sabato 1 marzo 2008

BREVE STORIA DELLA FILOSOFIA CINESE 



RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Se pensiamo alla cultura della Cina, il nostro pensiero va immediatamente ad antichi pensatori come Confucio e Lao tzu, immaginando che la cultura cinese sia rimasta immobile per migliaia di anni, come se essa non avesse avuto "storia". D'altronde da noi simili pregiudizi sono diffusi per tutte le civiltà extraeuropee.
Hegel riteneva che le civiltà orientali fossero ormai esaurite e più nulla potevano dare allo sviluppo della civiltà e della filosofia: concezione chiaramente basata sulla quasi assoluta ignoranza che si aveva allora delle altre civiltà
Naturalmente l'impressione di immobilità è del tutto errata: la Cina ha avuto una storia culturale e filosofica ricca almeno come quella dell'Occidente. Pur tuttavia l'impressione di "astoricità" della filosofia cinese deve avere pure una sua ragion d'essere.
Noi riteniamo che essa dipende da due fattori fondamentali: la concezione della storia e le vicende degli ultimi due secoli.
Innanzi tutto consideriamo la concezione della storia. Fino all'Ottocento, tanto da noi che in Cina si riteneva che la storia fosse la ripetizione di vicende simili, un alternarsi di età prospere e di età di crisi con la incrollabile tendenza a credere che i modelli per migliorare la società fossero nel passato: se in Cina abbiamo il ritorno continuo a Confucio, in Europa gli Umanisti teorizzavano il ritorno al mondo classico e la Riforma Protestante a quello dei tempi evangelici. 
A un certo punto però in Occidente è nata l'idea di progresso storico indefinito: i modelli non sono più nel passato ma nel futuro: per affermare la positività di una istituzione diciamo che è "moderna", per combatterla diciamo che è vecchia, che è "ottocentesca "che è"medioevale". Ciò non avvenne in Cina o nelle altre civiltà se non per riflesso della cultura occidentale: pertanto esse appaiono "contemporanee del passato" come immobili (come in effetti da noi fino qualche secolo fa)
Un secondo fattore è dato dal progresso scientifico e sociale: per i Cinesi gli Europei non si identificano in Platone o in Aristotele, personaggi comunemente ignorati ma come i creatori della strabiliante tecnica moderna , i fondatori dello Stato Moderno, della democrazia e/o del socialismo,
Essi ci vedono essenzialmente per quanto abbiamo prodotto negli ultimi cento o duecento anni. Al contrario i Cinesi non hanno prodotto nulla di interessante per noi nè scientificamente nè culturalmente negli ultimi secoli: pertanto noi ammiriamo di essi le grandi opere di un lontano passato, (la Grande Muraglia , il pensiero di Confucio e di Lao tzu.)
Noi intendiamo mostrare che invece la Cina ha avuto una storia filosofica ricca e varia e che negli ultimi 150 anni a contatto con il pensiero occidentale dopo un non breve periodo di crisi ha ormai elaborato una cultura che possiamo definire moderna e che riteniamo possa a breve stare al passo con quella occidentale e dare al mondo un suo contributo essenziale .
Fino al 1800 i Cinesi ritennero che la loro non fosse " una civiltà" ma "la civiltà ": essi non avevano un termine per indicare il loro paese ma lo definivano il "centro". Al di fuori di esso essi ritenevano che esistessero solo popoli barbari , che nulla veramente di interessante potesse venire dal di fuori nè tecnicamente nè culturalmente. Quando cominciarono ad avere rapporti con gli occidentali li definirono barbari come gli altri popoli stranieri. Riconoscevano che alcune loro scoperte tecniche e scientifiche fossero interessanti , che era anche utili avere qualche commercio, perfino apprezzavano alcune idee ma sostanzialmente li consideravano sempre dei "barbari". Ciò che scosse questa granitica, millenaria certezza della propria superiorità civile fu la "guerra dell'oppio" nel 1842. Fu allora evidente e innegabile la supremazia europea che per i 50 anni seguenti li umiliò continuamente : realizzarono allora che la Cina era incapace di opporsi ai barbari venuti dall'occidente, che essi non erano come i Mongoli o i Manciu solamente capaci di fare la guerra: che avevano effettivamente una civiltà più avanzata. Negli ultimi 150 anni i Cinesi hanno affrontato questo problema drammaticamente: nè è nato un pensiero e una filosofia che non possono essere ignorate .
la Cina non è solo il paese di Confucio : è anche il paese degli scontri e degli incontri fra un antichissima civiltà e e le nuove idee importate dall'occidente.

