venerdì 27 luglio 2007

  Hegel:" l'estetica"

Quali sono le manifestazioni dell’assoluto? Una di esse è nota a tutti ed è assai familiare: l’arte. L’opera d’arte ci affascina profondamente, perché in essa riconosciamo noi stessi (anche se l’espressione «noi stessi» non si riferisce alla sfera privata del singolo, bensì a ciò che sa parlare a tutti noi): è qualcosa di cui tutti facciamo esperienza nell’arte. Adesso mi trovo in un locale, alle cui pareti sono appese testimonianze dell’arte figurativa. Se percorriamo con lo sguardo questa collezione attraverso le varie epoche, abbiamo la sensazione che l’intera tradizione delle arti figurative, ma anche tutto il copioso universo della letteratura, ci accompagnino sempre con il loro messaggio, e che forse, al giorno d’oggi, circondati come siamo dalla secolarizzazione e dalla trasformazione tecnica del mondo, l’arte possieda un valore espressivo particolare. Già solo l’arte basta a ricordarci che un mondo completamente secolarizzato non può più definirsi a pieno titolo un «mondo». Di esso fa parte, infatti, anche la trascendenza, ovvero la necessità che abbiamo noi uomini (sospesi tra la nascita e la morte) di pensare al di là di noi stessi. Anche prima che l’ultimo bagliore di vita si sia spento, prima che l’ultimo respiro sia stato esalato, già durante la nostra esistenza, ciascuno di noi (singolarmente e nella società) ha sempre e comunque trasceso, nel pensiero, il mistero della morte e il destino dell’uomo. In questo senso la religione è molto vicina all’arte. Una volta essa era immediatamente presente nelle grandi opere plastiche dell’arte greca, che raffiguravano le divinità. Oggi, grazie all’annuncio del cristianesimo, capiamo che l’aldilà di Dio concorre a determinare profondamente l’aldiqua della nostra esistenza terrena.Ci stiamo dunque occupando della vicinanza tra l’arte e la religione. Per far luce su questa prossimità, illustrerò le Lezioni di estetica, che sono tra le più belle di Hegel. Questo corso universitario fu inaugurato da Hegel a Heidelberg, una città che, non a caso, è così privilegiata dalle Muse: era la patria del Volkslied, vi si trovavano le grandi raccolte di canti popolari e di fiabe; insomma: lo spirito del Romanticismo con tutto il suo incanto e la sua magia.
di Hans-Georg Gadamer

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