lunedì 2 luglio 2007

Gauguin " BIOGRAFIA E OPERE "










Nasce a Parigi nel 1848 e già l’anno successivo la madre, «una vera bambina viziata» e giovane vedova, si rifugia a Lima (Perù) dal nonno materno, don Mario Tristan y Moscoso. La casa di don Tristan, dove l'artista visse fino all'età di sette anni, paradiso perduto, rimpianto da Paul Gauguin. Nel 1855 la famiglia, si trasferisce a Orléans e Paul Gauguin frequenta con scarso rendimento, il Piccolo Seminario. Tuttavia il soggiorno in Perù resterà importante per l'artista, in quanto fonte di  conoscenza di una civiltà diversa da quella occidentale. A diciassette anni Paul Gauguin si imbarca come marinaio semplice a Le Havre e due anni dopo, nelle Indie, viene a conoscenza della morte della madre, la quale gli ha scelto come tutore Gustave Arosa, un fotografo e collezionista di quadri moderni. Questo primo contatto con l'arte moderna ha breve durata perché il giovane deve reimbarcarsi per adempire agli obblighi militari dai quali sarà libero solo all'indomani della Comune. Nel 1873, Paul Gauguin sposa una giovane danese, Mette Sophie Gad, dalla quale avrà cinque figli. Gli affari prosperano e questa agiatezza gli consente di acquistare numerosi quadri impressionisti. Influenzata da Pissarro, la tavolozza del pittore «dilettante» diventa più chiara; nel 1879 egli partecipa alla quarta mostra impressionista e in questa occasione Joris-Karl Huysmans nota la sua opera. Nel 1883, forse a seguito di un crollo finanziario della borsa Paul Gauguin conosce la miseria, la quale giunge in concomitanza alla separazione dalla moglie Mette, che ritorna a Copenaghen con i bambini. Obbligato dapprima a vendere una parte della sua collezione, Gauguin si vede in seguito costretto, durante l'inverno 1885-86, a svolgere i mestieri più umili. Sopraggiunta l'estate si stabilisce a Pont-Aven. Il bisogno di reagire alla fragilità strutturale dell'impressionismo ortodosso, reazione condivisa dai neoimpressionisti, lo allontana da questo movimento per l'interesse che Paul Gauguin rivolge più alla sostanza delle cose che alla luce. Nel 1887, Gauguin non riesce a rinunciare al fascino dei tropici: in compagnia del pittore Charles Laval, si reca a Panama e poi alla Martinica. Dolci, compatte e vellutate, le opere eseguite alla Martinica lasciano intravedere sprazzi di colore rivelatori. Bisognerà però attendere l'anno seguente, che Paul Gauguin trascorrerà quasi interamente a Pont-Aven, per vedere il suo stile prendere consistenza. Infatti, molto presto Paul Gaugin realizza "La visione dopo il sermone" (1888, National Gallery of Scotland, Edimburgo) nella quale giunge alle estreme conseguenze della sua formula: lo spazio a due dimensioni della tela si sostituisce a quello tridimensionale ereditato dal Rinascimento. Da quel momento, tutti i quadri di Paul Gauguin dovranno essere letti (o più esattamente, tenderanno a essere letti) come elencazioni dall'alto al basso e da sinistra a destra piuttosto che suggestione di oggetti collocati gli uni dietro gli altri su piani diversi. Il rifiuto della prospettiva genera una rappresentazione a carattere irrazionale, particolarmente adattaall'espressione delle realtà spirituali. Su questa strada Paul Gauguin non tarderà molto ad apparire come il pittore simbolista per eccellenza, apprezzato anche da giovani poeti e critici, come Albert Aurier e Charles Morice. Inoltre egli sarà considerato da Paul Sérusier, portavoce dei Nabis, il profeta della costruzione della tela attraverso il colore steso uniformemente, cioè idealizzato (al contrario di Cézanne, per il quale il colore riveste una funzione essenzialmente materialista). Il piccolo Talismano che Sérusier esegue in quella stessa estate del 1888, su indicazioni di Paul Gauguin, non solo può essere considerato il primo quadro «fauve», ma anche il manifesto di una pittura liberata dai suoi