Sant'Agostino d'Ippona
La ricerca della Verità
La ricerca della verità si pone sul piano religioso, in quanto l’indagine filosofica e la vita religiosa coesistono in Agostino e sono inseparabili. Ad esempio, egli afferma che i classici antichi sono solo una preparazione al Cristianesimo: se Cristo fosse vissuto al tempo di Socrate, Platone ed Aristotele, sicuramente essi ne sarebbero diventati discepoli.
Per Agostino, l’uomo deve vivere secondo la propria ragione, che è ciò che più lo caratterizza, e, attraverso un percorso esistenziale, arrivare alla conoscenza di come stanno le cose del mondo. Per evitare orientamenti errati del proprio cammino di vita, bisogna confutare quelle filosofie che negano la verità, ad esempio lo scetticismo. È la Verità che sconfigge le ombre dello scetticismo. Agostino dice che la verità esiste: egli parte dal dubbio scettico e con ciò perviene ad una certezza. Io provo a dubitare di tutto, dice il filosofo, ma certamente anche con il dubbio più radicale, sono certo che io sto dubitando. Dunque: "Si fallor, sum" (se dubito, sono). Esistono due tipi di dubbio, almeno fino all'arrivo di Cartesio:
• dubbio scettico: è totale, radicale, coinvolge tutto l’uomo e porta alla negazione della conoscenza e della verità;
• dubbio agostiniano: è totale, ma non radicale; da esso hanno origine le certezze di cui l’uomo ha bisogno.
Le caratteristiche della Verità sono le seguenti:
• La Verità si trova nel mondo interiore dell’uomo, mentre gli scettici sostenevano che non vi fosse alcuna verità o meglio che non fosse possibile trovarla;
• La Verità viene da Dio, che è presente nell’anima di ogni uomo. Ma la verità è presente anche nell’uomo, quindi la Verità è la luce di Dio, la Verità è Dio. Questa concezione collega Agostino a Plotino: anche lui dice che la divinità, cioè l’Uno, è la Verità;
• La Verità è infinita, perfetta, eterna.
Agostino sostiene che la Verità è eterna, esisterà anche se il mondo scomparirà (facendo attenzione al fatto che per Verità s’intende la sua dimensione generale, non i singoli enunciati). Il filosofo usa un ragionamento per assurdo per dimostrare l’eternità della Verità: se un giorno la Verità non esistesse più, allora sarebbe vero che essa non esiste più. Ciò è assurdo, per cui la Verità è eterna. L’anima ricerca la Verità. Questo fatto ha delle notevoli influenze platoniche, cioè la fuga dal corpo dell’anima, affinché essa ricerchi la Verità. Ma ci sono anche delle influenze di tipo socratico, cioè “conosci te stesso”. Come dice anche San Paolo, bisogna fare attenzione al fatto che l’uomo può sì raggiungere la Verità, ma non la può possedere, poiché sarebbe possedere Dio.
martedì 19 giugno 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento