lunedì 30 luglio 2007

AVANGUARDIE STORICHE a cura di Picchiotti Danilo

Questo termine e quindi questa tendenza che abbiamo appena accennato, lo si richiama per tutte quelle produzioni letterarie e artistiche che si propongono (o vorrebbero proporsi) come  innovative soluzioni del '900, dopo la grande "ondata rivoluzionaria" che sta spazzando via tutto un passato. Le soluzioni sono tante, perchè bastano quattro pittori per creare un proprio manifesto, una propria corrente, un nuovo progetto (che dovrebbe "rivoluzionare" tutto, arte, letteratura, musica) All'inizio di questo secolo, le varie "scuole" o "correnti" sono molte, tante, tantissime; e divengono movimenti artistici-letterari spesso legati a nuove ideologie, fedi, filosofie, teorie; che a loro volta sono molte anche queste, nascono come funghi in un letamaio; alcune sono vaghe, altre utopistiche, altre ancora rivoluzionarie, liberali, anarchiche;  perfino dentro in quella dottrina di lunga tradizione cattolica ci sono scissioni, creando delle diversità culturali e sociali, pochi anni prima impensabili. E quasi tutte -meno una, o al massimo due- si pongono fuori dalla tradizione; e ognuna sviluppa idee nuove, si inoltra in sentieri sconosciuti, unendosi con altri gruppi; oppure con scissioni dentro gli stessi gruppi. Nei primi due decenni del secolo, nascono e muoiono, cenacoli, associazioni, club e tante riviste letterarie dove spesso i redattori emigrano per fondarne o dirigerne un'altra. Tutti vogliono esprimere il senso di una realtà mobile, dinamica, sempre mutevole, in un ambiente e in un modo parossistico, non solo ironico. Nascono alle volte unite -e affermano a caratteri cubitali- per l'amore della cultura, ma al primo drammatico appuntamento del 1914-15 le spaccature ideologiche creano divisioni insanabili (come ne "La Voce" di PREZZOLINI, dove l'idealismo diventa militante, con l'Azionismo giovanile, fra pacifisti e interventisti).Il Novecento inizia così! E continuerà per tutto il secolo così. Con tante scremature dentro questo grande pentolone in ebollizione, fra guerre, rivoluzioni, altre guerre, tragedie, miserie, uomini sulla luna, riflussi e globalizzazioni. Con i ritmi del charleston, del jazz, poi con la struggente Lili Marlen, la melensa e più banale "vola colomba" e infine con il rock . Con quella radio, che sentenziò uno "...gli amanti della vera musica  questa gracchiante scatoletta la ripudieranno ben presto con disprezzo" , o un altro più tardi  "...sedersi davanti e poi guardare questo scatolone solo un cretino lo può fare, noi tutti stiamo vivendo in un mondo dinamico, motorizzato, con i club, lo sport, le gite, i bar, gli incontri vari, la Tv non avrà mai un futuro, è fuori epoca".Un mondo quello del '900,  in mezzo anche a sapori nuovi, come quello delle "mille bollicine", e che termina con una bella spalmata di gratificante cioccolata sul pane. "Che mondo sarebbe altrimenti"? Il mondo pazzo del '900 lo abbiamo visto com'è stato! E' terminato ieri e ha passato il testimone al 2000, che nonostante il consolante slogan, non sappiamo proprio nulla di come sarà. Anzi non sappiamo nemmeno più  noi chi siamo; siamo diventati tutti degli Espressionisti.Come atteggiamento però, perchè in quanto a contenuti spesso si vede solo "il nulla".Tutto è in mano alla cosiddetta "industria culturale";  si stampa solo se c'è il profitto del proprietario; che della cultura (o delle nuove avanguardie) non gli interessa proprio nulla.Ultimamente un famoso filosofo italiano dopo aver scritto una prefazione, l'editore non l'ha pubblicata perché non conforme al suo pensiero. Sul Corriere della Sera l'autore così ha commentato: "Mi hanno comunque pagato, e questa è la cosa più importante, di tutto il resto me ne frego". Iniziando il 1900, Apollinaire aveva profetizzato: "Il '900? sarà un'epoca d'ignoranza e di frenesia".E non aveva visto ancora nulla! Chissà cosa avrebbe detto a questo nuovo inizio del secolo!
La poetica della pittura Metafisica
