mercoledì 13 giugno 2007

Kahlil Gibran


SUL MANGIARE E SUL BERE
   Allora un vecchio oste disse: Parlaci del Mangiare e del Bere.
   E lui disse:
   Vorrei che poteste vivere della fragranza della terra, e che la luce vi nutrisse in libertà come una pianta.
   Ma poiché per mangiare uccidete, e rubate al piccolo il latte materno per estinguere la sete, sia allora il vostro un atto di adorazione.
   E sia la mensa un altare su cui i puri e gli innocenti della foresta e dei campi vengano sacrificati a ciò che di più puro e innocente vi è nell'uomo.

   Quando uccidete un animale, ditegli nel vostro cuore:
   "Dallo stesso potere che ti abbatte io pure sarò colpito e distrutto,
   Poiché la legge che ti consegna nelle mie mani consegnerà me in mani più potenti.
   Il tuo sangue e il mio sangue non sono che la linfa che nutre l'albero del cielo".

   E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore:
   "I tuoi semi vivranno nel mio corpo,
   E i tuoi germogli futuri sbocceranno nel mio cuore,
   La loro fragranza sarà il mio respiro,
   E insieme gioiremo in tutte le stagioni".
   E quando in autunno raccoglierete dalle vigne l'uva per il torchio, direte nel vostro cuore:
   "Io pure sarò vigna, e per il torchio sarà colto il mio frutto, 
   E come vino nuovo sarò custodito in vasi eterni".

   E quando l'inverno mescete il vino, per ogni coppa intonate un canto nel vostro cuore,
   E fate in modo che vi sia in questo canto il ricordo dei giorni dell'autunno, della vigna e del torchio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

stupendo pensiero