martedì 25 marzo 2008

Jean Paul Sartre: notizie biografiche

a cura DI D. PICCHIOTTI

Nato a Paris nel 1905 da Jean-Baptiste Sartre, ufficiale di marina, e da Anne-Marie Schweitzer [il celebre dottor Schweitzer era suo cugino]. Nel 1924-1928 frequentò l'Ecole Normale di Paris. A questi anni risale l'amicizia con Simone de Beauvoir, alla quale restò sentimentalmente legato per il resto della vita. Insegnò filosofia al liceo di Le Havre dal 1931 al 1933. Fu per un anno, con una borsa di studio, a Berlin e a Friburgo dove lesse per la prima volta le opere di Husserl, Heidegger, Scheler. Richiamato alle armi, il 21 giugno 1940 fu fatto prigioniero dai tedeschi in Lorena, e internato a Treviri. Ottenuta la libertà, facendosi passare per civile, partecipò attivamente alla resistenza antinazista francese. Nel 1945 fondò con M. Merleau-Ponty la rivista «Les Temps Modernes», in cui trovarono espressione le tre esperienze fondamentali della sua vita: quella filosofica, quella letteraria e quella politica. Divenuto famoso come caposcuola dell'esistenzialismo, si recò come giornalista negli USA, iniziando una serie lunghissima di viaggi in ogni parte del mondo. Nel 1947 diede vita con Rousset, Rosenthal e altri a un nuovo partito, il Rassemblement Démocratique Révolutionnaire, di ispirazione marxista ma privo di impostazione classista. Nel 1948 il risultato delle elezioni ne determinò il fallimento. Sartre si impegnò maggiormente nella politica. Nel 1952 partecipò a Vienna al Congresso mondiale della pace. Nel 1953 si pronunciò contro la guerra francese in Indocina. Nel 1956-57 insorse contro la repressione sovietica a Budapest. Del 1961 è il famoso "Manifesto dei 121" che proclamava il diritto all'insubordinazione per i francesi mobilitati nella guerra d'Algeria, e aderiva apertamente al Reseau-Jeanson, l'organizzazione clandestina sostenitrice del Fronte Nazionale di Liberazione Algerino. Nel 1964 gli fu dato il nobel per la letteratura (con questa motivazione: "for his work which, rich in ideas and filled with the spirit of freedom and the quest for truth, has exerted a far-reaching influence on our age"), ma Sartre lo rifiutò (facendo scandalo) per ragioni personali e con ragioni obiettive. Nel 1966-1967 fu tra i promotori del Tribunale Russell. Durante il 'maggio francese' (1968) si allineò con le posizioni politiche di alcuni gruppi della sinistra extraparlamentare. Ribadì poi questo orientamento, aspramente critico verso il PCF e verso l'URSS, in varie occasioni: insorgendo contro l'invasione della Cecoslovacchia, assumendosi la responsabilità giuridica di periodici filo-maoisti ecc. Sartre è morto a Paris nel 1980.
Jean Paul Sartre: Opere
Relativamente alle sole opere letterarie, Sartre iniziò con il romanzo La nausea (La nausée, 1938). Protagonista è Antoine Roquentin, trasferito da poco a Bouville, un piccolo centro di provincia, per completare un libro di storia. Un giorno avverte improvvisamente una strana sensazione: niente gli appare più come prima, gli oggetti gli lasciano una specie di nausea, il lavoro lo annoia. Annota fedelmente nel diario le sue amare riflessioni, descrive il «formidabile avvenimento sociale» che è la domenica in provincia, racconta la visita al museo dove sono i ritratti delle celebrità locali, riferisce con commiserazione e irritazione le confidenze dell'Autodidatta, un tipo conosciuto in biblioteca, pieno di ingenua fede nell'umanitarismo. Il sentimento di esistere provoca in Antoine una violenta ripugnanza: rinuncia a completare la sua ricerca storica. Solo la musica mette fine alla vertigine della nausea, ed è la musica a suggerirgli la soluzione: creare, scrivere un libro che lasci traccia della sua esperienza e gli consenta di «accettarsi».
Una raccolta di racconti sono quelli de Il muro (Le mur, 1939). Sartre si impegnò poi in un ciclo romanzesco, intitolato "Le vie della libertà" (Les chemins de la liberté), una trilogia che comprende: L'età della ragione (L'âge de raison, 1945), Il rinvio (Le sursis, 1945), e La morte nell'anima (La mort dans l'âme, 1949).
