Venusto Papini( PITTORE )Colle di Val d'Elsa nel 1899 -1980
RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
Le peculiarità dello stile di Papini, pittore quasi per fausta predestinazione, sono racchiuse anche in una sorta di rebus onomastico, poiché lo stesso nome di battesimo, Venusto, già allude al modo elegante con cui seppe rendere omaggio alla bellezza femminile, ritraendo giovani donne dal fascino dolce e dallo sguardo suadente.
Venusto Papini nacque a Colle di Val d'Elsa nel 1899, negli anni in cui nella città si respirava ancora il clima di affermazione del pensiero socialista che fece della municipalità colligiana un modello esemplare nel panorama italiano tra i due secoli. Nella realtà borghese e produttiva di Colle di Val d'Elsa la famiglia Papini aveva una larga occupazione nel ramo dell'industria laniera, uno dei settori trainanti dell'economia colligiana dell'epoca. La passione per la pittura di Venusto, nata tardivamente, prese avvio sul finire degli anni Venti del secolo scorso, prima come autodidatta e poi sotto la guida di Antonio Salvetti, che, giunto ormai al termine della sua carriera e a causa della salute sempre più cagionevole, si era ritirato a dipingere tra le mura domestiche. Tale passione si trasformò presto in una costante applicazione tecnica e in un meditato esercizio pittorico.
L'ascendenza salvettiana è pienamente leggibile nel linguaggio artistico di Venusto Papini, soprattutto per i riferimenti iconografici sottesi alla scelta dei soggetti, come il paesaggio colligiano ed il territorio circostante, le scene agresti e di lavoro nei campi, le nature morte, la ritrattistica, che si avvale sempre del mezzo fotografico per riprodurre, con dovizia di dettagli, i tratti somatici dei personaggi raffigurati, nel rispetto di una prassi largamente adottata dal maestro. La sua pittura, inoltre, riflette essenzialmente le visuali del territorio nativo, con selve bagnate da imperturbabili acque lacustri e campagne attraversate da fiumi e ruscelli che scorrono placidi, accompagnati sulle sponde da ramificate file di pioppi, nel rispetto della tradizione post-verista.
Venusto Papini dipingeva nel tempo libero, in concomitanza alla sua occupazione che svolse, tra il 1931 e il 1933, presso la pretura di Poggibonsi, poi all'ufficio catastale di Colle di Val d'Elsa e dal 1939 presso l'amministrazione comunale della città colligiana. Nel Dopoguerra, Papini continuò le sue attività parallele di pittore e di impiegato e rifiutò di andare negli Stati Uniti, declinando anche gli inviti ad esporre all'estero. Furono, invece, numerose le sue adesioni a mostre e collettive che si svolsero sul territorio. Nel 1970 Venusto Papini andò in pensione e l'anno successivo fu nominato tra i membri dell'Accademia Universale "Guglielmo Marconi" di Roma. Durante gli anni della vecchiaia abbandonò quasi del tutto i pennelli per riservare le sue attenzioni alla figlia e al nipote Luca, fino al giorno della sua scomparsa, avvenuta il 17 febbraio del 1980.
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