sabato 12 gennaio 2008

Lisia

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Lisia rappresenta la prima grande figura di artista nella letteratura greca. Scrive in gran parte discorsi giudiziari, in cui mostra una grande capacità di imitazione per l'esistenza quotidiana e i personaggi che la popolano, in uno stile molto elegante. Lisia appartiene all'alta letteratura.
Suo padre Cefalo si trasferì con la famiglia ad Atene, dove nel 445 nacque Lisia, che ben presto si recò in Magna Grecia per perfezionare la sua istruzione nella scuola retorica siciliana. Dopo la spedizione disastrosa in Sicilia del 415 tornò ad Atene, ma il nuovo governo dei Trenta lo accusò assieme al fratello Polemarco. Lisia riuscì a fuggire a Megara, ma il fratello fu ucciso. Tornò ad Atene dove fu costretto ad esercitare la professione del logografo.
Morì intorno al 380.
Scrisse moltissimo (si pensa 425 orazioni, di cui la metà sicuramente autentiche), in tutti i generi di oratoria: al genere epidittico apparteneva l'Olimpico, pronunciato alle Olimpiadi, mentre per la retorica abbiamo l'Erotico.
Ma è l'oratoria giudiziaria il campo preferito da Lisia: egli è chiaro, con una straordinaria varietà di toni espressivi e una forte energia. La sua maestria risiede nell'"etopea", cioè la capacità di immedesimarsi in un'altra persona facendo in modo che il discorso scritto da Lisia sembri in realtà scritto da quella persona. Egli insisteva sulle apparenze negative del cliente per metterne in risalto la genuinità e acquistare così la simpatia dei giurati. Per esempio, nell'orazione Per l'olivo sacro, un possidente, accusato di aver abbattuto un olivo sacro, è rappresentato come un uomo all'antica, burbero e poco socievole, per cui sarà difficile che si tratti di un bugiardo.
In Per l'invalido, un uomo riesce con umorismo ad ottenere un contributo statale per la sua invalidità.
Lisia è anche dotato di un eccezionale talento narrativo, ed è capace di mettere in scena situazioni altamente drammatiche o molto spassose, per esempio nel discorso Per l'uccisione di Eratostene, in cui viene narrato un realismo quotidiano che è in genere inconsueto.
Più passionali i discorsi politici, in cui a volte parla lo stesso Lisia. Nell'orazione Contro Eratostene, egli comparve personalmente in tribunale per accusare quest'uomo di aver ucciso suo fratello Polemarco, parlando in uno stile crudamente oggettivo.
I suoi discorsi rappresentano un'evoluzione rispetto alla retorica tradizionale. L'enfasi fa sì che ogni singola causa risulti unica nel suo genere. Lisia scrive in un purissimo dialetto attico, caratterizzato dall'essenzialità e dalla precisione.

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