lunedì 30 luglio 2007

 IL CONVITO DI PLATONE - UNA CONVERSAZIONE SULL'AMORE

  Platone, tramite il racconto di Apollodoro, discepolo di Socrate, ci fornisce degli elementi di riflessione sul tema dell’Amore. Apollodoro, amico e discepolo di Socrate, racconta le conversazioni tra Socrate, Aristofane ed altri commensali, avvenute durante la cena organizzata dal poeta tragico Agatone per festeggiare la sua vittoria ad un concorso letterario. A conclusione della serata, gli invitati al banchetto decidono di conversare su questo tema : ‘l’elogio della divinità Amore’. 
Ecco in sintesi gli interventi dei partecipanti. 
 Fedro 
L’ Amore è il più antico degli dei, va onorato più degli altri ed è quello tramite il quale si ottiene la felicità e la virtù come il coraggio e la forza di compiere grandi azioni. Fedro presenta alcuni esempi di come può intervenire Amore nell’uomo innamorato: morire per amore, difendere la persona amata, vergognarsi delle brutte azioni se visti dalla persona amata. Gli dei prediligono l’uomo che ama rispetto a chi riceve amore, perché ha comportamenti che lo rendono simile al dio Amore. 
Pausania 
Esistono due dee : la Celeste, figlia del Cielo che non ha madre e Pandemia, figlia di Giove e di Diana detta. L’amore che convive con Pandemia è volgare, orientato più al corpo che all’anima ed è preferito da gente mediocre e superficiale. L’amore della dea Celeste partecipa solo alla natura maschile , non segue l’aspetto corporale, fa nascere solide amicizie tra persone con una certa maturità. Corrispondere chi ama è ritenuta cosa bellissima se compiuta da persone oneste per un fine nobile. E’ cosa spregevole e volgare se ci si concede ad esseri spregevoli e se si ama più il corpo che l’anima e se ci si lascia sedurre dal denaro o dalla carriera, cose che non sono sicure e durevoli. ’E’ cosa bella’ concedersi per ottenere in cambio virtù e sapienza: in questo caso l’amante deve esser in grado di educare, la persona amata deve esser desiderosa di acquistare in ogni modo la sapienza. 
Eressimaco 
Riprende il concetto della doppia natura di Amore espresso da Pausania. Amore esiste in tutte le creature viventi, non solo negli uomini ma anche negli animali e nelle piante. Amore vive anche nella medicina che favorisce lo sviluppo delle parti sane dell’organismo ed agisce con intransigenza sulle parti malate. Eressimaco propone un’analogia tra la condizione di malattia e di salute del corpo umano e l’ Amore: è bello concedersi ad un virtuoso come è bello facilitare la crescita delle parti sane del corpo, è male amare un dissoluto come è male favorire lo sviluppo delle parti malate. La medicina è governata dal dio Amore come la ginnastica e l’agricoltura. Anche la musica , che è costituita da ritmo ed armonia, è scienza d’Amore : elementi inizialmente discordanti tra loro come il tono acuto ed il grave o come il ritmo veloce e lento, si sono armonizzati tra loro. Eressimaco trova le due forme di Amore anche nelle stagioni : il primo Amore porta abbondanza e salute a tutti gli esseri umani ed alle piante, il secondo Amore con la sua violenza porta distruzione e disordine. 
Aristofane 
Gli uomini non si sono accorti della grande potenza dell’Amore. Tra gli dei è quello più vicino agli uomini. In origine c’era l’ermafrodite che aveva le caratteristiche del maschio e della femmina con due facce e quattro gambe e tre sessi. La sua forza e arroganza non piacquero agli dei che decisero di tagliarlo in due creando così l’uomo. La nuova creatura iniziò a camminare con due gambe; dopo la separazione, una metà iniziò a desiderare il ricongiungimento con l’altra metà. Gli dei permisero allora la procreazione tra uomo e donna per perpetuare la specie. Amore perciò rappresenta la perduta unità ed il desiderio di riottenerla. L’uomo può raggiungere la felicità incontrando la persona che più gli è affine. 
Agatone 
Bisogna lodare Amore, il più bello, il più buono ed il più giovane tra gli dei , per i doni che ci offre. Amore risiede nel cuore e nell’animo degli dei e degli uomini. Amore vive anche tra i fiori e rimane solo nelle anime gentili, esce da tutto ciò che é rozzo e avvizzito sia nel corpo che nell'anima. Le virtù dell’Amore sono numerose: non fa torti, non subisce violenza perché non la tocca, ha la giustizia e la temperanza avendo il controllo sulle passioni e sui piaceri. Amore seduce Marte cioè la forza e quindi, essendo più forte colui che possiede rispetto a chi si lascia possedere, possiamo concludere che Amore è il più forte di tutti. Amore è sapiente ed è poeta. Chi è toccato da Amore è un buon poeta e ciò vale per ogni creazione artistica. Nell’attività artistica, chi è toccato da Amore diventa famoso ed illustre. Amore reca bellezza e bontà sia agli dei che agli uomini. 
Socrate 
Socrate esprime le sue riflessioni sull’argomento raccontando del colloquio avuto con Diotima, una donna sapiente della Mantinea, nota ad Atene perché era riuscita , con i suoi consigli,a ritardare di 10 anni la peste in città. Socrate fa sue le obiezioni di Diotima sulla visione dell’Amore di Agatone, un Amore presentato come dio e coincidente con la bellezza e la bontà. L’ Amore di Diotima non è bello né buono , né sapiente e né ignorante. L’ Amore è desiderio del bello e del buono perché ne è privo. Amore non è un dio perché non ha la bellezza e la bontà;è un demone che si colloca tra il mortale e l’immortale, tra il divino e l’umano. Questo demone è l’intermediario tra gli dei e gli uomini : comunica agli dei le preghiere ed i sacrifici degli uomini e gli dei parlano all’uomo attraverso esso. Amore è figlio di Poro, dio dell’abbondanza e di Penia, dea della povertà, viene concepito il giorno della nascita di Afrodite. E’ quindi amante del bello perché Afrodite è bella. Dalla madre ha ripreso le caratteristiche della miseria quindi non è delicato né bello, è selvatico, scalzo, vagabondo. Dal padre ha preso le caratteristiche di virilità, audacia, ha la passione della caccia e della voglia di sapere, abile ad ingannare e pronto ad insidiare il bello ed il buono. Non è mortale né immortale ma nasce e muore nello stesso giorno , non è ricco né povero, né sapiente come il padre né ignorante come la madre. Amore è anche filosofo perché ama le cose belle e la sapienza è tra le cose belle. Chi è amato è bello e perfetto in ogni suo aspetto e non va confuso con Amore che è colui che ama e che non è bello. Gli uomini amano il bene e lo vorrebbero possedere per sempre. Ciò si realizza quando si concepisce ‘nel bello con il corpo e con lo spirito’. Amore vuol dire produrre e creare nel bello, nell’armonia. La procreazione è legata al desiderio di immortalità dell’uomo che è essere mortale, l’unione tra l’uomo e la donna è procreazione ed è un atto divino realizzato perché c’è Amore. Chi vuole conoscere Amore deve avvicinarsi inizialmente alla bellezza fisica ed amare una sola persona . Poi deve capire che quella bellezza si può trovare anche in altri corpi e quindi deve amare tutto ciò che ha belle sembianze e non una sola persona. Poi deve accorgersi che la bellezza spirituale è superiore a quella fisica e quindi può amare una persona che ha una ‘bella anima‘ con un corpo non bello. Infine si dovrà rivolgere allo sterminato oceano della bellezza : bellezza nelle azioni, nelle istituzioni, nella scienza e nella sapienza. Quando si farà questo percorso d’amore si raggiungerà la consapevolezza dell’esistenza di una meravigliosa bellezza che è eterna, che non ha origine né fine, che è valida per tutti, che è sempre uniforme e non si identifica con qualcosa di corporeo in particolare. Questo cammino può esser percorso da soli o insieme : si inizia dalla contemplazione delle belle cose terrene e poi si passa ai corpi, alle attività umane, alla scienza fino ad arrivare alla contemplazione della bellezza in se. Questo sarà il momento per cui vale veramente la pena di vivere. 
 
