giovedì 31 gennaio 2008

Nella mitologia greca il Caos costituiva il “principio"

DI D. PICCHIOTTI

Nella mitologia greca il Caos costituiva il “principio”, una
massa informe di tutti gli elementi della natura, da cui ha
avuto origine il mondo. Nella moderna teoria dei sistemi il
caos fa riferimento non tanto al disordine totale, quanto a
sistemi perfettamente ordinati che manifestano però una
estrema sensibilità alle più piccole perturbazioni. La
descrizione completa del comportamento di tali sistemi
richiederebbe un enorme, al limite infinito, ammontare di
informazioni. Esso può però essere rappresentato in forma
facilmente comprensibile dalla visualizzazione del
movimento di un sistema in un paesaggio di valli, colline,
precipizi, punti di sella, che costituiscono la riproduzione
grafica dei sottostanti sistemi di equazioni.
La natura caotica dell’esperienza è stata catturata in modo
analogo nelle opere di grandi artisti, che hanno portato la
pittura a formidabili livelli di rappresentazione del mondo: la
calibrazione, l’accostamento, la luminosità e la saturazione
dei colori, le prospettive irreali, le atmosfere oniriche
trasportano la mente dell’osservatore calamitandone
l’attenzione e trascinandolo alle frontiere del suo inconscio,
luogo da cui si può meglio percepire l’essenza della realtà.
Con queste operazioni creative gli artisti riconducono il caos
a forme comprensibili.
Elementi altrettanto caotici si ritrovano nell’attività di
impresa, che dà forma a percezioni, bisogni ed emozioni
attraverso l’uso di capitali e persone, in contesti in cui
l’orizzonte temporale di previsioni affidabili si fa sempre più
ristretto o manca del tutto, a causa della forte sensibilità
all’indeterminazione iniziale sulla conoscenza del sistema, in
un mondo in cui l’insieme delle possibili evoluzioni diventa
sempre più complesso. Anche in questo caso, un processo
fortemente creativo.
Se si prova a caratterizzare il processo creativo comune ad
arte ed impresa (ma anche a scienza e tecnologia) si vede che
esso non è solo e semplicemente racchiuso nelle menti dei
“creativi”. Tale processo può essere compreso solo se si
guarda all’interazione tra tre elementi: l’intuizione e il
talento, caratteristiche dell’individuo; i metodi e le pratiche
caratteristiche di uno specifico dominio; i soggetti che
costituiscono il sottoinsieme sociale di riferimento e per i
quali la “creazione” ha valore (che può di volta in volta
essere identificato, ad esempio, negli appassionati d’arte o in
un segmento di mercato).
Creatività, metodo e valore costituiscono i tre nodi dalla cui
interazione nasce e si afferma il nuovo e prende forma il
mondo. Si capisce così come i concetti di eccellenza e di
innovazione non possano essere riferiti ad un singolo
soggetto, ma debbano per forza tener conto delle relazioni
tra i tre nodi fondamentali della creatività.
Competere alla frontiera della tecnologia richiede quindi
non solo il rafforzamento dei singoli elementi, ma anche un
complesso lavoro di attivazione e mantenimento di un
efficace sistema di relazione tra di essi. Non è un compito
facile. In questa sessione di studio, che traccia idealmente
un parallelo tra arte e impresa, ne discutono accademici e
imprenditori.

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