LA CREATIVITA’
RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
La creatività rappresenta un’ancora di salvezza in tanti momenti nella vita di
tutti i giorni, ci aiuta a generare idee utili in momenti di difficoltà, ci aiuta ad
uscir fuori dalla prevedibilità della quotidianità e a scoprire le bellezze
nascoste che ci portiamo dentro inconsapevolmente. Nei momenti di blocco
emotivo ci serve a risolvere situazioni imbarazzanti in modo inaspettato. Di
creatività ne facciamo uso nel lavoro, in famiglia, sempre. Il processo creativo è stato oggetto di studio sin dall’antichità.
Se in passato era considerato un fenomeno inspiegabile ( dote innata riservata
a pochi individui tra cui gli artisti ), attualmente il pensiero di molti studiosi è
che la creatività sia una condotta comportamentale che riguarda tutti gli esseri
umani. Vittorio Rubini, psicologo, sostiene che tutti gli individui posseggono più tipi
di abilità, tra cui la creatività, che si sviluppa in base alle circostanze di vita in
cui l’individuo si trova. Nell’antichità si pensava che la creatività fosse dote di persone che
crescevano in ambienti di estrazione sociale medio – alta grazie agli stimoli a
cui erano esposti. Col tempo si è capito che l’estrazione sociale non influiva
sulla creatività. Si ha un maggiore sviluppo della creatività se l’educazione che
si riceve nell’ambiente domestico tende a formare individui autonomi; i
genitori che stanno troppo vicini ai propri figli e tendono a controllarli non
favoriscono la creatività ma sviluppano la dipendenza. Edward De Bono, laureato in psicologia e medicina, è conosciuto per i
sui studi sulla creatività. Egli sostiene che la creatività è strettamente legata al
“pensiero laterale” che si contraddistingue come “un modo di usare la mente
e di trattare le informazioni”. Il pensiero laterale è generativo e intuitivo.
Se un problema viene affrontato col “pensiero verticale”, si ottengono
sicuramente risultati corretti ma limitati. Per avere una soluzione innovativa bisogna rovesciare i punti di partenza e
servirsi di ipotesi apparentemente lontane. Tutti i dati, anche quelle marginali,
vengono presi in considerazione al fine di ottenere una “ristrutturazione
intuitiva”: questo, in sintesi, è il “pensiero laterale”. Il pensiero laterale (generativo) e quello verticale (intuitivo) si completano in quanto il fine comune è l’efficacia. Howard Gardner, psicologo americano, si è specializzato in psicologia
dell’età evolutiva e in neuropsicologia. Egli sostiene che è errato misurare il
QI (quoziente intellettivo) di un individuo considerato unitario per tutti gli
individui: ogni soggetto ha una propensione particolare e non è dotato di
“intelligenza generale”. Egli crede che ogni soggetto abbia delle attitudini particolari che interessano
aree di conoscenza specifiche nelle quali egli sarà maggiormente creativo.
Partendo da questo presupposto, Gardner si è occupato dello sviluppo delle
capacità artistiche nei bambini e della progettazione di strumenti per
migliorare l’apprendimento e la creatività attraverso un tipo di insegnamento
e valutazione personalizzato. Bisogna pensare alla creatività nei termini delle “diverse intelligenze”, poiché
alla base della creatività c’è una intelligenza specifica. Un individuo sarà
maggiormente creativo nei campi in cui è maggiormente dotato.
Le intelligenze di Gardner si dividono in sette tipologie: Intelligenza Linguistica: tipica degli scrittori. Per capire e valutare se un bambino possiede questa abilità gli si possono far inventare delle storie e
osservare la capacità che ha acquisito nell’ adattare le parole alla natura del
compito Intelligenza Logico-matematica: tipica degli scienziati e dei matematici.
