martedì 13 maggio 2008

E' morto Robert Rauschenberg, gigante dell'arte . DI D. PICCHIOTTI


NEW YORK (13 maggio) - Robert Rauschenberg, uno dei giganti dell'arte americana contemporanea, è morto lunedì notte nella sua casa di Captiva, un'isola della Florida dove risiedeva dagli anni Settanta. Su sua richiesta era stato dimesso dall'ospedale dove era stato ricoverato di recente per una polmonite. «Se n'è andato in pace, nel suo letto, come voleva», ha detto Jennifer Benton, un'amica.
BIOGRAFIA
Robert Rauschenberg, il cui vero nome è Milton Ernest Rauschenberg, nasce il 22 ottobre 1925 a Port Arthur, nel Texas. Nel '43, per volontà dei genitori, si iscrive alla facoltà di farmacia, che abbandona lo stesso anno. Richiamato alle armi, viene arruolato in Marina e assegnato a un ospedale militare a San Diego; una volta congedato, nel '47 comincia a frequentare i corsi dell'Istituto d'Arte di Kansas City. In autunno parte per l'Europa per studiare a Parigi e si iscrive all'Académie Julian dove conosce l'artista Susan Weil, che diventerà sua moglie. Dopo un anno ritorna negli Stati Uniti e si iscrive al Black Mountain College, nel North Carolina, attratto dal rigoroso approccio all'arte di Josef Albers, già docente al Bauhaus: Rauschenberg frequenterà questi corsi a intermittenza fino al '52. Nel frattempo si stabilisce a New York, dove si iscrive alla Art Students League. Frequentando le gallerie più all'avanguardia comincia a conoscere e ammirare l'opera degli espressionisti astratti. In questo periodo lavora soprattutto alle serie dei White Paintings e dei Black Paintings.
Nel 1951 l'artista presenta la sua prima personale nella galleria di Betty Parsons, che rappresenta artisti come Jackson Pollock, Mark Rothko e Barnett Newman. Lo stesso anno nasce il figlio, Christopher, e si separa dalla moglie. Nel '52 partecipa a un evento privo di titolo (noto come Theatre Piece #1) organizzato da John Cage, che oggi viene considerato il primo happening. L'estate si imbarca per l'Italia con Cy Twombly, conosciuto alla Art Students League. Trascorre quasi un anno a Roma dove espone le Scatole Personali presso la Galleria dell'Obelisco. Torna a New York nella primavera del '53 e chiude la serie dei Black Paintings. Comincia a lavorare alle Elemental Sculptures e ai Red Paintings: dall'evoluzione di questi ultimi nasceranno i primi Combines. Lo stesso anno Rauschenberg conosce Jasper Johns e decide di prendere in affitto lo studio accanto al suo: lo scambio di idee è intenso e consente un fecondo dialogo artistico che durerà quasi un decennio. Nel '54 disegna le scenografie per Jack and the Beanstalk, della compagnia di danza di Paul Taylor. Questa è soltanto la prima di una lunga serie di collaborazioni protrattasi fino ai nostri giorni con artisti di rilievo come Merce Cunningham, Viola Farber, Steve Paxton e Trisha Brown.
Nel 1958 Rauschenberg realizza i primi disegni con immagini trasferite da riviste o giornali. Trascorre due anni illustrando con questa tecnica l'Inferno di Dante, inserendo così il poema in un contesto contemporaneo. Nel '62 comincia a servirsi di matrici serigrafiche, dopo aver visitato lo studio di Andy Warhol e aver visto i primi quadri che egli stava realizzando con questa tecnica. Lo stesso anno stampa la sua prima litografia presso la Universal Limited Art Editions di New York. Le istituzioni cominciano a interessarsi seriamente a lui: il Jewish Museum di New York gli dedica la prima retrospettiva e, nel '64, vince il Gran premio internazionale di pittura alla XXXII Biennale di Venezia. Appena ne è informato, l'artista contatta il suo studio di New York e ordina di distruggere tutte le matrici serigrafiche, per evitare di ripetersi.
In questi anni Rauschenberg comincia a interessarsi a problemi politici e sociali: partecipa a iniziative pacifiste contro l'intervento americano in Vietnam, collabora con associazioni per i diritti umani e dona parte dei suoi guadagni per aiutare artisti in difficoltà. Nel 1966 acquista un vecchio orfanotrofio e lo trasforma in quello che ancora oggi è il suo studio di New York. Quello stesso anno, spinto dal suo interesse per l'applicazione della tecnologia all'arte, Rauschenberg fonda insieme a due ingegneri l'organizzazione Experiments in Art and Technology. Nel '69, affascinato dallo sbarco dell'uomo sulla luna, crea la serie di litografie Stoned Moon Series, servendosi di materiale fotografico fornitogli dalla NASA.
Nel 1970 l'artista crea il poster per le celebrazioni del primo Giorno della Terra per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle emergenze ambientali. Lo stesso anno decide di lasciare New York e stabilisce la sua residenza e lo studio principale nell'isola di Captiva, al largo della Florida. Qui la sua arte subisce una svolta importante: inizia a lavorare a Cardboards, la prima di varie serie prevalentemente astratte, come Venetians e Jammers. Nel '71 crea il suo laboratorio tipografico, Untitled Press Inc., che mette anche a disposizione di artisti amici. Avvia collaborazioni con vari scrittori e poeti, come il francese Alain Robbe-Grillet, il russo Andrei Voznesensky o l'americano William Burroughs, illustrando le loro opere con litografie in edizioni limitate. Verso la metà degli anni Settanta Rauschenberg comincia a sentire il richiamo di altre culture: un viaggio in India nel 1975 e la visita alla mostra Treasures of Tutankhamen alla National Gallery of Art di Washington nel 1977, introducono nuovi elementi nella sua arte e lasciano il segno nell'estetica di nuove serie come Bones and Unions, Jammers e Spreads. Lo stesso effetto avranno, negli anni Ottanta, i viaggi in Cina, Giappone, Thailandia, Sri Lanka, nel corso dei quali sperimenterà la fusione di tecniche artistiche antiche e moderne.
Nel 1979, la National Collection of Fine Arts di Washington dedica a Rauschenberg un'importante mostra retrospettiva che andrà a New York, San Francisco, Buffalo e Chicago. Quello stesso anno, in occasione della realizzazione della scenografia per lo spettacolo Glacial Decoy della compagnia di danza di Trisha Brown, l'artista riscopre una delle sue prime passioni, la fotografia. A partire dall'anno successivo le immagini inserite nelle sue opere cominciano a provenire esclusivamente dal suo archivio fotografico personale. Nel 1981 inizia a lavorare a The ¼ Mile or 2 Furlong Piece, un lavoro in continua crescita concepito per diventare l'opera d'arte più lunga del mondo (già nel 1997 misurava circa 300 metri). Nel 1985 egli vara il Rauschenberg Overseas Culture Interchange, un progetto della durata di sei anni che segna il culmine del suo dialogo artistico con altri popoli e culture. Quello stesso anno, dopo una visita alle miniere e fonderie di Antofagasta, in Cile, l'artista comincia a esplorare le qualità artistiche del metallo, dando luogo a serie come Shiners, Urban Bourbons, Night Shades o i tridimensionali Gluts. A quest'ultima serie appartengono alcune opere realizzate a Napoli nel 1986, in occasione della prima di Lateral Pass, di Trisha Brown, al teatro San Carlo: sapendo che la scenografia prevista non sarebbe arrivata in tempo, Rauschenberg, che si trovava lì in quei giorni, crea una serie di Gluts con materiali presi da una discarica, e poi li posiziona, sospesi nel vuoto, sopra il palcoscenico.
Nel 1990 nasce la Robert Rauschenberg Foundation, un'organizzazione non-profit che si occupa di temi cari all'artista, come la ricerca medica, l'educazione, l'ambiente, i senzatetto, la fame nel mondo e le arti. Nel '91, a conclusione del Rauschenberg Overseas Culture Interchange, espone a Washington le opere realizzate nell'ambito del progetto. Nel 1997 il Guggenheim Museum di New York presenta la retrospettiva più importante dedicata all'artista. Dal 1997 a oggi Rauschenberg ha continuato a creare arte, portando avanti vecchie serie come Anagrams ma anche realizzandone di nuove, come Short Stories e Scenarios, alle quali egli tuttora lavora.
- Robert Rauschenberg, , muore 13 maggio2008 nella sua casa di Captiva, un'isola della Florida dove risiedeva dagli anni Settanta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

confermo e' un grande artista, personalmente uno dei piu' grandi dell' ultimo secolo.