pretesti figurativi, tutto sommato la prima pittura astratta. I due mesi che Gauguin trascorse ad Arles, verso la fine del 1888, in compagnia di Van Gogh (e il cui epilogo sarà drammatico) stabiliscono l'incompatibilità non solo tra due temperamenti, ma tra il realismo allucinato di Van Gogh e le metafore plastiche di Paul Gauguin. All'inizio del 1889, in occasione dell'Esposizione universale, Paul Gauguin organizza al café Volpini una mostra del «gruppo impressionista e sintetista», dove le sue opere si trovano vicine a quelle di Bernard, Anqueti, Laval, Emile Schuffenecker e di qualche altro artista. L'esposizione è un fallimento, ma Gauguin assume il ruolo di capofila, e numerosi giovani pittori si stringono intorno a lui. Si è detto a volte che egli si sia lasciato sfuggire l'opportunità di «essere il grande pittore del simbolismo, colui al quale si ispiravano poeti e letterati, primo tra tutti Mallarmé». Questo perché Paul Gauguin, attratto di nuovo dal desiderio di partire, dopo aver progettato mete quali la Martinica, il Tonchino, il Madagascar, decide infine per Tahiti, seguendo così una suggestione di Van Gogh . Grazie all'intervento di Octave Mirbeau, viene organizzata una vendita all'asta deiquadri di Gauguin e con i proventi, l'artista acquista un biglietto di sola andata per Tahiti, ove giungerà l'8 giugno 1891. Il soggiorno di Gauguin a Tahiti coincide con il raggiungimento di quel vigore espressivo che prorompe dalle opere esposte a Parigi nel 1893. La sua pittura è un eterno invito a sognare il quotidiano, o meglio a trasformarlo alla luce del desiderio: non è perciò concepibile che il mondo si trasformi solamente sulla tela. A Tahiti Paul Gauguin può vivere pienamente, in armonia con la sua esistenza ormai mutata, anche per quanto riguarda l'amore. Teha'amana e le altre vahiné non sono solo lontane dalla severa Mette e dallo schema repressivo della famiglia occidentale; il loro ruolo è importante sia sulla tela, sia nell'intimità dell'artista. Grazie a esse, il rifiuto della prospettiva ereditata dal Rinascimento diventa anche rifiuto della staticità, celebrazione della bellezza del momento fuggente, elogio del piacere sensuale, fontana dell'eterna giovinezza. Stabilitosi a Mataüea, sulla costa meridionale, Paul Gauguin lavora con accanimento, fino a che la sua pittura entra in sintonia con gli esseri e i paesaggi. L'annuncio di un'eredità lasciatagli da uno zio lo induce a fare ritorno in Francia: sbarca a Marsiglia il 4 agosto 1893. In novembre l'esposizione delle sue tele tahitiane da Durand-Ruel si risolve, in un fallimento. Nel 1894, dopo aver reso un'ultima visita a Mette a Copenaghen, Paul Gauguin si frattura una gamba durante una rissa con dei marinai nel porto di Concarneau. Deciso a far ritorno a Tahiti, organizza un'altra vendita delle sue tele all'hotel Drouot, con una presentazione di August Strindberg, ma l'accoglienza riservata ai suoi quadri è così negativa che la maggior parte di essi rimarrà invenduta. Gauguin si imbarca allora a Marsiglia per Tahiti, dove si stabilisce nel luglio del 1895, questa volta sulla costa occidentale, a Punaauïa. Le sue condizioni di salute si aggravano tanto da costringerlo a trascorrere lunghi periodi all'ospedale di Papeete. L'alcolismo, la sifilide, un periodo di detenzione, oltre che l'avversione di coloro che lo accusano di incoraggiare «l'anarchia indigena», amareggiano i suoi ultimi anni, ma egli è consolato dalla presenza assidua di nuove vahiné; di questo periodo sono le due versioni di "I cavalieri sulla spiaggia". Muore a Hiva Oa nel 1903. La sua esperienza artistica, influenzerà anche la ricerca dei fauves e degli espressionisti tedeschi, ma per le ragioni descritte è stato, fra tutti i grandi profeti dell'arte moderna, quello la cui gloria fu più frequentemente messa in discussione.
 

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