Per valutare la presenza di questa abilità nei bambini gli si deve dare la
possibilità di verificare semplici ipotesi e lasciargli individuare relazioni e
principi. Intelligenza Musicale: i bambini dotati di tale abilità si avvicinano al mondo
dei suoni in modo spontaneo. Bisogna lasciarli sperimentare e creare proprie
melodie. Questa abilità si rivela nella capacità di comporre e analizzare,
nonché nella capacità di distinguere le diverse altezze, timbri e ritmi.
Intelligenza Spaziale: capacità di orientarsi nello spazio e capire la
dimensione che occupano gli oggetti nello spazio. La presenza di tale capacità
perlopiù mentale si può verificare lasciando che il bambino costruisca degli
oggetti con le costruzioni e metta in gioco la capacità di immaginare l’oggetto,
anche se assente nello spazio. Intelligenza Cinestetica: avere la capacità attraverso i movimenti del
proprio corpo di trovare soluzioni. Tale capacità motoria e abilità mentale si
esercita e si scopre con lo sport: nelle partite di pallone , si rivela l’aspetto
funzionale del controllo e del coordinamento corporeo, nel ballo, si rivela
l’aspetto espressivo. Intelligenza Interpersonale: abilità di capire gli altri e di interpretare le
emozioni e le motivazioni. Abilità nel trovare soluzioni che risolvano
situazioni sgradevoli tra litiganti. Intelligenza Intrapersonale: questa intelligenza consente di conoscere
bene se stessi. Consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, dei
desideri e delle paure. Attraverso la conoscenza dell’io si ha la capacità di
adattarsi a svariate circostanze. Bisogna incoraggiare i bambini ad essere introspettivi attraverso un diario
che rileggeranno per potenziare l’intelligenza intrapersonale. Per Goleman, Ray, Kaufman la creatività è il risultato dell’incontro di alcuni componenti: a) “l’expertise”: esperienza e padronanza in un ambito specifico; il talento
che ogni individuo possiede in un settore specifico. b) “la capacità di pensare in modo creativo”: la capacità di non temere il rischio, la tenacia nell’affrontare il problema, la capacità di rielaborare e
rovesciare le cose nella propria mente. c) “la passione”: motivazione intrinseca che fa agire per il puro piacere di
farlo. d) “la costanza”: permette all’individuo, anche nei momenti di frustrazione e
stanchezza a “non mollare”. e) “la capacità di vedere le cose in modo nuovo”: non avere preconcetti.
f) “la capacità di essere pronti a correre dei rischi”: non avere paura di sbagliare.
g) “la capacità di saper trarre dagli eventuali errori informazioni utili”: capacità
selettiva sui modi più adeguati con cui agire. h) “ la capacità di accettare le proprie ansie”: riconoscere la paura e servirsene al
momento giusto. La natura del pensiero creativo si configura attraverso cinque stadi:
1) “la preparazione”: momento in cui si viene a conoscenza del
problema e si raccolgono tutti i dati utili alla risoluzione,
anche quelli non essenziali. Non bisogna prendere posizioni
fisse, ma essere aperti e recettivi. 2) “la frustrazione”: avviene nel momento in cui il pensiero
verticale, quindi quello razionale, durante la ricerca della
soluzione non riesce a trovarla. La tenacia in questo punto
del processo creativo è la migliore arma per raggiungere
l’obiettivo. 3) “l’incubazione”: è il momento in cui la mente elabora i dati
raccolti precedentemente. Gran parte dell’elaborazione
avviene a livello inconscio. 4) “il fantasticare”: è il momento in cui la mente è aperta ad ogni
tipo di soluzione e non pensa a nulla di particolare. Si è più
aperti all’intuizione. 5) “l’illuminazione”: è il momento in cui si ha l’intuizione della
nuova idea. Il passaggio seguente è quello di saperla tradurre in azione.
Gli stadi descritti da Goleman, Ray, Kaufman sono per linee generali
quelli condivisi da più studiosi.DI Mariangela Amore