giovedì 5 luglio 2007

Due domande al Lama Ghesce Gedun Tharchin

COME PUO ESISTERE LA CONOSCENZA SENZA CHE ESISTA ANCHE L'IGNORANZA? L'esistenza della conoscenza dipende dall'esistenza dell'ignoranza, questo in generale è vero. Nel caso individuale però, quando c'è la saggezza non c'è più posto per l'ignoranza, per questo noi le chiamiamo due attitudini mentali assolutamente contraddittorie: saggezza e ignoranza si escludono a vicenda. Non possono rimanere allo stesso tempo in un posto, proprio come l'acqua calda e l'acqua fredda non possono coesistere invariate: quando una si sviluppa quell'altra si calma e, allo stesso modo, più si sviluppa la saggezza più viene ridotta l'ignoranza.
Tutte queste spiegazioni vengono date dall'epistemologia buddhista, dalla logica, dalla filosofia, dalla perfezione sulla saggezza, dalla realizzazione della realtà. Nella spiegazione della via di mezzo del sentiero buddhista lo studio del canone è descritto nelle regole monastiche, anzi, nelle regole del sangha buddhista (il sangha è esteso e comprende tutti quanti). Anche le regole del sangha sono importanti. Quindi per poter comprendere il vero significato della rinuncia bisogna passare attraverso tutti questi quattro stadi, i quattro tesori: la logica buddista, perché senza la logica non possiamo spiegare correttamente le cose, non possiamo andare alla radice delle cose; l'epistemologia buddista, perché senza di essa non possiamo giudicare i vari stadi del karma e come reagiscono l'uno con l'altro; la perfezione buddhista della saggezza, perché da questa possiamo stabilire la maniera soggettiva della realizzazione; la Madyemica, lo studio della via di mezzo; l'Abidharma, perché senza di essa non si può praticare e non possiamo realizzare, non possiamo attualizzare e realizzare tutto questo dentro di noi.Tutto ciò è molto bello: io ho attraversato tutti questi stadi di studio e parlandone mi riempio di molta felicità. Quindi se dico tutto questo lo dico per me, non soltanto per voi, perché non tutti i praticanti buddhisti devono necessariamente percorrere tutti questi stadi del Dharma. Durante questo corso cerchiamo di spiegare soltanto l'essenza di queste cose.
IL VALOREDELL'ESPERIENZA PER LA COMPRENSIONE:C'E' UN'UNICA VIA? 
Quando si parla della morte e del morire non c'è niente di male, ma per molte persone sono cose veramente brutte. Per qualcuno possono essere cose dure, scioccanti, che potrebbero anche sconvolgere, allora non è necessario insistere, parlare sempre della morte: noi lo sappiamo che c'è. Se è qualcosa che conosciamo non c'è motivo di parlarne sempre, meglio allora parlare di cose alle quali noi non pensiamo continuamente e percorrere la strada attraverso vie più piacevoli. Ad esempio, non è necessario passare attraverso il cimitero per arrivare al Vaticano, ma possiamo passare anche per Villa Pamphili. Non c'è una sola via, ma molte vie; voi potete scegliere quale via vi fa sentire più felici: se vi fa sentire più felici passare per il cimitero va bene, se invece preferite Villa Pamphili passate per Villa Pamphili.

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