L'IMPRESSIONISMO
Questo movimento non coinvolge la letteratura, ma solo la pittura, quando il 25 aprile del 1874, il critico d'arte Leroy, visitando le opere rifiutate dal Saloon di Parigi, ma esposte nelle sale del fotografo Nadar, in senso spregiativo richiamandosi al titolo di un quadro di Monet, Impression, liquidò tutti gli altri con questo titolo; Spregiativo perchè per lui quei quadri, distaccandosi dalla pittura ufficiale, cioè quella insegnata nelle accademie, erano solo dei quadri "non finiti", degli "abbozzi". "Si vedono perfino le pennellate, ma che diamine!"Se i critici non capivano i pittori invece sì; quella tecnica del colore, così diversa conquistò molti autori del vecchio genere. Ma quando si presentarono alle mostre ufficiali, quelle che davano la celebrità a un pittore, la severa commissione esaminatrice non accettava le loro opere, perfino di pittori con un precedente stile già molto noti, come Manet, e il rifiuto ebbe molta risonanza. Intervenne Napoleone III che decise che le opere rifiutate venissero esposte in un altro locale affinché fosse il pubblico a giudicare sulla loro validità. Non è che ebbero maggior fortuna gli "esclusi"; per il pubblico, per prima cosa perchè erano "rifiuti" e per seconda era fortemente condizionato dai critici; che oltre che esseri avversi a frequentare questi locali, quando lo facevano dicevano le cose che abbiamo letto all'inizio. Bocciarono così opere che più tardi furono riconosciuti come capolavori.Il movimento quindi non nacque per svolgere un preciso programma, e del resto gli impressionisti non dipinsero certo tutti allo stesso modo, però scelsero tutti visioni di vita quotidiana -abolendo i motivi storici, religiosi, epici, maestosi- e tutti usarono colori molto vivi (frequente il violetto) spesso usati puri.Il confine nella pittura impressionista, fra naturalismo ed impressionismo è piuttosto fluido. Le due correnti non hanno una precisa distinzione storica né concettuale. Tutti gli impressionisti si sono formati nell'ambito realista (che a sua volta come abbiamo visto è pur sempre legato al naturalismo-verismo cinquecentesco, si pensi a Brughel), ma poi si sono distaccati dalla realtà, non più puntando sul soggetto (pur essendoci nelle opere, scene di vita contemporanea, anche la più banale, come un paesaggio, un ponte, uno stagno di ninfee, una ballerina, due bottiglie su un tavolo, un covone di fieno ecc.) ma puntando "sullo stile", e sugli effetti di luce e colore per dare solo più "emozioni" e non più una "raffigurazione della natura" (ma siamo già a un passo dal "suicidio" della pittura naturalista, realista e quindi dello stesso impressionismo, anzi di tutta la precedente pittura).Tutto lo "stile" dell'Impressionismo -pur sempre legato al naturalismo, al verismo- mira sempre a rappresentare la realtà, con la differenza che non è un essere, ma un divenire, non uno stato, ma un evento. E non è soltanto lo "stile del tempo", cioè dell'istante, della mutevolezza, ma è arrivato al culmine di quella pittura iniziata nel Rinascimento, ma nello stesso tempo è anche l'ultimo "stile europeoL'IMPRESSIONISMO è l'ultima corrente che ha potuto contare negli ultimi vent'anni del secolo un consenso generale. Subito dopo - come vedremo più avanti- nessuno capisce più nulla; il pubblico, i critici, e a quanto pare molti degli stessi pittori, che presentano "opere" che non sono "opere", ma dicono e millantano che sono "ricerche", "approfondimenti" dell'arte. Il risultato è quello che cani e porci e artisti veri, fanno di tutto. E chi non capisce è perchè -dicono i primi- "non capisce nulla", non sanno cosa significa "moderno".Gli stati d'animo di questi artisti? "Voglia di far chiasso. Becerismo scatenato. Volgarità finalmente traboccante nell'impunità. Odi personali. Risentimenti profondi. Cretinismo furioso. Vigliaccheria in libertà. Sfogo degli inferiori contro i superiori. Vendetta contro colpi vecchi e nuovi. Asinità, Bovinità, Pecorinità, Maialità". Questo è ad esempio il programma della "grande serata futurista" del 12 dicembre 1913.