderiscono al movimento del "Blaue Reiter" di Monaco e con il gruppo "Der Sturm" di Berlino.La scoperta di De Chirico, la conoscenza di Freud, della psicoanalisi e l'esperienza diretta fatta da studente negli ospedali psichiatrici, contribuiscono in varia misura alla definizione del suo particolare dadaismo che si esprime soprattutto nel collage.Nel 1920 Max con altri pittori realizza uno dei più scandalosi happenings mai realizzati dai dadaisti.Nel 1921 con i dadaisti organizzata una esposizione personale, ma la voluta negazione del piacere estetico del movimento dadaista mal si addice alla immaginazione lussureggiante di Max Ernst che già nel 1926 lascia il dadaismo e si appassiona al surrealismo dando al termine un'interpretazione estremamente personale, sperimentando continuamente nuove tecniche del disegno e della pittura. dando libero sfogo al suo profondo senso dell'irrazionale e del mistero.Nel 1929 viene pubblicato il primo dei suoi romanzi- collage "La Femme 100 têtes", seguito nel 1930 da "Reve d'une petite fille qui voulut entrer au Carmel", mentre nel 1934 è la volta di "Une semaine de bonté", ultimo dei suoi tre romanzi-collages.
Il montaggio dei collages era volutamente dissimulato, per regalare all'opera un'apparenza di unità, particolarmente evidente nella versione tipografica.Trasferitosi a Parigi Max Ernst è uno dei cofirmatari del “Manifesto del surrealismo” e partecipa a tutte le esposizioni del movimento.Nella nuova interpretazione della pittura Max si trova involontario alleato dei nazisti contro "l'arte degenerata" dei dadaisti, ma allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il pittore viene internato in un campo di detenzione francese, finchè nel 1941 riesce a riparare negli Stati Uniti dove rimarrò fino al 1953.Erede degli antichi incisori germanici, nel dopoguerra Max Ernst continuata la sua produzione con un ritmo molto intenso, sia nei dipinti e nella grafica, che nella scultura. Grazie a lui, il genio fantastico e crudele dei maestri incisori è riemerso nella pittura moderna.La giovinezza renana di Max Ernst, nutrita ampliamente delle fantasmagorie boschive di Altdorfer e dalle letture dei romantici e dei metafisici tedeschi, guidano il pittore nell'invenzione e nell'utilizzo di nuove tecniche come il "drapping" e l'utilizzo della fotografia come tecnica artistica Molti quadri di Max Ernst trasudano furore contro il "kitsch" borghese e l'iniquo ordine guglielmino, testimoniano le fonti germaniche della cultura e della ribellione del pittore.Nel 1954 l'artista, ormai conosciutissimo, vince il primo premio alla Biennale di Venezia.La tecnica più importante inventata da Max Ernst è il frottage che ha come base un comune gioco grafico, che diventa nelle mani dell'artista uno dei più seri esperimenti in arte di tutto il Novecento. Si tratta di appoggiare il foglio su una superficie ruvida qualunque (legno, foglia, pietra) e strofinare con una matita per far apparire il disegno delle asperità sottostanti: le nervature della foglia, le venature de legno.Mentre il gioco procede, quelle figure casuali, proprio come le macchie d'inchiostro usate nei test psicanalitici, cominciano rivelare alla mente dell' artista, sequenze di immagini insolite: animali mai visti, accoppiamenti inusuali di oggetti, paesaggi misteriosi.
Vengono allora completate, con pochi segni figurativi, soprattutto contorni e qualche dettaglio, in modo che la visione diventi riconoscibile per tutti.Max Ernst, famoso per i suoi collages lavorò con forbici e colla su un "inferno visivo": immagini di torture e di amori, di passioni e morti, di pene e ghigliottine, tutto il repertorio della narrativa popolare di fine ottocento.
Nel 1953 Max Ernst torna a lavorare a Parigi e nel 1956, in una cittadina francese, trova in un negozio della vecchia carta da parati, del tipo da lui usata trentacinque anni prima, con la quale realizza "per divertimento" due serie di collages: Dada Forest e Dada Sun. Negli ultimi anni Max Ernst lavorò quasi unicamente con la scultura, ma uno dei suoi ultimi affascinanti capolavori, del 1964 , è ancora un lavoro su carta: "Maximiliana ou l'exercise illegal de l' astronomie", un libro interamente composto di segni astratti che simulano linee di scrittura e sequenze di immagini, un omaggio alle scoperte e ai misteri intravisti nella stagione del surrealismo. Max Ernst muore a Parigi il primo aprile del 1976.
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