L’arte nel Rinascimento
a cura DI D. PICCHIOTTI
Il termine "Rinascimento" deriva dal verbo "rinascere", infatti si diceva che la cultura era morta con le invasioni barbariche e la caduta dello Impero Romano, e rinasceva solo allora, dopo mille anni.
Benché con ogni probabilità già in uso, questo termine, fu usato per la prima volta dal primo grande storico cinquecentesco dell’arte, il Vasari ,nel suo famoso lavoro sulle vite dagli architetti, scultori e pittori "dalle origini al suo tempo", designando quel periodo storico compreso tra la fine del '300 e la seconda metà del '500, caratterizzato dal rifiorire (rinascere) della vita culturale ed artistica.
Gli studiosi moderni circoscrissero questo periodo storico ponendone l’inizio intorno al secondo decennio del XV secolo, con l’opera più famosa del Brunelleschi, la cupola di Santa Maria del Fiore ,affermando però che è impossibile stabilire una periodizzazione precisa del Rinascimento poiché si tratta di considerare o meno ,come rinascimentali due fasi estreme: il periodo umanistico(così detto dalla specifica attenzione rivolta dagli studiosi del ‘400, ed anche da molti artisti , alla humanae littere, vale a dire alla letteratura e al mondo dei classici, già anticipata nel trecento da Dante e da Petrarca ),e il periodo manieristico ,che si svolgerà come conclusione delle premesse rinascimentali. D’altra parte sta l’ipotesi di considerare l’Umanesimo non già come un periodo a sé ,quanto come una dimensione di ricerca implicita allo stesso Rinascimento , ed anzi una componente costantemente rinnovata ed approfondita dentro di esso.
Nella stessa misura il Manierismo può essere ricondotto all’unità complessiva della cultura rinascimentale, la quale avrebbe espresso, pressochè contemporaneamente, due diverse, ma intrecciate, "visioni del mondo".
Il Rinascimento ebbe origine in Italia e da qui si espanse in tutti i paesi d'Europa. I principali centri di diffusione furono la Roma dei Papi, Firenze e Venezia, le corti dei signori divengono così motori di propulsione dell’arte, che viene vista dal potente anche come mezzo ideale per autocelebrare la propria forza e lungimiranza politica, e colpisce che il principe dialoghi con l’artista in rapporto paritario come ben documenta il noto esempio di Lorenzo il Magnifico.
Con il Rinascimento si giunse a formulare una nuova concezione dell’esistenza.
L’antico venne rivisto con occhio purificato da formalismi e dogmatismi medioevali, si diffusero principi di dignità individuale e di razionalità che posero l’uomo al centro dell’universo, essere raziocinante e creatore che domina la natura.
Il Rinascimento esprime, dunque, il desiderio di far rinascere il vero volto dell'arte classica; ed è da questa, infatti, che gli artisti del rinascimento ereditano l'ideale dell'armonia e dell'equilibrio, l'ideale dell'uomo inteso come sintesi di bellezza e di bontà ideale di armonia tra l'uomo e la natura, tra l'uomo e Dio, tra ragione e fede.
In campo artistico il Rinascimento è ripresa degli ideali e delle forme classiche, dopo la frattura medioevale, in un'ideale continuità culturale col mondo antico.
L’arte dunque si laicizza e si imbeve dei segni di una cultura pagana come quella classica, ponendosi verso i modelli che derivavano dall’antico con spirito critico e mai con intento imitativo, estrapolandone aspetti di modernismo che originarono espressioni figurative del tutto nuove, in sintonia con la visione critica che pervade l’uomo rinascimentale.
L'arte non è più attività "mechanica", cioè manualità artigianale, ma attività "liberalis", cioè intellettuale.
L'arte diviene strumento di conoscenza e di indagine della realtà; scienza vera e propria su fondamenti teorici razionali, come le leggi della prospettiva.
Il concetto chiave di "imitazione del naturale" è basato sì sulla tradizione classica contrapposta a quella bizantina, ma è anche da intendersi come organizzazione matematico -geometrica dei dati visivi (che sono oggetto della pittura) in uno spazio (una tavola o una parete da affrescare).
Oltre l'invenzione della xilografia e delle tecniche di incisione che risalgono a questi tempi troviamo anche: la definitiva fortuna del "quadro" come opera autonoma, circondato da una cornice che ne definisce l’entità e la funzione; la rappresentazione di nuove "figure" tematiche, come l’ambiente naturale e quello architettonico, che fungono dapprima da sfondo e che, in seguito, assumono, un significato fondamentale,;la conquista di una definitiva autonomia del disegno, come arte a sé, e non più atto preparatorio alla pittura e l’inizio della attività riproduttiva di incisione, che sostituiranno le medioevali miniature delle pagine nei primi libri a stampa.
