mercoledì 24 ottobre 2007

"NABIS"Il termine che il Nabi Auguste Cazalis, appassionato di ebraico e lingue orientali, diede ad un gruppo di giovani artisti usciti dall'Académie

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

A Pont-Aven, piccolo villaggio della Bretagna, nel 1888 avviene l'incontro tra Paul Gauguin ed Emile Bernard. Bernard sconvolge le convenzioni artistiche con le sue "Les Bretonnes dans la prairie verte" e Gauguin afferma un nuovo uso del mezzo pittorico nella "Vision aprés le sermon".
Convinto da Gauguin, anche un giovane pittore, Paul Sérusier, seguirà questa nuova arte con "Le Talisman" o il Paysage au bois d'amour. Sono tre quadri rivoluzionari che mettono in risalto il sogno, la realtà, l'emozione, dove il motivo figurato è occasione di simboli e l'idea diviene il fine ultimo dell'arte.
Dall'ebraico "Nebiim", profeti o ispirati, Nabis è il termine che il Nabi Auguste Cazalis, appassionato di ebraico e lingue orientali, diede ad un gruppo di giovani artisti usciti dall'Académie Julian e dall'Ecole des Beaux-Arts che, formatosi intorno a Paul Sérusier, voleva rinnovare la pittura. Questo movimento artistico, che si sviluppò tra il 1888 e il 1900, si rivolgeva al sintetismo di Gauguin, alle decorazioni di Puvis de Chavannes, al Quattrocento italiano e alle stampe giapponesi. L’intento era quello di allontanarsi sempre più dall’accademismo e dal naturalismo: questa volontà non si esprimeva soltanto in pittura ma anche nella vita quotidiana, come testimonia l'uso del gergo esoterico cui gli artisti Nabis ricorrevano nei loro incontri e nei loro rapporti epistolari. Così come esoteriche erano alcune delle cerimonie che organizzavano. I Nabis erano conosciuti anche come "Pittori della Revue blanche" dato che fin dal 1891 pubblicavano su questa rivista litografie e manifesti. Dal
1896-97 il gruppo cominciò a sgretolarsi: dopo l'ultima mostra del 1900 ognuno intraprese un proprio solitario cammino.
Collocati tra l'Impressionismo e il Simbolismo, movimento dall'importanza sempre più crescente, i Nabis vengono influenzati per le loro opere dagli arabeschi floreali e dagli intrecci dell'arte giapponese, che utilizzano parimenti sia per i dipinti da cavalletto sia come decorazioni per oggetti d'arte. Fonte della loro ispirazione è anche l'arte antica dello smalto cloisonné e della vetrata medievale, così come lo sono i libri di magia colmi di segni cabalistici, ma anche i testi che vanno dal Romanticismo alla generazione simbolista, da cui traggono motivi iconografici come i satiri e le ninfe. Se in pittura si assiste ad una fase di declino del naturalismo, lo stesso accade per il teatro che diviene un luogo di sperimentazione, sia per l'utilizzo di tecniche come la pittura a colla, a olio e a tempera, che per il ricorso alla decorazione strettamente collegata all'armonia e alle suggestioni dei testo. Dal punto di vista estetico l'interesse verso la tematica religiosa per i Nabis non è così evidente poiché la pittura sacra alla fine dei XIX secolo ha un’immagine estremamente negativa, molto superata. Per loro si tratta di una vera e propria scelta derivata dalla pittura di Gauguin, che in alcuni di essi convive con una forte convinzione religiosa: se Edouard Vuillard e Pierre Bonnard professano un cattolicesimo misurato, dal canto suo Maurice Denis crede profondamente in un cristianesimo ortodosso, quasi mistico.La religione dei Nabis è anche un modo di fuggire dalla civiltà contemporanea, collegandosi così alla volontà di Gauguin di ritornare ad uno stile semplice e primitivo. Tra il 1880 e il 1895, si assiste in Francia ad un dibattito intorno alla rappresentazione ideale, nel tentativo wagneriano di realizzare l'Opera d'Arte totale. Si va, infatti, ad instaurare uno stretto legame tra gli scrittori e i pittori d'avanguardia dando vita alle esperienze più diverse, dalla sostituzione degli attori con marionette (sull'onda delle teorie di Heinrich von Kleist) a commedie di autori simbolisti rappresentate con scene di artisti Nabis, che portano il teatro francese ad essere, in questo modo, un modello per tutta l'Europa. Non da ultimo, il confronto con l'arte del teatro induce questi artisti a proseguire la propria riflessione nelle riviste e in letteratura.

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