Gli studi dei filosofi- La dialettica
RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
I filosofi devono essere educati in modo tale che la loro anima non sia attratta dal mondo di ciò che diviene o è generato (to gignomenon), bensì dal mondo di ciò che è (to on). Ginnastica e mousiké non possono svolgere questa funzione, perché si limitano a conferire armonia e buone abitudini. D'altro canto, le discipline che si insegnano devono essere connesse con la cittadinanza, e dunque - dice Socrate non senza ironia - devono essere utili dal punto di vista bellico (522c).
Le discipline propedeutiche proposte da Socrate formano quello che Marziano Capella codificò successivamente, nell'ambito delle sette arti liberali, come quadrivium.
Il loro carattere essenziale è la loro capacità di risvegliare la noesis, facendo uso della dianoia (533d). Questo avviene più facilmente quando gli oggetti della percezione sensibile appaiono ambigui: in questo caso, siamo obbligati a riflettere sugli strumenti concettuali che usiamo per definirli. Per esempio, un dito ci appare sempre, qualitativamente, come un dito: per questo motivo, è difficile che si interroghi su che cosa sia. Di contro, proprietà quantitative come le dimensioni, il peso, il numero sono, per l'evidenza sensibile, ambivalenti: una stessa cosa può apparire grande o piccola, o pesante o leggera, a seconda che sia confrontata con un'altra di dimensioni minori o maggiori; un medesimo elemento può apparire come unitario oppure suddiviso in una indefinita molteplicità a seconda che lo consideriamo come un intero oppure scomposto nelle sue parti (523d ss). 54 Sul piano intelligibile, i concetti di uno e di molteplice sono chiari e distinti proprio perché non sono frutto di percezioni sensibili, ma oggetti del pensiero.
La prima disciplina proposta da Socrate per l'educazione dei filosofi è l'aritmetica. Essa, infatti, aiuta a capire che l'unità numerica non si ritrova nella singola cosa sensibile - che, a seconda del punto di vista, potrebbe anche apparirci indefinitamente molteplice - ma una costruzione del pensiero. Chi ha una abilità nel calcolo, naturale o acquisita, acquisisce prontezza anche in tutte le altre discipline (525a ss).
La seconda disciplina è la geometria, se coltivata in funzione della conoscenza di ciò che perennemente è e non per scopi pratici (527b).
La terza disciplina è l'astronomia, come studio del movimento dei corpi dotati di profondità (stereometria). Anche qui occorre ricordare che l'aspetto educativo non è la conoscenza empirica del movimento degli astri, che non è necessariamente regolare e immutabile, l'uso dei corpi celesti come esempi che diano spunto ad elaborazioni concettuali astratte (529a ss), in una prospettiva che oggi chiameremmo di meccanica razionale.
La quarta disciplina è l'armonia, che si occupa del moto armonico nella prospettiva dell'udito (530a ss).
La dialettica
Le discipline del quadrivium fungono da preludio al dialegesthai, il cui scopo è formare uomini capaci di dare e rendere ragione (logos) di ciò di cui si parla (531e).
La dialettica - dice Socrate - procede tramite il logos, senza fondarsi su nulla di sensibile, verso le cose come sono veramente, e non desiste prima di aver afferrato il bene in sé, fino al limite estremo dell'intelligibile (532b). Essa si fonda sul presupposto che sia possibile conoscere la verità - presupposto che però, di per sé, non implica che quanto sappiamo ora sia vero (533a). Si differenzia sia dalle technai, sia dalle discipline dianoetiche. Le prime, infatti, si occupano di opinioni e appetiti (epithymiai) umani e di processi di generazione e di composizione, o curano ciò che è generato dalla natura o prodotto per composizione (533b). Le seconde sono incapaci di rendere ragione (logon didonai) delle ipotesi di cui si servono, e quindi, pur procedendo correttamente nei passaggi intermedi, accettano come principio qualcosa che ignorano. La loro validità, pertanto, dipende da una convenzione o stipulazione (omologia) e non è propriamente dovuta a scienza (episteme) (533c).
Il metodo dialettico, di contro, procede superando le ipotesi fino al principio stesso per confermarne la validità, con l'assistenza delle discipline dianoetiche (533c-d).
Dialettico in generale è chi sa ottenere ragione (logos) dell'essenza di ciascuna cosa (534b), e in particolare è in grado di definire col logos l'idea del bene, separandola da tutte le altre cose, tramite l'arte dell'interrogare e del rispondere (534c-d). La noesis, di cui la dialettica è strumento, non può aver luogo senza l'interazione dialogica.
Il curriculum di studi platonico, che si conclude con lo studio della filosofia, ha un ordine inverso rispetto a quello delle sette arti liberali, per il quale il trivium 55 era propedeutico al quadrivium. Socrate propone che l'aritmetica, la geometria e tutta l'educazione preparatoria siano insegnate ai bambini, ma non a forza. Si tratta, infatti, di sviluppare e di mettere alla prova le loro facoltà, e non di imporre loro delle nozioni. Intorno ai vent'anni, cessati gli esercizi ginnici obbligatori, verranno selezionati i candidati alla dialettica, in base alla loro abilità sinottica, cioè alla capacità di avere uno sguardo complessivo e sistematico su quello che studiano. A trent'anni, i più solidi fra questi - quelli che discutono per conoscere il vero - verranno prescelti per la dialettica. Fino a cinquant'anni, alterneranno, ogni cinque anni, lo studio e il servizio politico, negli uffici propri dei giovani, come il comando militare. Infine, quelli che si sanno conservati integri alterneranno, a turno, lo studio della parte più alta della filosofia con incarichi di governo (538d ss).
Quanto detto, precisa Socrate, vale in ugual misura per i governanti e per le governanti (540c).
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