La donna, diavolo e santa.
MOTHERWELL N01
La donna, diavolo e santa.
L’anima psichica femminile, intesa come modello dell’anima ‘orfica’ legata al fondo enigmatico buio dell’irrazionale, irrompe nel paesaggio ordinato della ragione medioevale per affermare l’urgenza di un cambiamento epocale.
La manifestazione psichica dei sentimenti garantisce a ogni individuo la possibilità di evolvere liberamente assecondando i cicli naturali delle stagioni e le inclinazioni del proprio temperamento.
“E’ questa l’anima che, nata pura, cadde dal suo splendore e, prevaricando, si mescolò con la materia e con il male, caricandosi di catene. Caduta nel cieco carcere del mondo, dopo che il male aveva gettato la sua ombra sugli dèi prima che sugli uomini, ella attende la fine dell’anno cosmico per risorgere” (Platone)
L’Umanesimo rappresenta il punto di arrivo di questo "scossone" sociale e culturale che si estrinseca in campo artistico/psicologico nello studio empirico del corpo e dei suoi moti d’animo. Al termine di un lungo e paziente lavoro collettivo di elaborazione dei fenomeni provocati dall’energia psichica all'interno del corpo fisico e sociale emerge negli intellettuali, negli artisti e negli uomini di scienza la curiosità di conoscere l’origine biologica delle idee, delle immagini e della creatività uumana. E' in questo constesto che le dottrine religiose e i dogmi della chiesa iniziano a perdere il potere sacro (il carisma) di inibire la pulsione istintiva, determinando una situazione in cui l'individuo si sente libero di manifestare le potenzialità creative che scaturiscono dalla trasformazione degli istinti e delle pulsioni in desiderio di conoscenza.
La consapevolezza di una possibile e concreta evoluzione della materia grezza delle pulsioni psichiche in amor e infine spirito (coscienza) si espande parallelamente all’emergere della conoscenza dei processi organici naturali che danno avvio allo studio della botanica, delal linfa, della bile, del ‘flegma’ che definiscono di un preciso rapporto tra natura e corpo umano, tra corpo umano e tempo ciclico, come quello lunare che influisce sulla germinazione del seme.
“Nel tempo ciclico, scandito dal movimento cosmico, non c’è finalità, ma solo compimento, e perciò anche la tecnica non tende a un fine da realizzare in una storia progressiva, ma all’esplicitarsi di un implicito, dall’attuarsi di ciò che è già presente in potenza, al manifestarsi di ciò che nella natura è latente e nascosto. La natura, infatti, come dice Eraclito “ama nascondersi” e “verità” è togliere il nascondimento”.
Il modello alchemico dell’ermafrodito, simbolo dell’individuo consapevole della dualità e dell’alterità con cui i fenomeni ciclicamente si ripropongono, evolve nel ricercatore che indaga la natura dell’anima attraverso l’esperienza artistica, letteraria e intellettuale.
La grandezza dell’opera di Dante Alighieri (1265 –1321) è dovuta alla concentrazione simultanea di contenuti che appartengono a tutti e tre i filoni che caratterizzano l’evoluzione della coscienza occidentale nei primi tre secoli del Millennio. Nella ‘Vita Nova’ Dante descrive il rapimento estatico percepito quando per la prima volta incontra Beatrice.
La bellezza femminile gli fa fremere i polsi, mentre lo spirito della vita che dimora ‘nella secretissima camera del cuore’, comincia a tremare ‘fortemente’. La descrizione non è priva di precise indicazioni sulla conoscenza della struttura del cervello, al punto da sdoppiare la consapevolezza di sè nello spirito animale, che dimora nell’altra ‘camera’ nella quale tutti li spiriti sensitivi portano le loro percezioni’, e nello spirito naturale, che dimora nella parte di cervello in cui ‘si ministra lo nutrimento nostro’.
Pieter Brueghel, Dulle Griet
Nessun commento:
Posta un commento