Martin LUTERO (1483-1546)
RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI
“Io grido: Vangelo, Vangelo! Ed essi uniformemente mi rispondono: Tradizione, Tradizione! L'accordo è impossibile”
Martin Luther nacque in Sassonia, ad Eisleben, nel 1483. Nel 1505 entrò nel convento agostiniano di Erfurt, sette anni dopo divenne dottore in teologia. Insegnò quindi all'Università di Wittenberg, dove rimase per tutta la vita, salvo il breve periodo passato a Wartburg, quando venne scomunicato in seguito alla pubblicazione delle sue tesi scismatiche. Nel 1525 sposò un ex suora, Catherina Von Bora, ed ebbe da lei sei figli.
Opere principali: Commento alla Lettera ai Romani (1515); Le 95 tesi sulle indulgenze (1517); La cattività babilonese della Chiesa (1520); La libertà del cristiano (1520); Appello alla nobiltà cristiana di nazione tedesca (1520); Del servo arbitrio (1525).
* Sommario
Cenni storici sulla Riforma
1. Solus Christus
2. Sola Scriptura
3. Sola Gratia
4. Sola Fide
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Cenni storici sulla Riforma
Lutero fu l'artefice dello scisma protestante, l'iniziatore della Riforma. Nel 1511, recatosi a Roma, si rese conto che la Chiesa romana era sprofondata nella corruzione e nel malcostume, mai così lontana dall'originario insegnamento cristiano. Particolarmente scandalosa gli apparve la vendita delle indulgenze, i cui proventi dovevano servire alla costruzione della basilica di San Pietro. Lutero vide come l'indulgenza (l'annullamento dei peccati), era a quel tempo ottenibile semplicemente pagando una somma in denaro, indipendentemente dalla vera contrizione e dal pentimento del richiedente.
Nel 1517 affisse alla porta del suo convento le 95 tesi contro la Chiesa romana. Partendo dallo scandalo delle indulgenze, le tesi finirono per mettere in discussione l'esistenza stessa delle gerarchie ecclesiastiche e dei sacramenti cattolici (ad esclusione del battesimo e della eucarestia, espressamente citati nella Bibbia). Lutero si fece dunque promotore di quel nuovo movimento religioso che intendeva rinnovare i termini del rapporto tra l'uomo e Dio, un ritorno all'originario messaggio evangelico, scremato da quelle “incrostazioni” della tradizione che la Chiesa romana aveva arbitrariamente e impropriamente aggiunto durante i secoli.
1. Solus Christus
Primo precetto della riforma protestante è il ritorno alla parola di Cristo: solo Cristo è l'unico Maestro.
Se Cristo è l'unico Maestro, allora le gerarchie ecclesiastiche non sono più necessarie, in quanto nessuna autorità può sostituirsi o sovrapporsi al Suo insegnamento. La Chiesa deve quindi rinunciare a difendere se stessa e la sua tradizione per farsi serva del Vangelo, il quale annuncia l'unica e autentica verità di fede, la verità del Dio che si è fatto uomo in Cristo. I pastori protestanti non saranno tanto dei ministri del culto ambasciatori di una tradizione secolare, quanto semplici portatori e divulgatori del messaggio evangelico (viene meno, con il protestantesimo, la netta distinzione tra laico ed ecclesiastico: ogni uomo, anche spostato e con famiglia, può farsi pastore).
2. Sola Scriptura
Secondo precetto della riforma protestante è il ritorno alla fonte originaria del culto: le Sacre Scritture.
Nel corso dei secoli, la Chiesa cattolica ha aggiunto un'infinità di commenti e di precetti che si sono sovrapposti all'originaria parola di Cristo, contenuta solennemente nei due grandi libri in cui consistono le Sacre Scritture: l'Antico e Nuovo Testamento. Lutero chiamerà “sofisti” tutti i filosofi che vanno da Aristotele a S. Tommaso, intendendo l'opera dei teologi e dei filosofi pagani presi dalla scolastica medievale come modello di pensiero, nient'altro che dei corruttori del genuino messaggio cristiano. Le tavole della verità sono contenute dunque nelle Sacre Scritture, decade così in un sol colpo tutta la secolare mole di scritti e di teorie prodotte dalla teologia cattolica, nonché la pretesa della chiesa romana di farsi da tramite, mediante le gerarchie, tra l'uomo e Dio.