Conclusioni 
Il testo di Platone è ricco di spunti di riflessione. 
Interessante il concetto di duplice natura dell'Amore di Pausania e di Eressimaco: l' Amore volgare interessato al corpo e l' Amore nobile rivolto all'anima. 
Mi é piaciuta la definizione di Socrate e Diotima che ci presenta Amore come un demone intermediario tra gli dei e l'uomo.
 Con Socrate abbiamo un punto di vista completamente diverso da quello offerto dagli interlocutori precedenti : Amore non é un dio ma un demone, non é bellezza nè sapienza ma é assenza di bellezza, assenza di sapienza. 
Gli elementi che caratterizzano Amore nella presentazione di Aristofane e degli altri, possono essere ottenuti , secondo Socrate, tramite il desiderio. Bellezza, bontà , sapienza quindi non come proprietà innata di Amore ma come obiettivo da raggiungere ed acquisire. Condivido questa idea : l'amore é desiderio di ottenere ciò che non abbiamo. L'amore ci dà la forza di raggiungere i nostri obiettivi superando le difficoltà che incontriamo. Pensiamo per esempio ai sacrifici che fa un genitore per amore dei propri figli. Questo concetto viene espresso esplicitamente da Fedro. 
L'idea di forza e potenza di Amore la esprime anche Agatone dicendo che Amore riesce a sedurre Marte, dio della guerra. 
Anche Socrate ci dà una definizione di Amore sinonimo di potenza: l' Amore può rinascere. Non è immortale perchè è un demone ma è indistruttibile proprio perchè può nascere e morire nello stesso giorno. Mi è piaciuto anche il percorso di Amore suggerito da Socrate per raggiungere la contemplazione della bellezza, un cammino interiore che può essere fatto da soli o con più persone, tenendo sempre presente che Amore é desiderio del bello. 
Originale infine la storia dell'origine della specie umana raccontata da Aristofane che ha come conseguenza l'innata ricerca da parte dell'uomo dell'altra sua 'metà'.
 
Realizzazione : Sergio Maccari 
Bibliografia : "Il Convito" di Platone traduzione di Nino Marziano editore Garzanti

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