venerdì 11 gennaio 2008

LE EVOLUZIONI STORICHE DELLA PITTURA CINESE

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Prima parte
La pittura cinese fin dagli esordi è nata sottolineando il suo aspetto prettamente didattico e ha sempre evidenziato il suo intento nello sviluppare valori in grado di regolare i rapporti umani. Il pittore in Cina riflette nelle sue opere la storia, il suo pensiero, l'anima e la sua concezione filosofica. Tutti questi aspetti hanno fatto sì che lo sguardo, di chi si sofferma su questi lavori, capisce che sono concentrati culturali e dell'integrità morale dell'artefice: una sintesi della perfezione del sapere. Shi Tao (1642-1718) è il portavoce della legge che ribadisce che la pittura rispetta le regole dell'inchiostro, mentre l'inchiostro quelle del pennello, il pennello quelle della mano, ed infine la mano le regole del cuore del pittore. La pittura tradizionale cinese ha come tema principale del ritrarre il campo della natura. In special modo sono 4 i caratteri principali: paesaggi (Shan shui), uccelli e animali (Ling mao), fiori e piante (Hua niao), ritratti (Ren wu). Poche volte si sofferma sull'uomo, per lo più lo rappresenta con significati simbolici. L’uomo viene evocato e non rappresentato realisticamente, non c’è una ricerca portata allo studio del ritratto di tipo “fotografico e della corporatura umana, ma la pittura cinese si sofferma con l’interesse di cogliere l’integrazione dell’uomo nella natura, infatti molto spesso la figura umana risulta essere un particolare della rappresentazione più che il protagonista dell’opera pittorica. L’omaggio artistico del ritratto in epoca antica è legato per lo più alle cerimonie funerarie e alla devozione dei cinesi nei confronti dei propri antenati. Per rappresentare il bello è necessario rimarcare l'essenza primaria di un soggetto, poiché gli artisti cinesi sentono l'arte come esplicazione della realtà esistente e non la vedono come una mera e semplice riproduzione. Uno strettissimo legame è quello tra la calligrafia e la pittura, il modo di dipingere è legato alla calligrafia: il carattere che simboleggia disegno di un qualcosa di reale, anche se nel corso degli anni ha subito numerose trasformazione, nella sua stilizzazione odierna ha ugualmente mantenuto l'aspetto di una realtà più che un segno convenzionale. Per la tradizione, ed anche per regola pratica, non è possibile essere un buon pittore se non si è un buon calligrafo. Le due qualità sono ambivalenti, perché entrambe richiedono la capacità di essere padroni nell'adoperare il pennello, il quale è veicolo liberatore della creatività che scaturisce dall'impulso dell'artista. Molto spesso nelle accademie l’apprendere delle due arti era parallelo, poiché entrambe richiedono la stessa tecnica e la stessa abilità del tratto. Infatti nel corso dei secoli, la scrittura dei cinesi, di matrice pittografica, ha preso un percorso di marcata stilizzazione, dove i disegni figurativi hanno assunto le forme di simboli o ideogrammi chiamati caratteri. Ancora oggi nella scrittura in uso corrente, verbi quali vendere o comprare, oppure nomi di animali come cavallo, capra, o nomi quali campo, fuoco, bocca, lingua, così come termini di altro e vari genere, palesemente offrono la comprensione del soggetto e dell’azione che vogliono identificare.
 

