martedì 19 giugno 2007

PROTAGORA

PROTAGORA
(491-? a.C.)
Protagora nacque ad Abdera ma conobbe la sua fortuna ad Atene, dove Pericle, suo estimatore, gli diede l'incarico di scrivere le leggi della colonia di Turi. Purtroppo il suo periodo aureo si interruppe piuttosto presto, quando affermò che non poteva ammettere, secondo logica, l'esistenza degli dei, cosa che gli valse l'esilio in Sicilia. Morì naufragando durante la fuga.

L'opera principale di Protagora è intitolata Antilogie, ovvero "discorsi antitetici", dove ad ogni argomento corrisponde il suo contrario, in modo da dimostrare come la verità sia impossibile da raggiungere nell'ambito della stessa ragione (la ragione ha in sé l'errore, per cui è impossibile dimostrare qualsiasi verità razionalmente).
L'uomo è misura di tutte le cose. Non esiste altro criterio per stabilire la verità se non l'esperienza. Solo ciò che i sensi percepiscono è reale, ciò che non percepiscono non esiste o non è decisivo. L'uomo è misura di tutte le cose, il solo criterio per giudicare la realtà è ciò che viene percepito soggettivamente dal singolo indivuduo attraverso i sensi. Da ciò deriva che non esiste una sola verità, perché lo stesso fenomeno percepito in un certo modo da un uomo, può essere percepito diversamente da un altro, in tal caso entrambi i giudizi costituiscono verità, seppur relative e soggettive.
Il compito del filosofo. Se ogni uomo può raggiungere tuttalpiù una verità soggettiva, compito del filosofo non è tanto la ricerca della verità assoluta (che non esiste), ma quella di aiutare le persone a migliorare i propri giudizi, così da predisporli verso un sapere più ampio. Compito del filosofo è quello di elevare l'uomo a livelli di civiltà superiori, non tanto perché costituisca verità nei confronti di civiltà inferiori, ma in quanto l'elevarsi a civiltà superiore conviene in senso utilitarista.

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