SU
CONFUCIO
Il nome di Confucio è la latinizzazione del termine cinese "K'ung fu tsu (cioe: maestro K'ung) operata dai Gesuiti nel 1600. Visse nel VI secolo a. C. piu o meno contemporaneo di Platone, di Budda in quella che viene definita "età assiale" in quanto nello stesso periodo sono vissuti i primi grandi pensatori delle tre grandi civiltà in Europa, India e Cina.
Per 2500 anni in Cina il pensiero di Confucio è stato un punto di riferimento costante:erroneamente però in occidente questo fatto viene visto come segno di immobilismo del pensiero cinese. In realtà il pensiero confuciano ha avuto interpretazioni varie e contrastanti succedutosi nei secoli, ha lottato con altri grandi movimenti di pensiero, ha conosciuto secoli di emarginazione.
Per una ampia esposizione del suo pensiero rimandiamo ad altra voce dello stesso sito. Noi ci limitiamo a fare alcune osservazioni generali
Egli visse in un periodo in cui la Cina era divisa in vari regni in perenne guerra fra di loro e si rimpiangeva un passato più o meno mitico in cui invece un solo imperatore aveva mantenuto pace e prosperità in tutta la Cina. Per Confucio quindi ordine e stabilità significano prosperità e felicità: il suo pensiero è essenzialmente il tentativo di dare regole che possano reggere la società.
Non è pertanto un metafisico :


Cosa è la morte? Se nemmeno sappiamo che cosa è la vita  come
possiamo conoscere la essenza della morte
Tuttavia egli non è un agnostico e tanto meno un ateo: la legge che regge i rapporti fra gli uomini è la legge morale che deriva direttamente al cuore degli uomini dal Cielo (= tien: il termine indica come anche in italiano sia il cielo materiale che la Divinità in generale) : un concetto del tutto analogo troviamo nel pensiero cristiano. Tuttavia egli non tratta gli aspetti metafisici ne tanto meno pensa a una rivelazione diretta di Dio.
I suoi principi vengono enunciati come autoevidenti , non vengono giustificati nè religiosamente e nemmeno dimostrati deduttivamente. Tutti debbono osservare i propri doveri verso la famiglia, verso la società ,verso lo Stato. Tutti debbono ubbidire ai superiori e tutti debbono agire nell'interesse dei sottoposti con giustizia e magnanimità: soprattutto l'Imperatore, il capo supremo deve ubbidienza al Cielo e preoccuparsi del benessere dei suoi governati. Concetti analoghi troviamo d'altronde nel pensiero cristiano.
Diamo qualche breve esempio degli insegnamenti di Confucio
SUL BUON GOVERNO :
• Se il principe e i magistrato promulgano leggi o decreti ingiusti il popolo non vi ubbidirà e si opporrà alla sua esecuzione con mezzi violenti anche ingiusti
• Quando il Centro e la Armonia hanno raggiunto il suo massimo grado di perfezione regnano pace e ordine in cielo e in terra e tutti gli esseri raggiungono la loro completa realizzazione
• La prima cosa a cui deve badare il capo è che  la sua condotta sia semplice, retta e giusta in ogni momento: deve tener sempre in conto i consigli degli altri,deve sempre controllare i propri atti e mai comandare dispoticamente
• Quale è l'essenza del buon governo? Non risolvere i problemi con precipitazione e non cercare il proprio tornaconto personale
SULLA CONDOTTA DELL'UOMO:
• Dall'uomo più nobile a quello  più umile tutti hanno il dovere di migliorarsi
• Controllati anche nella tua casa:non fare nulla di cui debba vergognarti anche nel luogo più segreto
• Si può definire un uomo superiore se  è il primo che pone in pratica le sue idee e poi predica agli altri ciò che egli stesso ha realizzato.
• L'uomo prudente parla poco ma è attivo nell'agire.
• Quando un uomo è vicino alla morte le sue parole sono sincere e veraci
• L'uomo volgare è orgoglioso e vano anche quando la sua posizione non sia elevata.. E' molto vicino alla perfezione l'uomo costante,paziente,umile e misurato nel parlare
• Siate rigidi con voi stessi ma condiscendente con gli altri:in questo modo sarete liberi da ogni invidia e risentimento
Come si può constatare da queste brevissimi esempi in effetti si tratta di principi generali sui quali sarebbe difficile dissentire, anche un occidentale moderno sostanzialmente vi aderirebbe. Questo spiega a nostro avviso, la persistenza dell'insegnamento di Confucio per migliaia di anni. I problemi nascono in effetti quando questi principi vanno poi concretizzati:quando un decreto è ingiusto, quando una condotta è retta e semplice? Sono possibili infinite interpretazionI: in effetti tutti Cinesi possono dirsi Confuciani o forse tutti gli uomini possono definirsi tali. Confucio in realtà ha espresso il sentire comune dell'umanità è in questo possiamo indicare la sua grandezza ma anche forse il suo limite in quanto non opera scelte in argomenti controversi . Di Giovanni De Sio Cesari