(vedi il giornale Lacerba, originale, a fondo pagina) che però lascerà il segno!Ma che cosa è accaduto? E' che con l'inizio del '900, si è alzata una grande ondata reazionaria, che spesso è null'altro che anarchia del singolo e non solo di un gruppo; con il rifiuto totale dell'impressionismo, ma anche di tutta l'arte precedente. Tutta l'arte post-impressionistica rinuncia per principio ad ogni illusione realistica e si esprime attraverso la deformazione consapevole (ma abbiamo detto anche millantata, cioè chi entra in questa competizione senza studi o cultura, senza tecnica, senza un passato di artista) degli oggetti naturali. E' una (ma dentro i veri artisti) delle grandi svolte nella storia dell'arte, molto più profonda rispetto ad ogni altra, dal Rinascimento in poi, dato che da allora la tradizione del naturalismo era in qualche modo pur sempre rimasta intatta.Il post-impressionismo non può più considerarsi in nessun modo riproduzione della natura. Ad ogni costo si vuole sfuggire dal compiacimento estetico. E questo fa mutare radicalmente i rapporti dell'uomo con le cose e contribuisce in tal modo a far precipitare quella crisi di coscienza generale presente nella società.Stanno per nascere le NUOVE AVANGUARDIE, il CUBISMO, il COSTRUTTIVISMO, il FUTURISMO, l'ESPRESSIONISMO, il DADAISMO, il SURREALISMO e altre che però non hanno lasciato tracce.Sono tutte correnti pittoriche, che però coinvolgono non solo i pittori, ma i poeti, gli scrittori, i musicisti. E' una protesta contro tutti e contro tutto. Tutti i temi svolti, in pieno contrasto con il "vecchio", diventano la sintesi delle massime contraddizioni. Una lotta contro tutti i precedenti convenzionali mezzi espressivi, contro tutte le tradizioni, contro tutte le accademia, scuole, cenacoli, gruppi, associazioni; il molti casi anche contro il "buon senso".Ma perché accade questo? Perché all'inizio di questo Novecento, il poeta, il pittore, lo scrittore, il musicista vogliono attingere dall'intelletto, non più dal sentimento. Purtroppo lo fanno -lo abbiamo detto - anche cani e porci, senza una cultura di base alle spalle. Ognuno pensa "ma quella cosa lì sono capace di farla anch'io", ognuno si sente artista e nelle lettere e nella musica, perfino gli analfabeti alzano la cresta; c'è la rivalsa lo "Sfogo degli inferiori contro i superiori".Ma prima di passare a questo caotico periodo, ritorniamo al VERO IMPRESSIONISMODi tutta l'intera pittura, quella impressionista è la più solare. Si apre a una maggiore percezione sensoriale. Rappresenta un'acuta sensibilità. Non è statica. Rappresenta un fenomeno irripetibile.C'è la rappresentazione della luce, dell'aria, il gioco dei riflessi. Ogni cosa sembra tremule. Tutta l'immagine ha una rappresentazione virtuosistica di chi ha con i colori pennellato quelle superfici.In termini estetici non è più il soggetto il protagonista, ma l'istante. E sono gli istanti che prevalgono sugli stati d'animo della vita di ogni essere umano. Inoltre gli impressionisti scoprono la città, e vedono il mondo urbano con gli stessi occhi del cittadino, ne ritraggono la mutevolezza, il ritmo nervoso della stessa vita quotidiana, la moda e il costume: come la colazione sull'erba, la ballerina del Moulin Rouge, le donnine delle "case", la gita in barca, ecc. ecc.; sapientemente danno un'impressione della realtà, sembrano fugaci sguardi, i particolari sono sfumati, e così dal quadro si ha solo un'idea del soggetto, o meglio "un'impressione".Ignorano la caratteristica psicologica, non fanno nessuna denuncia sociale, sono strettamente legati a quello che vedono, non aggiungono nulla di fantastico Una caratteristica questa che verrà traslata anche nella sapienti immagini fotografiche dei grandi reporter. Tutti i clik fanno delle fotografie, ma solo chi sa cogliere l'attimo "fa la fotografia", il capolavoro.I maggiori esponenti dell'Impressionismo: EDOUARD MANET (1831-1883); CLAUDE MONET (1840-1926); PIERRE AUGUSTE RENOIR (1841-1919); PAUL CEZANNE (1839-1906); EDGAR DEGAS (1834-1917); CAMILLE PISSARRO (1830-1903); ALFRED SISLEY (1840-1899); GEORGES SEURAT (1859-1891); PAUL SIGNAC (1863-1935); PAUL GAUGIN (1848-1903).La prima mostra impressionista è del 1874 ed è un fiasco e quella dell'anno successivo che organizzano all'Hotel Drouot cercando di vendere qualcosa ha scarso successo; ne organizzeranno altre 6, l'ultima esposizione è del 1886, con qualche assenza e con l'impressionismo al punto d'arrivo. Lo stesso Monet e con lui Renoir che insieme compirono nel 1869 le prime esperienze eseguendo alcuni paesaggi in collaborazione, il primo inizia le sue "serie", mentre in secondo entra nel periodo "ingriste" (da Ingres).
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