La Chiesa deve invece farsi serva delle Scritture, le Scritture sono la sola testimonianza del messaggio di Dio. Solo nella totale sottomissione alla Parola di Dio la Chiesa può trovare la sua giustificazione, e Lutero stesso si dedicò alla traduzione in volgare della Bibbia, contribuendo così alla formazione del tedesco moderno.
3. Sola Gratia
Terzo precetto della riforma protestante è la salvezza attraverso la Grazia: Sola gratia justificat ("solo la Grazia salva").
Gli uomini non possono salvarsi da sé, per mezzo delle buone opere, perché solo Dio è l'unico Giudice. Se così non fosse, l'ultima parola sulla salvezza degli uomini non spetterebbe tanto a Dio, quanto a loro stessi, e la certezza delle buone opere darebbe loro la certezza della salvezza eterna. Ma solo Dio può avere l'ultima parola sul destino degli uomini, solo Dio è il padrone di tutti i destini.
"L'uomo non può contribuire in alcun modo alla propria salvezza, non ha alcun merito; tutte le sue opere, in quanto dovute alla sia iniziativa, sono incapaci, anche se 'buone', di sostituire la fede e produrre la salvezza. Dalla fede possono scaturire le opere veramente buone; ma dalle opere non scaturisce la fede che salva." (E. Severino).
Dunque solo a Dio spetta il compito di giudicare e di salvare l'uomo, sia esso giusto o peccatore. Il peccatore non può salvarsi cambiando condotta di vita, egli è, come tutti gli uomini, nelle mani di Dio, Lui solo giudice supremo di tutti gli uomini, sia giusti che ingiusti (tanto meno avrebbe senso il tentativo di salvarsi acquistando un'indulgenza emanata dalle gerarchie ecclesiastiche).
Si tratta della Grazia per Predestinazione, già trattata da Agostino: l'uomo è predestinato ad essere salvato o dannato, il destino degli uomini è in mano alla volontà di Dio, che decide imperscrutabilmente di ogni destino umano, secondo insondabili motivazioni che prescindono il giudizio umano (in sostanza, Dio può decidere di salvare in assoluta autonomia un peccatore e di condannare invece un credente, la giustizia divina esula dalle capacità di comprensione umane).
Il concetto verrà poi ripreso e sviluppato da Giovanni Calvino, il quale "vede nel successo dell'uomo nel suo lavoro la prova della predilezione divina, e cioè del suo essere predestinato al premio eterno." (E. Severino). Secondo Max Weber, questo concetto andrà a influenzare lo "spirito del capitalismo", fondatosi sull'etica protestante.
4. Sola Fide
Quarto e ultimo precetto della riforma protestante è il ritorno all'elemento originario del culto, ciò che vi è di più indispensabile e necessario: la sola fede.
La Fede è abbandono totale dell'uomo a Dio, non è un tentativo di avere in cambio una ricompensa. L'uomo accetta con la fede di rinunciare al suo libero arbitrio, di più, il libero arbitrio non può esistere, perché Dio è padrone di ogni destino (e salva secondo predestinazione). Con la fede l'uomo testimonia la sua fiducia nell'imperscrutabile volontà divina, credere è atto eminentemente irrazionale (tesi che Lutero condivide con Ockham e che sarà ripresa da Kierkegaard).
“Il sommo grado della fede, consiste nel credere che Dio è clemente anche se salva così pochi, anche se condanna così tanti; nel crederlo giusto anche se di sua volontà ci rende necessariamente dannabili, anche se sembra dilettarsi dei dolori dei miseri e degno piuttosto di odio che di amore”. (Martin Lutero, Del servo arbitrio).
Ref. Storia della filosofia, Nicola Abbagnano - La filosofia antica e medievale, Emanuele Severino
1 commento:
MI sembra un bel lavoro, ed io mi sento abbastanza fortunato essendo la mia prima navigazione ad imbattermi in questa corrente. Non è mia intenzione rinunciare al mio mondo abbastanza solido e denso, chiuso e gradevolissimo. Per rincorrere le strade immense dell'infinito. Da queste ultime rimango affascinato ed ammiro chi tenta l'esplorazione. Complimenti vivissimi da patrizia e fabrizio gli ultimi visitatori della notte bianca fiorentina. VIVA MIRO'
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