La modernità di Cartesio: il dubbio e la certezza
Per Vittorio Hösle Cartesio è il primo che tenta di sviluppare una filosofia basata sull'autonomia della ragione. Il suo pathos per la certezza sarà essenziale per i nuovi concetti di filosofia e di scienza che si svilupperanno dopo di lui. Lo stesso dubbio metodico è soltanto un mezzo per raggiungere la certezza assoluta e si differenza dal dubbio degli scettici perché si pone all'inizio e non alla fine. Ora, di tutto si può dubitare tranne che del fatto che dubitando esisto: «cogito ergo sum». Vittorio Hösle chiarisce il significato cogito ergo sum, spiegando in che senso rappresenti il superamento del dubbio, e sottolinea come vi si giunga attraverso un'intuizione: non si tratta di un sillogismo, ma di una struttura nuova che oggi, in termini di filosofia del linguaggio, chiameremmo contraddizione performativa. Il cogito ergo sum dà la possibilità di stabilire l'esistenza del soggetto, ma non quella di altri in quanto soggetti e da qui deriva il rischio di solipsismo. Vittorio Hösle affronta a questo proposito il tema del rapporto anima-corpo e spiega il rifiuto cartesiano di spiegare in termini oggettivistici la coscienza. Il problema del rapporto anima-corpo si può porre solo una volta che si è dimostrata l'esistenza di un mondo esterno e di Dio: dell'esistenza di Dio Cartesio fornisce due prove, la prova psicologica e quella ontologica. Vittorio Hösle mette in evidenza la circolarità del pensiero di Cartesio: egli, infatti, afferma che c'è bisogno del cogito per dimostrare l'esistenza di Dio e che senza Dio non si può dimostrare alcuna verità. Cartesio ha contribuito allo sviluppo della scienza moderna perché ha capito che la scienza deve partire dalle cose più elementari per arrivare a capire quelle più complesse, perché ha rigettato argomentazioni teleologiche nella scienza e perché ha offerto con la geometria analitica un potente strumento per quantificare il mondo. Vittorio Hösle affronta, in conclusione, il problema della morale «provvisoria» in Cartesio e sottolinea i limiti attuali del progetto cartesiano di diventare «maestri e possessori della terra».
Vittorio Hösle
18/2/1994
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