martedì 8 gennaio 2008

HITLER: il Super-padre  "  La follia di Hitler da un punto di vista pscicoanalitico"

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Alla base della nascita del Nazismo stanno una molteplicità di cause: economiche, politiche, socio-culturali. E’ impossibile cercare di spiegare questa atroce pagina della storia umana ricorrendo solamente ad una spiegazione mono-causale. E’ possibile però individuare l’aspetto-chiave per la comprensione del fenomeno. Oltre ai fattori economici-politici e socio-culturali, bisogna infatti annoverare un aspetto fondamentale, che costituisce lo strumento imprescindibile per poter capire il motivo che spinse milioni di persone a sottomettersi ai folli comandi di un dittatore. Alla base dello sviluppo del totalitarismo in generale, e del Nazismo in particolar modo, risiede un fattore psicologico particolare: il netto indebolimento dell’autorità familiare, ed in particolar modo di quella paterna. Per capire il motivo della nascita del Terzo Reich, è perciò fondamentale ricorrere alla psicologia della famiglia e ai concetti della psicoanalisi di Freud.

Per dare una spiegazione corretta del perché il popolo tedesco seguì le indicazioni e le idee presentate da Hitler, è necessario mettere in rilievo non tanto la specifica personalità e le doti del folle leader carismatico, caratteristiche comunque importanti per la comprensione del fenomeno, quanto piuttosto analizzare le particolari necessità (Personal and social Goals), le speranze ed i sogni frustrati della maggior parte dei cittadini al tempo della Repubblica di Weimar; è necessario cioè comprendere che l’ideologia nazista esercitò un grande fascino sul popolo tedesco, soprattutto nei confronti della classe media inferiore, proprio perché tale ideologia forniva a quei cittadini una soluzione concreta per soddisfare dei bisogni che ormai erano divenuti di grande importanza, e che invece non potevano essere soddisfatti dalla debole Repubblica. Seguendo soprattutto le indicazioni fornite da Staub (Personal and Social Goal Theory), è necessario perciò effettuare un’analisi approfondita delle particolari esigenze psichiche che erano sorte nei cittadini tedeschi soprattutto in seguito al 1918. L’aspetto più importante di questa analisi risiede senza dubbio nell’esaminare il ruolo esercitato dalla figura paterna. L’educazione autoritaria e severa aveva infatti costituito una delle caratteristiche fondamentali della formazione degli individui appartenenti alla classe media inferiore, i quali perciò sviluppavano un grande rispetto per qualsiasi figura autoritaria e una grande obbedienza alle regole che venivano loro imposte. Dal punto di vista psicologico, si veniva a formare un particolare tipo di personalità (sado-masochista), estremamente rispettosa degli ordini delle autorità, e disprezzante di tutto ciò che veniva definito “debole”. La psicoanalisi analizza questo particolare aspetto della personalità ricorrendo al concetto di Super-Io. Lo stesso Fromm, a proposito dell’analisi della nascita del Nazismo, parla infatti della proiezione del freudiano Super-Io sulle figure autoritarie della società tedesca.
Il grande rispetto nei confronti del padre autoritario però, si indebolì notevolmente soprattutto in seguito alla sconfitta bellica, al crollo dell’autorità monarchica e in seguito alla grave crisi economica. Il padre, in conseguenza all’accadere di tali fatti, non poteva infatti più garantire ai membri della famiglia quel vigoroso sostegno economico e quella sicurezza che era in grado di offrirgli in precedenza, e di conseguenza i figli, che erano stati educati da un’autorità che appariva loro estremamente autoritaria, forte e potente, non erano più in grado di trattare il loro padre con quel rispetto che veniva loro precedentemente preteso. Il padre non era cioè più in grado di assicurare sicurezza e sostegno economico, e quindi i figli non lo consideravano più degno di essere ascoltato e rispettato. Inoltre, il crollo di quei simboli sociali che garantivano all’individuo un senso di sicurezza e di conforto, si ripercuoteva inevitabilmente sulla figura dei genitori e sulla loro autorità. L’effettiva solidità e la grande forza delle autorità legittime che i genitori esaltavano durante l’educazione dei loro figli, favoriva anche nei figli un sentimento di fiducia per gli insegnamenti forniti dai genitori, i quali infatti incitavano al rispetto e all’obbedienza di simboli forti e rispettati. Dal momento in cui tali simboli sociali iniziarono ad indebolirsi notevolmente, e a non essere più considerati dai figli come degli esempi da ammirare e da seguire, anche la fiducia dei figli nei confronti di coloro che li incitavano ad obbedire e a rispettare tali autorità, iniziò a crollare rapidamente: i tedeschi si ritrovarono senza un padre.

Da tutto ciò ne derivava un sentimento di insicurezza e di incertezza, e l’individuo che apparteneva alla classe media inferiore perciò, ormai sprovvisto del supporto di una solida famiglia e di una solida autorità alla quale obbedire e dalla quale essere protetto, era costretto alla ricerca di “un nuovo padre”, di una nuova autorità forte e rispettata, che fosse in grado di rigarantirgli la sicurezza che aveva perduto, una grande stima personale e un’immagime di sé positiva: è proprio a proposito di questi elementi che Horkheimer e Adorno parlano dell’ascesa al potere di Hitler come della nascita di una sorta di “superpadre”. Il vuoto creato dal crollo dell’autorità paterna, poteva di nuovo essere colmato. Hitler, il “nuovo grande padre”, era ciò di cui la psiche tedesca aveva estremamente bisogno. Il “figlio”, cioè il popolo tedesco, non era più orfano di quella guida tanto venerata in passato: era adesso felice di poter sottostare alla guida del “padre-ritrovato”, e di obbedire agli ordini del proprio führer. Il concetto di Blüt und Boden (sangue e terra), ed il conseguente odio nei confronti del “diverso”, costituivano la rappresentazione della realtà fornita dal “nuovo-padre”, ed il popolo tedesco non seppe discutere e analizzare se questa visione del mondo fosse giusta o sbagliata: agli ordini del padre non si poteva di certo disobbedire, perché essi costituivano “la cosa giusta da fare”. La mente del popolo tedesco si lasciò completamente guidare dagli ordini del “padre-ritrovato”, e non riuscì a capire che tali ordini erano emanati da un pazzo criminale. Soprattutto, l’ideologia nazista forniva al popolo tedesco la possibilità di credere ed identificarsi con una nuova autorità potente, decisa, e che desiderava riportare la Germania ad un ruolo di primo piano all’interno del contesto internazionale. Hitler costituiva quindi quel “superpadre” di cui ciascun cittadino tedesco aveva un gran bisogno. Horkheimer e Adorno sostengono che il Reich plasmato dal führer costituisce la surrogazione estrema della scomparsa autorità familiare. Utilizzando il punto di vista freudiano, si può dire che il Terzo Reich costituisce un tipico esempio di transfer: l’immagine paterna prende vita nella figura di Hitler.
 di Evangelisti David

Nessun commento: