sabato 14 luglio 2007

 L' OMBRA DELLA SERA illumina Volterra

L'Ombra della Sera è una statuetta votiva proveniente dall‘antica città etrusca di Velathri ed è conservata nel Museo Guarnacci di Volterra (PI). Essa possiede alcune caratteristiche che la rendono unica nel panorama, piuttosto ricco della scultura votiva in bronzo del III - II secolo a.C. E' una figura maschile nuda, allungata in maniera esasperata in tutto il corpo, tranne che nella testa, che mantiene le giuste proporzioni.L'opera d'Arte etrusca è divenuta l‘emblema della città toscana di Volterra per il suo valore storico e la sua filiforme eleganza, tant'è che, ammirandola, ci si meraviglia di sapere che l'originale sia stato prodotto circa 2300 anni fa: la sua modernità è sbalorditiva ed il suo ritrovamento perfino misterioso. Attorno ad essa, quindi, sono nate storie popolari: una fonte che sfiora la leggenda, narra di un contadino che, nel 1879 trovò, per caso, la statuetta e la usò come attizzatoio, e di un archeologo francese, Henry Polsen, che, rifugiandosi durante una bufera nella sua casupola, gliela vide usare in tal modo, ne intuì l'importanza e sollecitò l'uomo a consegnarla al Museo della città, dove tutt’oggi la possiamo ammirare. Ma la statuetta prosegue la sua storia, ponendosi poi addirittura all’attenzione del poeta Gabriele D‘Annunzio, che, si dice, le diede proprio lui il nome di “Ombra della Sera”, poiché, nel guardarla, gli venivano alla mente le lunghe ombre del tramonto.In effetti, tale importante reperto archeologico ha una sua indubbia valenza artistica, dovuta non solo alla sua estrema stilizzazione, ma anche ad un’esecuzione di mirabile fattura.Ma l’”Ombra della sera” non solo dà lustro a Volterra come tesoro artistico dell’antica Etruria, ma è assurta a simbolo di professionalità, ingegno, inventiva dell’Arte del Teatro.Infatti, una sua copia è divenuta il “trofeo” di un prestigioso premio Teatrale, messo in atto nell'ambito del Festival del Teatro Romano di Volterra "Il verso, l'afflato, il canto", organizzato e promosso da Simone Migliorini. Il PREMIO TEATRALE, che s'intitola proprio "OMBRA DELLA SERA", viene assegnato annualmente a varie tipologie di artisti e studiosi di Teatro meritevoli di tale ambìto riconoscimento; ed ogni singolo premio “Ombra della sera” è intitolato ad un personaggio illustre nativo di Volterra, che si è distinto per la sua attività "in favore" o "per" o "nel" grande Teatro
Il “Premio Ombra della sera alla Carriera”, rivolto agli attori, è intitolato a TOMMASO "FEDRA" INGHIRAMI (Volterra, 1470-1516), grande Umanista ed uomo di cultura, tra i più apprezzati del suo tempo. Egli si dedicò con particolare passione alla rinascita del teatro romano e lo strano soprannome di "Fedra" o, meglio ancora, "Fedro" (come era solito sottoscriversi nelle sue lettere) gli derivò proprio dall’aver impersonato mirabilmente quella parte femminile in una rappresentazione dell’ippolito di Seneca, fatto allestire nel 1488 davanti alla residenza del conte Girolamo Riario, in Piazza della Cancelleria a Roma. A rendere memorabile quella sua interpretazione fu il fatto che essendosi guastata improvvisamente una macchina teatrale senza la quale la rappresentazione della tragedia non poteva proseguire, egli intrattenne il pubblico, improvvisando in versi latini, finché la macchina non fu riparata. Il soprannome che in tal modo gli fu affibbiato, restò sempre legato alla sua persona e si trasmise anche alle sue cose, come, per esempio, agli “Orti di Fedra”, un vigneto posto sul Palatino a Roma.Ludovico Ariosto lo immortalò nell’Orlando Furioso (XLVI,13) tra i letterati riuniti attorno al Cardinale Farnese. Nel 1509, poi, conobbe il grande Raffaello Sanzio che lo ritrasse nel celebre dipinto che si conserva oggi nella galleria Palatina di Palazzo Pitti. Teatralmente fu anche l’artefice di una regia passata alla storia del teatro italiano, la messa in scena del Poenelus di Plauto, in occasione della cittadinanza onoraria di Roma, conferita ai fratelli De’ Medici, ai primi del Cinquecento: una rappresentazione per le vie della Capitale che ebbe come scenografia i palazzi e le piazze della Roma Rinascimentale.Fonte: Natalia Di Bartolo

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