venerdì 30 maggio 2008

FIlosofia araba ed ebraica"Breve sintesi sui maggiori esponenti della cultura araba ed ebraica."

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

La cultura araba aveva cominciato a svilupparsi verso il IX secolo con la traduzione di numerose opere di filosofi e scienziati greci. Nel XII secolo, i rapporti con il mondo arabo stimolarono moltissimo la vita culturale occidentale, perché la cultura orientale aveva già assorbito l'eredità della filosofia greca che gli occidentali conoscevano, invece, solo parzialmente attraverso l'opera dei Padri della Chiesa. Anche la filosofia araba è una scolastica, cioè un tentativo di trovare una spiegazione razionale
alla Verità rivelata dalla religione. Nella filosofia araba si possono distinguere due tendenze fondamentali: la neoplatonica e l'aristotelica. Della prima il massimo rappresentante è Avicenna, della seconda è Averroé. AVICENNA Avicenna, il cui nome era Ibn - Sina, era persiano e fu famoso come medico oltre che come filosofo. La sua opera principale è il Libro delle Guarigioni, da cui furono tradotte la Logica, la Metafisica e la Fisica. Avicenna formula chiaramente il principio fondamentale della filosofia araba: tutto ciò che accade, accade perché deve necessariamente accadere e non potrebbe accadere in un modo diverso. Se una cosa non è necessaria ma possibile in rapporto a se stessa, deve essere necessaria in rapporto ad altro. L'essere che è necessario in rapporto a se stesso è Dio; l'essere che è possibile rispetto a se stesso, ma necessario rispetto a Dio è la natura. Le cose naturali, infatti, sono necessarie perché derivano da Dio che è un essere necessario. Anche la creazione è un atto necessario perché ha origine in Dio. Tutti i filosofi arabi sin interessarono al problema dell'intelletto attivo che identificarono con Dio e dal quale distinsero altre specie d'intelletto: oltre all'intelletto attivo, che è quello divino, esistono l'intelletto potenziale che è quello umano che riceve dall'intelletto divino i principi in base ai quali può ragionare, l'intelletto acquisito che è quello che ragiona e forma l'insieme delle conoscenze umane. AVERROE' Il più celebre dei filosofi arabi è Ibn - Rashid, detto dagli occidentali Averroé; nacque in Spagna a Cordoba e scrisse due Commenti e una parafrasi delle opere di Aristotele. Per Averroé, la dottrina di Aristotele è la verità e Averroé si propone soltanto di esporla e chiarirla. Egli è inoltre convinto che la filosofia aristotelica sia assolutamente in accordo con la religione islamica, esprimendo meglio quello che quella religione insegna in maniera semplice agli uomini incolti. Per Averroé, l'insegnamento fondamentale di Aristotele è la necessità di tutto ciò che esiste; il mondo è necessario perché creato da Dio che è perfetto. In quanto creato da Dio che è eterno, il mondo non ha avuto un inizio nel tempo, ma è eterno come Dio.La sua creazione non è stata un atto libero ma una necessità perché il mondo è una necessaria manifestazione di Dio.

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