La Metafisica è l’altro grande contributo all’arte europea che provenne dall’Italia, nel periodo delle avanguardie storiche. Per la sua palese figuratività, esente da qualsiasi innovazione del linguaggio pittorico, la Metafisica è da alcuni esclusa dal contesto vero e proprio delle avanguardie.Tuttavia, fornì importanti elementi per la nascita di quella che è considerata l’ultima tra le avanguardie: il Surrealismo. Protagonista e inventore di questo stile fu Giorgio De Chirico. Iniziò a fare pittura metafisica già nel 1909, anno di nascita del Futurismo. Rispetto a quest’ultimo movimento, la Metafisica si colloca decisamente agli antipodi. Nel Futurismo è tutto dinamismo e velocità, nella Metafisica predomina la stasi più immobile. Manca la velocità e tutto sembra congelarsi in un istante senza tempo, dove le cose e gli spazi si pietrificano per sempre.Il Futurismo vuol rendere l’arte un grido alto e possente, nella Metafisica predomina invece la dimensione del silenzio più assoluto.Il Futurismo vuole totalmente rinnovare il linguaggio pittorico; la Metafisica si affida invece agli strumenti più tradizionali della pittura: soprattutto la prospettiva.Si potrebbe pensare che la metafisica sia alla fine solo un movimento di retroguardia fermo a posizioni accademiche, invece riesce a trasmettere messaggi totalmente nuovi, la cui carica di suggestione è immediata e evidente.Le atmosfere magiche e enigmatiche dei quadri di De Chirico colpiscono proprio per l’apparente semplicità di ciò che mostrano. Invece le sue immagini mostrano una realtà che solo apparentemente assomiglia a quella che noi conosciamo dalla nostra esperienza. Uno sguardo più attento ci mostra che la luce è irreale e colora gli oggetti e il cielo di tinte innaturali. La prospettiva, che sembrava costruire uno spazio geometricamente plausibile, è invece quasi sempre volutamente deformata, così che lo spazio acquista un aspetto inedito. Le scene urbane, che sono protagoniste indiscusse di questi quadri, hanno un aspetto dilatato e vuoto. In esse predomina l’assenza di vita e il silenzio più assoluto.Le rappresentazioni di De Chirico superano la realtà, ci mostrano una nuova dimensione del reale. Da ciò il termine «metafisica» usata per definirla. Le immagini di De Chirico sono il contesto ultimo a cui può pervenire la realtà creata dal nostro vivere. La Metafisica, come movimento dichiarato, sorse solo nel 1917, a Ferrara, dall’incontro tra De Chirico e Carlo Carrà. Quest’ultimo proveniva dalle file del Futurismo, ma se ne era progressivamente distaccato. L’incontro con De Chirico lo convinse al recupero della figura e all’esplorazione di quel mondo arcaico e fisso che caratterizza la pittura metafisica di De Chirico. Alla metafisica si convertì anche Giorgio Morandi, che nella purezza e severità delle immagini metafische trovò la sua cifra stilistica più personale. Alla metafisica aderirono, seppure a tratti, altri pittori italiani, tra cui Alberto Savinio (all'anagrafe Andrea Francesco Alberto de Chirico, fratello di De Chirico), Filippo De Pisis, Mario Sironi e Felice Casorati. Nel 1921 il gruppo della Metafisica era già sciolto, dato che la maggior parte dei suoi protagonisti si erano aggregati intorno alla corrente di Valori Plastici. La pittura metafisica di fatto non scomparve, restando una cifra di fondo, molto riconoscibile, di Giorgio De Chirico e di molti degli artisi
CUBISMO
Cubismo Il termine cubismo viene fatto risalire a una osservazione di Henri Matisse davanti a un paesaggio, l'Estaque, espost esposto da Georges Braque al Salon d'Automne del 1908. La frase di Matisse, che parlò di “piccoli cubi”, fu raccolta dal critico d'arte Louis Vauxcelles che, per primo, usò la parola cubismo in un suo articolo. L'anno precedente era stata pubblicata una raccolta di lettere indirizzate nel 1904 a Emile Bernard da Paul Cézanne che, pur non rinunciando mai da parte sua ad applicare le regole della prospettiva tradizionale, aveva parlato della possibilità di “traiter la nature par le cylindre, le cône et la sphère”, cioè di vedere le forme naturali sotto l'aspetto di solidi geometrici. Ispirandosi alla frase di Cézanne, Braque aveva sostituito nel suo dipinto l'abituale tecnica di modellato con una composizione a piani nettamente accentuati. Dal 1906-1907, d'altra parte, Picasso aveva dipinto, sotto l'influsso della scultura negra, le Demoiselles d'Avignon con violente ed elementari semplificazioni di forme. Il movimento trovò subito un attivissimo sostenitore in Henry Kahnweiler, mercante e appassionato d'arte, al quale si unirono ben presto i poeti Guillaume Apollinaire, André Salmon, Max Jacob, il matematico Princet, il critico d'arte Maurice Raynal. Vennero gradualmente formandosi i princìpi fondamentali del cubismo, primo fra tutti quello della rinuncia alla rappresentazione diretta degli oggetti, che vanno ricreati, dopo essere stati scomposti negli elementi costitutivi, mediante un'operazione per cui la pittura, appropriandosi i metodi della scienza, diviene strumento conoscitivo e si rivolge direttamente all'intelletto, senza passare attraverso impressioni essenzialmente fisiche. Il pittore cubista cerca di rappresentare simultaneamente sulla tela diversi aspetti del medesimo oggetto, ovvero ciò c...

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