Zhang Sengyou


I colori della pittura sulle pareti rocciose, risalenti al Neolitico, ritrovati a Cangyuan, nella provincia dello Yunnan, e quelli sul sito del Palazzo Imperiale della dinastia Qin (221-207 a.C.), a Xianyang, nella provincia dello Shaanxi, hanno pigmenti di origine minerale. In questi ritrovamenti si vedono stilizzazioni di scene di caccia, di gioco o di vita quotidiana, che con il passare del tempo assumono un carattere fluido che offre la prima idea del movimento. Ma i primi numerosi esempi di pittura cinese, non riescono ad essere autonomi, infatti si manifestano come mezzi atti al servizio di arti minori. Appaiono così utensili verniciati, oggetti decorativi di molteplice genere come statue di ceramica o terracotta, vasi di bronzo, specchi, strumenti musicali e sculture funerarie. Nell'epoca arcaica nella tomba di Mawangdui, nella provincia dello Hunan, "La dama con drago e fenice" di Changsha, risulta uno dei più antichi dipinti su seta datati. Quest'opera si ritiene appartenga all'epoca della Dinastia Zhou (1100-221 a.C.), al tempo degli Periodo degli Stati Combattenti (Zhangguo) (453-221 a.C.). La seta di raffinata manifattura, presenta nel dipinto una principessa, nell’atto di intraprendere un viaggio verso l’al di là, con un profilo marcato, che delinea le caratteristiche di un'arte matura e forse già molto diffusa e conosciuta dai fruitori dell'epoca. Il periodo della Dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.), che vede risplendere questo primo grande impero, sfortunatamente non ha riportato nessuna testimonianza di minima rilevanza fino ad ora. Pochisssimi dipinti murali danno l’opportunità, con le fonti letterarie pervenuteci, di comprendere che i temi prediletti sono i ritratti di personaggi illustri come l'imperatore, spesso le sue donne, i generali, i funzionari civili e scene di vita a corte. Questi tipi di opere erano atti all'esaltazione di virtù o di imprese di personaggi celebri del momento, infatti in certi dipinti il paesaggio circostante viene omesso completamente per mettere in risalto figure di uomini eleganti e raffinati, i quali incarnano le idee di nobiltà confuciana, o scene dove personaggi su carri o cavalli sono rappresentati in uno spazio esteso che conferisce alla scena rapidità e velocità. I paesaggi di questo periodo denotano uno studio dello spazio, per nulla prospettico, che però è volto a creare un’idea di profondità. Dopo la caduta degli Han, all'epoca delle Dinastie del Sud e del Nord 386-589 d.C., la pittura cinese attraversa una fase di grande rilievo per la sua evoluzione storica: opere e trattati iniziano a codificare le regole di quest'arte. I reperti pittorici che si trovano in questo periodo sono per lo più delle riproduzioni rimaneggiate da artisti dell'epoca Tang, i quali dettavano le regole della pittura ufficiale. Tre artisti, i quali hanno un modo totalmente differente nel rappresentare la realtà, si distinguono tra i più conosciuti pittori del momento: Lu Danwei (440-500) conosciuto come il "pittore dell'osso" sottolinea le linee, con tratti decisi e robusti; Zhang Sengyou (504-551) il "pittore della carne" risalta ed evidenzia la bellezza corporea, demarcando la sensualità delle forme; Gu Kaizhi (334-389) noto come il "pittore dello spirito", nelle sue opere lascia emerge il carattere, le qualità, l'intimo del soggetto riprodotto, con "La dama del fiume Lo" ed il più celebre "Consigli dell'istitutrice alle dame di Palazzo", un rotolo orrizzontale dove sono raffigurate numerosi momenti di vita, quali insegnamenti per le spose dell’imperatore, è il primo dei tre ad uscire dall’anonimato. Il Buddhismo, che si fa sempre più vicino agli animi dei cinesi , nell'arco di regno della Dinastia Sui 589-618 d.C. ritorna spesso nei pensieri e quindi nelle opere dei pittori orientali. L'esempio di massimo splendore si riflette nella pittura murale dei templi: i ritratti di Buddha e dei monaci sono ricchi di forme. Lo stile pittorico legato al buddhismo è per lo più misto, riprende simbologie ed aspetti che apparivano già nei dipinti confuciani e taoisti, ed arricchisce il tutto con elementi specifici della nuova filosofia venuta dall'India. In questo periodo vengono illustrate scene di vita nei cortili o nelle case, oppure i ritratti del Buddha e le immagini che raccontano la sua vita, queste formano un vero poema calligrafico che, attraverso l'opera trasmette con il colore, elemento importante in questi lavori, nozioni filosofiche religiose anche a coloro che non sanno leggere e scrivere e quindi hanno la necessità di affidarsi alle immagini per apprendere ed imparare. I soggetti della dottrina buddhista ricorrenti più spesso sono quelli tratti dal "Sutra del Loto". Si distinguono artisti come Zhan Ziqian (580-620), esperto e maestro nella pittura murale, nei paesaggi e nel dipingere cavalli; Cao Zongda, conosciuto per i ritratti dal "drappeggio bagnato"; i Wei Chi, padre e figlio, quest'ultimo noto per la pennellata robusta e tesa come la corda dell'arco e ricordato per i suoi fiori. Le note "Le danzatrici" del rotolo Berenson appartengono proprio a quest’artista.

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