Alessandro Bistarelli (Riflessioni sul pensiero e sull’opera pianistica di Aleksandr Nikolaevic Skrjabin - Mosca 1872-1915)
In questo anelito, questo baglioreDi folgore, Nel suo soffio infuocato, Tutto il poema della genesi del mondo L’istante d’amore crea l’eternità E le profondità dello spazio,L’infinito emana l’alito del mondo E di sonorità avvolge il silenzio.Aleksandr Nikolaevic Skrjabin fu musicista di primissimo piano nel panorama russo di fine ottocento, compositore, poeta, teosofo, pianista concertista di fama europea. Elesse il pianoforte a strumento dei suoi ineffabili sogni e delle sue tormentate visioni, anche se nella maturità allargò il campo degli interessi compositivi all'orchestra sinfonica. Seppe tradurre sulla tastiera le più morbide ed allucinate sensazioni, i più imponderabili stati d'animo, le fantasie e le evocazioni più sottili, con una ricchezza di sfumature e di accenti, quali il pianoforte non aveva più conosciuto dopo Chopin.Coltivò tutti i generi della tradizione romantica: Preludi, Studi, Valzer, Mazurche, Notturni, Poemi, oltre alle monumentali dieci Sonate, veri capolavori di esteso significato compositivo ed espressivo.
Esordì come epigono di Chopin, per la squisita raffinatezza della scrittura pianistica, per il lirismo intenso e cupo, nonché la grazia leggera ed elegante dei primi lavori. Ma già la prima Sonata op. 6 evidenzia appieno la natura profondamente inquieta del suo spirito, incline a visioni tormentate e pessimistiche del Mondo.Skrjabin avrebbe potuto degnamente concludere il secolo sulla scia della tradizione tardo romantica, ma il suo stile subì un'evoluzione progressiva e radicale verso gli ultimi componimenti, di sconvolgente modernità.Estraneo alle tendenze della musica nazionale russa, perseguì con assoluta coerenza le visioni e le esasperazioni del decadentismo, in un processo di trasformazione del linguaggio musicale personalissimo e audace.La frase ampia e distesa, di ascendenza romantica, si addensa in temi scarni, essenziali, di poche note, scanditi in figurazioni ritmiche minuziose, quasi ossessive. Il tematismo sbriciolato, articolato spesso in gesti cromatici minimi e stringati, elude la logica degli sviluppi, propria della tradizione classico-romantica. L’armonia tende a prevalere sulla melodia con effetti di carattere timbrico-espressivo originalissimi, il ritmo diviene sempre più incisivo e bizzarro, la trama pianistica si fa sempre più elaborata. La musica emana una sensualità diffusa ed estatica.Le indicazioni psicologiche sottili, che animano l’incedere dei temi, tendono a tradurre sulla tastiera visioni fantastiche dell'inconscio (avec une grâce capricieuse; comme une ombre mouvante; comme un murmure confus; avec une volupté dormante; cristallin, perlé; comme en un rêve; avec une soudaine langueur; avec charme; avec une passion naissante; de plus en plus passionné; suave, languide; doux, limpide, ecc.). dell'accordo, sviluppato come unità autosufficiente e compiuta, porta ad eludere i legami tonali, basati su nessi di relazione e attrazione fra i suoni. Ne deriva un linguaggio atonale, che supera in se stesso i concetti di melodia ed armonia, con uno straordinario potere di penetrazione.“Ma soprattutto si afferma in modo profetico un nuovo principio costruttivo, basato sulla preformazione del materiale musicale di una composizione: singoli intervalli (quinta, settima, nona) vengono privilegiati come base strutturale dell’intera compagine del pezzo; altrove, come nelle 10 Sonate per pianoforte, la composizione emana da un accordo <
Ogni uomo crea sé stesso, il mondo.
Il mondo è stato tante volte quante l’ha creato la coscienza dell’uomo.
Ogni vita ripete ritmicamente la creazione.
L’uomo è una figura ritmica.
Io ho creato il mio io esattamente come il mio non-io.
Mi sono creato come unità di ritmo nel tempo e nello spazio.
Tutto è mia creazione.
Io ho creato il mio passato come il mio futuro.
L’arte ha una funzione liberatrice, cioè l’artista deve annunciare e svelare all’umanità un nuovo ordine estetico e spirituale.Afferma Skrjabin nei suoi <
Note
Skrjabin, Aleksandr, Notes et réflexions: Carnets inédits, a cura di M. Scriabine, Paris, 1979, p. 117 (in Verdi, Luigi, Kandinskij e Skrjabin – Realtà e utopia nella Russia pre-rivoluzionaria, Lucca, Akademos & Lim, 1996, pp. 19-20).
AAVV, “ Skrjabin, Aleksander”, in Santi, Piero, et al. (a cura di), Enciclopedia della musica, Milano, Aldo Garzanti Editore, 1974 (I ed.), p. 541.
Skrjabin, Aleksandr, Notes et réflexions: Carnets inédits, a cura di M. Scriabine, Paris, 1979, p. 16 (in Verdi, Luigi, op. cit., p. 20).
Kandinskij, Vasilij, La pittura come arte pura, <
Skrjabin, Aleksandr, Notes et réflexions: Carnets inédits, a cura di M. Scriabine, Paris, 1979, p. 68, (in Verdi, Luigi, op. cit., pp. 26-27).
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