Con Le mosche (Les mouches, 1943) iniziò l'attività drammaturgica. Essa proseguì con il dramma monoatto Porte chiuse (Huis clos, 1945), La puttana timorata (La p... respecteuse, 1946), Morti senza tomba (Morts sans sépulture, 1946). Le mani sporche (Les mains sales, 1948) è un dramma in sette scene. L'azione si svolge in un immaginario paese dei Balcani durante la seconda guerra mondiale, mentre inizia la disfatta tedesca e all'interno del partito comunista già si pongono i problemi del dopoguerra. Hoederer, capo dell'ufficialità comunista, è schierato su posizioni collaborazionistiche, ma gli altri dirigenti del partito non condividono la sua linea politica e decidono di eliminarlo. Incaricato di questa missione è Hugo, giovane intellettuale marxista di origini borghesi. Hugo si stabilisce con la moglie Jessica in casa di Hoederer come segretario. I due oppongono i rispettivi punti di vista: Hugo vuole solo preservare la purezza del suo ideale, mentre Hoederer crede in una politica efficace anche se per applicarla si è costretti a 'sporcarsi le mani'. Hoederer capisce che il vero problema di Hugo è quello di sentirsi respinto da ogni collettività umana, escluso dal mondo borghese per sua scelta, lo è anche dal mondo proletario in cui non è nato. Hoederer si propone di aiutarlo. Dopo qualche esitazione Hugo sta per accettare quando scopre Jessica tra le braccia di Hoederer. Credendosi preso in giro, lo uccide. All'uscita della prigione Hugo scopre che la linea politica di Hoederer è stata ufficialmente accettata da tutti i dirigenti che ora vorrebbero fargli ammettere che ha ucciso per ragioni esclusivamente personali. Hugo rifiuta questa interpretazione strumentale del suo atto, e si getta sotto i proiettili dei suoi ex-compagni.
Seguirono: Il diavolo e il buon Dio (Le diable et le bon Dieu, 1951), Nekrassov (1956), I sequestrati di Altona (Les séquestrés d'Altona, 1960).
Accanto all'attività letteraria fondamentale fu l'attività di critico e stimolatore culturale (es il saggio su Jean Genet intitolato San Genet, 1952), oltre che di filosofo. E di attivista politico: si ricorda ad es una delle sue opere più grosse, dal titolo I comunisti e la pace (Les communistes et la paix) scritto dopo l'arresto nel 1952 del segretario del PCF Jacques Duclos, accusato di complotto contro lo Stato.
Nel 1981 è iniziata la pubblicazione di tutte le opere di Sartre nella prestigiosa collana della «Pléiade». Tra gli inediti e i postumi è da ricordare il progetto per La regina Albemarla o L'ultimo turista (La regina Albemarla o Il ultimo turisto) scritto da Sartre in occasione di un viaggio nel 1951 in Italia: opera rimaneggiata a lungo e in parte perduta, mai portata a compimento, pubblicata da Gallimard nel 1991 a cura di Arlette Elkain-Sartre, la figlia adottiva di Sartre, che riordinò diverse 'sequenze' del manoscritto integrato con le carte conservate alla Biblioteca Nazionale di Paris. L'operina è il diario impressionistico di quel viaggio in varie città italiane.
Jean Paul Sartre: per un'esistenzialismo progressista
Filosofo, romanziere, drammaturgo, polemista, critico e teorico della letteratura, Sartre fu per anni una presenza culturale centrale. Sempre all'opposizione, sempre provocando scandalo presso tutte le chiese. In nessuno dei suoi romanzi o dei suoi drammi è stato mai un autentico inventore di forme espressive. Risulta quasi sempre sollecitato, in partenza, da modelli preformati: Céline ne "La nausea", Dos Passos ne "Il rinvio", Kafka in diversi racconti ecc. Il suo talento letterario si esercita più in estensione che in specificità, per accumulo di gesti creativi più che nella perfezione o nel perfezionamento di singoli gesti. Segnata dalla contraddizione di chi, parlando sempre di 'impegno', crea letterariamente e nega nello stesso tempo alla letteratura qualsiasi forma di autonomia, quella di Sartre è un'opera originale. In indissolubile relazione con la vastità e la coerenza della sua dialettica visione del mondo, la cui unità appare data soprattutto dal grandioso dibattito sulla libertà dell'uomo che percorre tutta la sua opera di pensatore.
L'importanza di Sartre scrittore è legata alla straordinaria, terribile densità del mondo che egli rappresenta nei suoi testi narrativi e teatrali: un mondo assurdo e ripugnante, un mondo «a porte chiuse», dominato dall'orrore per la condizione stessa dell'esistere. Questo inferno senza scampo ha una via d'uscita, data appunto da quella drammatica tensione verso la libertà o la liberazione dell'uomo, che nei libri di Sartre è sempre presente, anche se biologicamente sconosciuta ai suoi personaggi. Questi si dibattono nel disgusto per l'incomprensibile contingenza dell'esistere, o cedono alla malafede che consente di eludere il nodo della condizione esistenziale dell'uomo, la libertà assoluta della scelta. La possibilità di una autentica soluzione vibra nelle pagine letterarie sartreiane. Essa consiste nel lucido farsi carico del proprio agire, cioè della capacità di accogliere una responsabilità e un impegno etici e politici non più garantiti per l'uomo contemporaneo da alcuna certezza.

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