sabato 19 gennaio 2008

La Commedia di Dante Alighieri

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
alla luce della
Filosofia Cosmica
e presentata
in chiave parapsicologica
nel libero commento di
GIOVANNA VIVA

L'opera di Dante è indubbiamente grandiosa sotto qualsiasi profilo la si voglia guardare. Essa nella sua vastità dà adito alle più svariate interpretazioni. Infatti gli studiosi e i commentatori in genere della Divina Commedia pervengono a prospettazioni, giudizi e conclusioni difformi tra essi; tanto si giustifica perché il discorso poetico di Dante si presenta come «fantasioso e immaginario» quindi sembra sia possibile aggiungere alle altre interpretazioni date, anche una nuova in chiave di Parapsicologia.

Soffermandoci su questa ipotesi, ben potrebbe Dante essere visto sotto la luce di persona munita di particolari ed eccezionali doti parapsicologiche.

È sotto questo angolo visuale che, per quanto possa apparire assurdamente ipotetico, si intende portare questo commento al fine di poter verificare se questa spiegazione parapsicologica e cosmologica trovi riscontro o meno negli stessi versi del poeta.

Ho voluto presentare questo commento pur sapendo che le difficoltà che il lettore incontrerà saranno molte e che pertanto egli difficilmente riuscirà ad accettarne il contenuto nella sua interezza.

E come esempio, si può citare l'invito fatto da Dante al lettore, che vuole avere una visione più chiara, a leggere dettagliatamente l'incontro avuto dal profeta Ezechiele.

Infatti nel Purgatorio, canto XXIX - v. 97-102 leggiamo:


«A descriver lor forme più non spargo
rime, lettor; ch'altra spesa mi strigne,
tanto ch'a questa non posso esser largo;
ma leggi Ezechiel, che li dipigne
come li vide da la fredda parte
venir con vento e con nube e con igne;»
Mi conforta il sapere che l'evoluzione dei tempi e le esperienze del passato hanno portato l'uomo verso una visuale della vita che tende a scrutare con gli occhi della mente tutto ciò che appare al suo sguardo, liberandosi lentamente da tutti i preconcetti terreni e dirigendosi verso una morale, che al di sopra del lento corso della civiltà, comincia a vedere la possibilità di un Cosmo abitato da Esseri che, indipendentemente se inferiori o superiori, esistono.

Sin dal tempo della venuta di Cristo in Terra, e nei secoli successivi, è stato sempre sostenuto dai grandi della Storia, della Letteratura e della Religione che l'Universo è opera di un grande Disegno Divino. Io mi limito ad aggiungere che questo universale ed eterno Dio muove le migliaia e migliaia di galassie che esistono nell'Infinito, che ogni galassia ha un Garante Spirituale di fronte a Dio «Coscienza Cosmica» e che il Garante Spirituale della galassia alla quale appartiene la Terra è Cristo.

Ed ecco la descrizione di quanto scaturisce dalla perfetta Mente Creativa che, in una riconciliazione fra apparenza e realtà, Dante ci propone.

La Commedia non è la storia di personaggi esistiti nel tempo, che va studiata e approfondita in tal senso; tali personaggi vengono citati soltanto come esempio di creature vissute negli errori umani. Non è la storia della lingua fiorentina che il lettore deve conoscere, non un sogno, non un viaggio immaginario di una fantasia esaltata, ma la veritiera rappresentazione della tragicomica «Commedia della Vita» e dell'evoluzione dell'Essere che si affanna lungo la parete dirupata della pericolosa ascesa verso la perfezione.

E tu, omo colto in fino alle radici,
non afferrar lo mio parlar con pinza,
tutto 'l raccogli in sino alle cervici
ché del suo cominciar non fa una grinza.

Lo tuo sostar col capo ne la sabbia
lasciar lo déi a li struzzi ed a li stolti;
esto mio dir, miser poter ch' el' abbia,
de' vostri studi el tol l'errori molti.

Per quanto a te risibile ch'el sia,
tu non schernir lo mio chiarir Dantesco,
poi ch'esto intender mio fu un dì pur tuo.
Il fine luminoso di Dante ha lo scopo di indirizzare l'umanità al doveroso compito di conservare la positività della Forza Creativa.

E, mentre si fa sera e il buio dei giorni avanza, i lupi impazzano per le vie del mondo, vagando magnetizzati da diabolico riverbero infuocato, assalgono d'ogni parte gli agnelli rimasti, divenuti facile preda di inganni e nefandezze.
Non sembra più possibile, oggi, trovare un mezzo per evitare la catastrofe che incombe sull'intero genere umano. L'uomo ha varcato la soglia dello spazio interplanetario e si è affacciato sullo sconfinato scenario della platea universale con un bagaglio morale che, specie in questi ultimi anni, si è rivelato improduttivo e dannoso per il positivo sviluppo della sua evoluzione lungo i sentieri della Vita, ed ora il mondo va verso una guerra che può significare l'estinzione della Vita su questo pianeta.
Nel messaggio di Dante tutto ciò è stato previsto.
Nel buio che avanza senza posa, vasto è il disordine che a tutti i livelli regna nel tessuto della società umana. Conseguentemente l'uomo si trova oggi in una situazione disperata, creata da lui stesso. L'aria, l'acqua, il suolo sono avvelenati, i mari inquinati, i cibi adulterati e, tragico su tutti e su tutto, l'incombente spettro atomico batteriologico e chimico.

Tuttavia non siamo soli: in mezzo a tanta desolazione, come anche nel messaggio dantesco si rileva, ci sono altre forze ed altri fattori che ci indicano una possibilità di salvezza: una tecnologia molto più avanzata della nostra è pronta ad aiutarci. Creature provenienti dallo Spazio e corredate di qualità sensoriali, orbitanti sul piano della Coscienza Cristica, ci porgono il loro fraterno aiuto, quali interpreti della Divina Intelligenza e devoti servitori delle immutabili Leggi che istruiscono, armonizzano ed equilibrano lo sconfinato Edificio Cosmico.

Dante ebbe per maestro un amico extraterrestre, in missione sulla Terra; che questo amico si sia realmente chiamato Virgilio o di altro nome, ha per noi relativa importanza, di fronte alla grandezza del Celeste Messaggio di Verità Cosmica che, grazie a questo amico, egli portò al mondo.

Varie interpretazioni più o meno errate sono state date nel tempo, al senso di insegnamento spirituale per la preparazione all'accettazione di un nuovo cielo e di una nuova Terra, che Dante ha formulato nella terrena Conoscenza, per il miglioramento della civiltà umana, al fine dell'annullamento collettivo delle degenerazioni, degli egoismi, dei confliti fraterni. E questo perché ogni fase della vita necessita soprattutto di uno sviluppo mentale e spirituale, in grado di far comprendere il rispetto della vita, Vita che non appartiene all'uomo, poiché egli non vive per sé stesso, ma in funzione del Tutto che lo contiene, così come le cellule del corpo umano non vivono per sé stesse, ma in funzione dell'uomo a cui appartengono.

Ogni creatura, quindi, essendo parte del Tutto Creativo, vive per cooperare per quell'Equilibrio d'Amore che a Dio dà vita.

Nel corso del commento il lettore incontrerà dei pensieri che si ripetono. Essi vengono ripetuti necessariamente, essendo il presente discorso del tutto sconosciuto al genere umano.

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