Ma fu un'altra invenzione a restare nella memoria di tutti come tipicamente rinascimentale: la teoria della prospettiva, formulata da Brunelleschi e teorizzata ufficialmente da Leon Battista Alberti.
Anche in questo caso, non si trattò di un'invenzione vera e propria, perché non solo era stata anticipata dal plasticismo giottesco, ma pare ormai certo che già gli egizi ne conoscessero la tecnica, ma evitassero di applicarla per scelta religiosa.
Nel Rinascimento dunque ha un ruolo di fondamentale rilevanza la presenza del "teorico"(come si è visto nel caso della teoria della prospettiva), lo studioso che ,talvolta coincidendo con lo stesso artista produce delle osservazioni di carattere "filosofico" sulla metodologia dell’atto artistico, sulla sua finalità e sui suoi significati: la "teoria dell’arte" acquista una vita indipendente rispetto alle opere diventa un sapere autonomo.
Il "modello teorico" della prospettiva, questa grande invenzione del Rinascimento, permette un nuovo sistema di collegamento delle varie arti tra loro, attorno ad un insieme di principi comuni, che muovono dalla stessa concezione della storia, della realtà, della natura, dell’uomo e della società.
Nello stesso tempo avviene una netta separazione "professionale" tra l’architetto, lo scultore e il pittore, che costituiscono delle "figure" storiche, di consapevole autonomia; proprio per questo motivo è ambizione di artisti particolarmente geniali il voler ricoprire contemporaneamente più "ruoli", nell’intento di rappresentare una figura di "super-artista", che rifletta l’immagine dell’uomo "universalmente colto".
Il fenomeno che infatti meglio caratterizza il fenomeno dell’epoca è proprio la "cultura", vale a dire la dimensione complessiva della curiosità, della ricerca, dello studio, della problematizzazione, dell’analisi e della soluzione di problemi teorici e pratici.
Il Rinascimento artistico, in Italia, si espresse dapprima nel campo dell'architettura, con il ritorno ai metodi di costruzione usati nell'arte greco-romana.
Lo stile gotico fu abbandonato per tornare alle linee rette dei templi greci. L'arco acuto fu sostituito dall'arco romano e la volta dalla cupola.
L'architetto più notevole fu il Brunelleschi, che costruì la cupola della cattedrale di Firenze fu il primo che concepì spazi precisamente definiti e impostati geometricamente a principi informati all’arte prospettica.
Nella scultura emergono Ghiberti, autore dei bassorilievi delle porte di bronzo del Battistero della cattedrale di Firenze, e Donatello, che introdusse il nudo nella scultura rinascimentale. Ad introdurre il nudo nella pittura fu il Botticelli.
I maggiori maestri dell'arte italiana del Rinascimento furono Leonardo, Michelangelo e Raffaello.
Leonardo da Vinci, fiorentino, divenne celebre per i suoi dipinti "Ultima cena" e "Gioconda". Si distinse anche come scultore, poeta, musicista, filosofo, ingegnere e scienziato.
Michelangelo fu famoso come pittore, scultore e architetto. I suoi dipinti più famosi sono gli undici affreschi che si trovano nella Cappella Sistina, in Vaticano, e il celebre "Giudizio universale", in fondo alla stessa Cappella. Le sue sculture più rilevanti sono il "David", il "Mosè" e la "Pietà". Egli costruì anche la cupola della cattedrale di S. Pietro in Roma.
Raffaello, nativo di Urbino, divenne famoso per le sue "Madonne", ritratti e dipinti su temi religiosi. In Vaticano c'è il suo affresco la "Scuola di Atene", in cui si vedono Platone e Aristotele circondati da discepoli.
Nel panorama artistico italiano non bisogna però dimenticare il rilevante sviluppo avuto durante il Rinascimento dalle arti così dette "minori" come ad esempio la musica.
Il Rinascimento fu un secolo che soprattutto attraverso l’arte, ha aperto all’uomo moderno un orizzonte nuovo, una prospettiva prima inimmaginabile.
Il Rinascimento visto a mezzo millennio di distanza, può forse apparire una parziale utopia, le cui premesse di armonia universale e di recupero di una civiltà governata dalla serenità del pensiero hanno trovato solo in parte realizzazione: tuttavia, con la meravigliosa testimonianza della pittura ,resta nella storia del mondo una delle epoche più esaltanti dello spirito e della mente dell’uomo.
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