MAX BILL -
a cura DI D. PICCHIOTTI
Winterthur, 1908 - Berlino, 1994) fu pittore, scultore, architetto, designer, una sorta di “creatore universale”. Ha progettato modi di vita, spazi, utensili e oggetti d'uso quotidiano, da un intero villaggio come la scuola di Ulm, a esposizioni, a edifici corporativi, da unità residenziali prefabbricate a viadotti autostradali; ha realizzato innumerevoli pitture e le sue sculture sono in luoghi pubblici di molte città del mondo; ha scritto testi teorici e monografie e ha fatto parte del consiglio comunale di Zurigo.
Il nucleo di questa poliedricità si forma, tra il 1927 e il 1929, al Bauhaus di Dessau, dove Bill ha avuto modo di conoscere le opere costruttiviste e di frequentare grandi maestri quali Paul Klee, Wassily Kandinsky e Josef Albers.
All’attività artistica egli affiancò il pensiero teorico, l’impegno politico e divulgativo e l’insegnamento: fu tra l’altro co-fondatore della Hochschule für Gestaltung a Ulm e membro di diversi gruppi e associazioni di artisti, architetti e designer a livello europeo.
Divenne in tal modo il leader carismatico del concretismo internazionale, influenzando il pensiero dei movimenti artistici della metà del Novecento, tra cui l’italiano MAC, Movimento di Arte Concreta, e conseguendo numerosi riconoscimenti internazionali.
La mostra milanese, curata da Otto Letze e Thomas Buchsteiner dell’Institut für Kulturaustausch, rappresenta quindi, in un contesto internazionale, l’occasione di conoscere a fondo un artista che con la sua produzione ha segnato non solo i movimenti artistici contemporanei ma, attraverso il design, le opere pubbliche, l’architettura, ha influenzato anche il gusto della vita quotidiana.
Le ampie e luminose sale di Palazzo Reale offrono un ottimo contesto espositivo per la mostra, che si sviluppa in un percorso articolato e attraverso un allestimento studiato sulle diverse tipologie di opere che l’artista ha progettato.
La sua produzione è coerente in tutte le sue forme con i principi dell’Arte Concreta, definita dalle sue stesse parole come "l’espressione pura della misura e della legge armonica".
Una ricerca dove domina la personale immaginazione dell’artista e che, nel perseguimento dei principi essenziali della creazione, lo avvicina al metodo matematico; le sue opere, tanto in pittura quanto in scultura – celebre è la serie del “nastro infinito” - e design, sono caratterizzate dalle forme geometriche pure ed essenziali e dalla ricerca sul colore.
Note biografiche
Max Bill nasce a Winterthur, Svizzera, nel 1908. Dopo aver studiato alla Kunstgewerbeschule di Zurigo è allievo al Bauhaus di Walther Gropius, dal 1929 al 1932. Rientrato in Svizzera lavora come architetto, decoratore, grafico, scultore, pubblicista e designer. In tutti questi campi è attivo anche come teorico, insegnante e conferenziere. Nel 1938 è membro del CIAM (Congrès International d’Architecture Moderne) e dell’UAM (Union des Artistes Modernes).
Nel 1951 è co-fondatore della Hochschule für Gestaltung di Ulm e vi dirige le sezioni di architettura e design. È membro dell’Institut d’Esthétique Industrielle di Parigi, del DWB (Deutscher Werkbund), del BSA (Bund Schweizer Arkitekten), dell’AIA (American Institute of Architects) e dell’ associazione svizzera "Oeuvre".
Nel 1967 insegna design ambientale alla Staatliche Hochschule für Bildende Kunste di Amburgo. È quindi membro dell’Accademia delle Arti di Berlino e dell’Accademia Reale Fiamminga di Scienze, Letteratura ed Arti, e consulente onorario dell’Unesco.
L’impegno didattico trova riscontro nella sua attività progettuale; a tal proposito si ricorda la sezione svizzera alla Triennale di Milano (1936 e 1951), gli edifici della Hochschule di Ulm (1953-1954), il padiglione della città di Ulm all’esposizione di Stoccarda (1955), il padiglione dell’esposizione nazionale svizzera di Losanna (1964).
Tra i suoi scritti, si ricordano ‘Mies Van der Rohe’ (1945), ‘Architettura svizzera moderna’ (1949), ‘Robert Maillart’ (1955) e ha curato l’edizione delle opere complete di Le Corbusier.
Muore a Berlino nel 1994.
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