giovedì 2 ottobre 2008

Spiritualismo :può disorientare chi si sente attratto da una realtà trascendentale?

a cura DI D. PICCHIOTTI

Il vasto numero di opere scritte sullo Spiritualismo può disorientare chi si sente attratto da una realtà trascendentale (ma altrettanto vera quanto quella del mondo visibile), mentre in taluni può accadere che si manifesti uno stato di incertezza se non addirittura di angoscia e di smarrimento, poiché questa verità non è facilmente identificabile né tanto meno afferrabile senza un’adeguata preparazione.
La conoscenza del mondo invisibile presuppone lo studio serio e costante di opere non immediatamente comprensibili, almeno nella loro interezza, per coloro che si avvicinano per la prima volta ad un sapere che, contrariamente a quanto molti credono, è una vera e propria scienza. La scienza spiritualistica infatti, sia detto per inciso, abbraccia tutto l’arco dello scibile, dalla medicina alla fisica, dall’astronomia alla geologia, dalla chimica alla fisica nucleare.
La principale difficoltà per chi si accinge ad affrontare questo studio consiste nel fatto che da una parte si è dovuto esprimere in termini terreni ciò che terreno non è più, mentre dall’altra parte dobbiamo capire con il nostro cervello fisico, quindi limitato, una materia che trascende il fisico. Solo dopo uno studio profondo e metodico si svilupperanno in noi certi sensi spirituali che ci consentiranno di afferrare il mondo visibile nella sua completezza.
Nell’ambito dell’attività del “Cenacolo 71”, i libri, i saggi, le relazioni e i seminari di approfondimento si offrono come opportunità di studio dello Spiritualismo.
Il Cenacolo 71, infatti, ha avuto il merito di impostare la ricerca definendone l’oggetto come “Parapsicologia Umanistica ad indirizzo quantistico” secondo un triplice approccio: scientifico, filosofico, morale.
Le opere del “Cenacolo 71” si sono rivelate dunque proficue per chi intendesse percorrere seriamente una strada certo non facile, ma che conduce alla conoscenza e alla consapevolezza di sé. Questo cammino, sebbene arduo, va assolutamente intrapreso da chi aspira alla propria evoluzione interiore e vuole quindi fare tesoro delle esperienze accumulate, esperienze che si amplificheranno e che lo accompagneranno nel suo continuo procedere verso la Verità e la Luce.
L’intendimento di questo nostro scritto è quello appunto di dare a chi si accosta per la prima volta a questa scienza una base che servirà ad afferrare interamente tutto ciò che è stato scritto in proposito e affrontare quindi con profitto studi più approfonditi. In tal modo sarà possibile avviarsi ad occhi aperti e in piena coscienza lungo una via diretta alla realizzazione di se stessi anche, e soprattutto, come esseri incarnati viventi in un mondo non meno reale di quello invisibile.
Per conoscere lo Spiritualismo è indispensabile, prima di ogni cosa, definire il concetto che gli è proprio. Possiamo definire lo Spiritualismo come una teoria sulla natura, sull’origine e sul destino degli Spiriti, sui rapporti che si stabiliscono fra di essi nel mondo fisico e nel mondo spirituale, e sulle conseguenze morali e religiose che derivano da questi rapporti.
Si potrebbe definire lo Spiritualismo una scienza d’osservazione e, allo stesso tempo, una dottrina filosofica. In quanto Scienza, lo Spiritualismo considera i rapporti che si stabiliscono fra noi e gli Spiriti; in quanto Filosofia, studia tutte le conseguenze morali che derivano da questi rapporti. Lo Spiritualismo non è soltanto una scienza che studia la natura, l’origine e il destino degli Spiriti, ed i loro rapporti con il mondo corporale.
Infatti, il “Cenacolo 71” tenendo presente i suggerimenti ricevuti dalla sua guida “IL POPE” dal 13 agosto 1983 ad oggi (dicembre 2001, ndr), preferisce parlare di teoria anziché di scienza per non escludere l’aspetto filosofico e l’aspetto morale che sono elementi integranti delle conclusioni alle quali è fin qui giunto. Inoltre, nei rapporti fra spiriti include anche gli spiriti incarnati e, infine, considera le conseguenze religiose della ricerca distinte da quelle morali, perché i due ambiti, pur collegati, sono separati.
In conclusione riteniamo che lo Spiritualismo presenti tre livelli, che non sono però frutto di una divisione, né di un modo di porre la dottrina, ma di una impostazione metodologica. L’osservazione dei fenomeni e lo studio delle loro leggi costituiscono l’aspetto scientifico. Lo studio delle conseguenze, che l’osservazione e la sperimentazione di questi fenomeni producono sulla vita umana, costituisce l’aspetto filosofico. Mettendo in pratica gli insegnamenti che ne conseguono, abbiamo la dimensione morale della Dottrina. Così come non è possibile togliere uno dei lati di un triangolo senza far sparire la figura geometrica, è altrettanto impossibile acquisire una vera conoscenza dello Spiritualismo mediante l’approccio ad uno solo dei suoi tre aspetti.

Scienza
Lo Spiritualismo, come tutte le scienze, ha un “oggetto” proprio e un metodo.
L’oggetto può essere materiale o formale. L’oggetto materiale è ciò che la scienza studia; però un medesimo oggetto materiale, uno stesso argomento, può essere studiato da molte scienze diverse.
È dunque importante conoscere in che modo specifico ogni scienza particolare osserva l’oggetto. Il profilo specifico di un oggetto materiale, osservato da un certo punto di vista, è ciò che costituisce l’oggetto formale, grazie al quale le scienze si distinguono l’una dall’altra.
Lo Spiritualismo ha, dunque, un oggetto materiale: l’uomo (spirito incarnato), e un oggetto formale costituito dalla natura degli Spiriti, la comunicazione fra di essi, incarnati o disincarnati, e la conoscenza delle leggi del mondo invisibile.
Il metodo è l’insieme di procedimenti e di tecniche necessarie ad approfondire la conoscenza di un certo oggetto. Il metodo deve adattarsi all’oggetto formale che si vuole studiare ed agli obiettivi che ci si propone di raggiungere.
I metodi si dividono in: introspettivo ed estrospettivo. I metodi estrospettivi possono essere deduttivi o induttivi. Seguendo il metodo deduttivo, si parte da un principio generale per arrivare a conclusioni particolari. Con il metodo induttivo, si parte dall’esame dei fatti particolari per arrivare ad enunciare una legge generale.
Allan Kardec definì lo Spiritualismo “scienza di osservazione”. Ciò significa che il metodo è quello induttivo. “Il metodo induttivo può essere metodo di osservazione o metodo di sperimentazione. È dunque rigorosamente esatto dire che lo Spiritualismo è una scienza di osservazione e non un prodotto dell’immaginazione”.
La differenza tra l’osservazione e la sperimentazione è stabilita dall’atteggiamento proprio del soggetto nell’indagine del fenomeno. Se ci si limita semplicemente a studiarlo così come appare nelle situazioni normali e spontanee, senza interferire nella sua produzione o sul suo sviluppo, si fa dell’osservazione. Se, invece, il soggetto interviene per stabilire le condizioni nelle quali il fenomeno si produrrà, allora si tratta di sperimentazione. Nella ricerca spiritualistica, si può usare sia l’osservazione che la sperimentazione, a patto di non perdere di vista il fatto che i procedimenti di ricerca sono relativi all’oggetto di studio e che, nello stabilire le condizioni della sperimentazione, non si possono tralasciare le caratteristiche particolari dell’oggetto.
L’esperienza ci suggerisce che, quando un principio nuovo deve essere enunciato, lo Spirito lo fa spontaneamente rispettando però certe condizioni:

- Le risposte che dà uno Spirito possono essere contraddittorie se raccolte in centri diversi. Se in due centri diversi, le opinioni e le idee divergono, le risposte possono essere deformate, poiché si trovano sotto l’influsso di diversi tipi di Spiriti. La risposta non è, dunque, contraddittoria, ma lo è il modo in cui la si esprime. In questo caso, ci troviamo di fronte ad un errore di filtrazione medianica, dovuta all’influenza degli Spiriti (non ultimo, quella dello spirito del medium stesso).

- Gli Spiriti possono anche adeguare le loro risposte alla capacità intellettuale dei loro interlocutori. In tal caso, l’eventuale contraddizione è soltanto apparente, poiché l’idea di base è sempre la stessa. La diversità delle comunicazioni, poi, può essere indotta da posizioni spirituali diverse (diversi livelli evolutivi).

È dunque necessario:
1. Non dimenticare che gli Spiriti Superiori, nelle loro rivelazioni, non affrontano le grandi questioni della Dottrina, se non gradatamente.
2. Osservare con riserva e sfiducia tutto ciò che si allontana dalla meta finale dello Spiritualismo.
3. Sottoporre la comunicazione al criterio della razionalità.

Comunque, il criterio di razionalità ci impone di sottoporre ogni comunicazione proveniente dagli Spiriti, senza eccezioni, all’esame della ragione. Il “Cenacolo 71” ha sempre ritenuto che qualsiasi teoria che contraddica apertamente il buon senso o la logica rigorosa, o i dati positivi precedentemente acquisiti, deve essere scartata, nonostante l’eventuale rispettabilità del nome di chi la sottoscrive.

Filosofia
La filosofia è sempre una ricerca delle cause prime. È la scienza dei principi primi e delle ragioni ultime. Essa rappresenta sempre una ricerca permanente dell’individuo allo scopo di riunire, con una comprensione totale, l’uomo e il cosmo in un sistema integrato. Ciò non significa che essa raggiunga la verità ultima di tutte le cose, seppure questa costituisca il suo orientamento, la sua inclinazione, la sua ragione di essere.
Come la Filosofia, lo Spiritualismo studia l’origine, la natura, il destino degli Spiriti deducendone le conseguenze morali sull’esistenza umana. Dalla prova dell’esistenza degli Spiriti e della possibilità di comunicazione che essi hanno, dallo studio delle comunicazioni, lo Spiritualismo tenta di approfondire la conoscenza del mondo invisibile. È una filosofia a base scientifica, poiché essa si costruisce partendo dall’osservazione di fatti determinati.
La filosofia spiritualistica si serve del metodo deduttivo, partendo da idee generali per giungere a quelle particolari del metodo dialettico, procedendo con la contrapposizione tra tesi e antitesi per arrivare alla sintesi; nonché del metodo intuitivo.
Nello Spiritualismo si valorizza l’importanza della intuizione quale metodo di ricerca. L’osservazione e la sperimentazione sono strade che si esauriscono se non viene loro dato un nuovo impulso. Il solo uso dei sensi non può farci progredire. È necessario che il ricercatore trovi una via di accesso all’interno delle cose, all’essenza del fenomeno, che lo colleghi al mistero interno dello stesso. È necessario quindi che egli conosca se stesso e il suo spirito, perché è attraverso le essenze somiglianti che può avvenire la relazione. È necessario, come dice Pietro Ubaldi « amare il fenomeno, tramutarsi nel fenomeno osservato e viverlo… trasferire il proprio io, con la sua sensibilità, verso il centro del fenomeno e stabilire, più che una comunione, una vera trasfusione d’anima» (La Grande Sintesi, pag.24, Ed.Mediterranee).
Bergson affermava che l’intelletto non può capire l’essenza delle cose e che l’intuizione ci consente di penetrare nel loro interno. L’intuizione è un «istinto particolare, disinteressato, cosciente di sé, capace di riflettere sul suo oggetto, di estenderlo all’infinito»; è una sorta di simpatia spirituale. La conoscenza intuitiva, dice Miguel Reale, agisce direttamente come un sondaggio nel reale per coincidere con quello che il reale ha di concetto, di unico e quindi di ineffabile (Filosofia del Diritto, vol.I, pag.74).
Il ruolo dell’intuizione nel campo delle scienze esatte è messo in rilievo come strumento del sapere tanto nel campo dei principi fondamentali quanto nella ricerca sperimentale.
Le grandi visioni generano ipotesi che saranno poi comprovate negli esperimenti fisici, oppure dimostrate matematicamente (Max PlancK, Dove va la scienza?, pag.89 e seguenti). Riferendosi al lavoro del fisico (relativo alla scoperta della legge dei quanti), Einstein diceva che « non esiste un cammino logico per la scoperta di tali leggi. Esiste soltanto la via dell’intuizione aiutata da un senso dell’ordine che giace dietro le apparenze e questo Einfuehlung si sviluppa con l’esperienza » (Pref. di Dove va la scienza?, pag.12). Affermava Poincaré: « È con la logica che si dimostra e con l’intuizione che si inventa » (cit. da M.Reale, op.cit., pag.122, nota).

Morale
Lo Spiritualismo, dal punto di vista filosofico, può essere definito una religione, perché è la dottrina che crea gli anelli di fraternità e di comunione di pensieri non su una semplice convenzione, ma su basi più solide: le leggi stesse della Natura.
Tuttavia, è il modo di vivere che dà il vero senso alla religione. Una fede non può essere il semplice risultato di posizioni filosofiche, ma la ricerca della realizzazione, la messa in atto pratica dei postulati che determinano il carattere religioso della Dottrina.
Lo Spiritualismo fornisce i mezzi che ci consentono di unire le due grandi nemiche nel campo della conoscenza umana: la scienza e la religione. Operando in campi distinti, l’una e l’altra non hanno cercato di vedere l’unitarietà della conoscenza. Lo Spiritualismo invece avvicina l’una all’altra, fornendo la conoscenza delle leggi che reggono l’universo spirituale e le sue relazioni con il mondo corporale. La conoscenza del mondo invisibile cambia gli orizzonti psicologici e sociali dell’uomo, inquadrandolo come un elemento dell’universo, modificando così il campo delle sue conoscenze ed aprendogli nuove prospettive su come affrontare la vita.

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