martedì 7 ottobre 2008

LA NECESSITÀ DELL’AMICIZIA “Nessuno sceglierebbe di vivere senza amici”

A CURA DI D. PICCHIOTTI

“L’amicizia appartiene all’essenza dell’uomo, poiché la persona, per diventare ciò che è, ha bisogno di
amici”. È una delle idee ricorrenti emerse nel corso del Convegno sull’amicizia, organizzato a Roma dalla
Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce.
Secondo il prof. Norberto Galli dell’Università del Sacro Cuore di Brescia, la vera amicizia è governata
da una “certa simmetria”: il sentimento amicale – ha spiegato Galli - è proprio degli individui “apparte-
nenti allo stesso sesso, di pari età, di analogo stato sociale, dotati di una similarità di valori, di atteg-
giamenti, di opinioni, di prospettive precisantisi cammin facendo”. Proprio per questo è “improprio par-
lare di amicizia tra genitori e figli, fratelli e sorelle, docenti e discenti, prevalendo tra loro i principii di fi-
liazione, di parentela, d'insegnamento”. L’amicizia da senso e consistenza ai rapporti umani ed è
l’artefice della solidità dei “legami familiari, sociali e professionali”.
Per evitare che tra amici s’insinuino con facilità “competizioni, invidie, tradimenti, condotte in potenza
nefaste”, è opportuna una “mediazione educativa orientata alla riscoperta di aspetti virtuosi”.
“L’educazione all’amicizia - ha aggiunto sempre Galli - compete anzitutto ai genitori”, che possono in-
fondere nei figli “sentimenti di accoglienza verso i coetanei”, “stimolo a partecipare alle attività altrui”.
Per Adriano Fabris, docente presso l’Università di Pisa, l’amicizia trova il suo contrassegno in una “di-
namica di rapporti caratterizzata da reciprocità e simmetria”. Citando Aristotele e Kant, Fabris ha ricor-
dato che “il raggiungimento dell’amicizia vera e propria” è spesso caratterizzato da un “esito difficile”.
Ciò nonostante, va aggiunto che in ogni caso “l’amicizia non è un dato di partenza, bensì è propriamen-
te una possibilità. Che può essere scelta e perseguita sulla base di ciò che risulta già inscritto, in qual-
che modo, nella struttura dei rapporti interumani”. E che “solo nella scelta del rispetto e nell’assunzione
del modello della simmetria può realizzarsi in maniera equilibrata il coinvolgimento che mi attrae verso
l’altra persona”.
Marco D’Avenia, docente di Filosofia Morale e coordinatore del convegno, ha invece sottolineato la ne-
cessità di cercare l’amicizia nella vita quotidiana, negli ambiti lavorativi, nei normali rapporti sociali e
nella vita familiare. “Non è possibile vivere con irritazione o egoisticamente in alcuni ambiti vitali e, al
contempo, intrecciare rapporti di vera amicizia, che sono per natura disinteressati”.
“Nonostante la mancanza di fiducia che tante persone hanno nei confronti dell’amicizia, essa continua
ad essere valutata come una realtà di grande pregio”, ha invece evidenziato il prof. Antonio Malo,
dell’Università della Santa Croce. Accade spesso che nella nostra società “al valore altissimo, e tante
volte anche idealizzato, dell’amicizia non corrisponde un’immagine ugualmente elevata della persona”. È
fondamentale allora guardare all’amicizia come un fattore “che aiuta alla costituzione della propria iden-
tità” e permette a ciascuno di “conoscere-amare l’altro come fine non come mezzo né in base alle sue
qualità o capacità”, ma “come indipendente dai suoi bisogni, sentimenti o utilità”. “Solo l’amicizia con
Dio, mediante la Carità, può attualizzare la potenzialità naturale verso un’amicizia universale, scevra di
ogni egoismo ed esclusivismo - ha concluso lo studioso -. Nell’amicizia in Dio e per Dio si raggiunge la
maggior identità, poiché si è non solo con l’amico, ma con l’Amico, che ci fa partecipare di tutto ciò che
è suo”.
Sull’amicizia come “riconoscimento” si è soffermato invece il prof. Lucio Cortella, dell’Università Ca’ Fo-
scari di Venezia, spiegando che è proprio il riconoscimento a consentire a “un vero rapporto d’amicizia
di vivere la vicinanza non già come annessione bensì come costruzione reciproca delle diverse identità”.
“Se il riconoscimento dev’essere reciproco, la sua condizione è che esso garantisca l’autonomia dei sog-
getti in gioco. L’amicizia - ha concluso Cortella - si regge finché essa mantiene in equilibrio questa pre-
ziosa tensione fra comunanza e indipendenza. Essa è perciò al tempo stesso un rapporto necessario e
libero”.
Il professor Francesco Botturi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal canto suo ha evi-
denziato che “l’amicizia si colloca nel duplice senso dell’ideale della libertà”, nel senso che sia “la

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