martedì 3 giugno 2008

La Grande e Piccola Torre

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Da quando Socrate ha inventato il concetto, l'Occidente ha perso le immagini. E la perdita non fu da poco. Se nelle incisioni rupestri l'uomo primitivo visualizza forme eterogenee di cavalli per distinguere questo o quel cavallo, bianco o nero, veloce o lento, snello o pesante, come ce lo offre l'immagine senza ombra di dubbio, palese e vero in tutte le sue connotazioni particolari, il concetto opera invece una selezione per ricercare l'unità nel molteplice e permettere alla razionalità di potersi riferire a tutti i cavalli sulla terra. 
Il concetto è un processo di astrazione che sintetizza "un segno che sta per molti". 

Siamo giunti al termine della notte, al termine di questo viaggio di astrazione e siamo stanchi di continuare a dividere la natura in ordini sempre più eterogenei e sofisticati. Il concetto non mette insieme, ma divide. Il mio concetto di realtà, di verità e di assoluto è diverso dal tuo. Gli intellettuali, gli storici, i critici dell'arte, i filosofi e persino i mistici definiscono i fenomeni del divenire con concetti diversi. Viviamo in una Babele invisibile in cui crediamo di parlare delle stesse cose, invece le nostre certezze sono edifici costruiti con materiali diversi e tra loro disomogenei. Basti pensare ai molteplici significati che possiamo dare ai sentimenti di amore, fiducia, giustizia e fede. 

Anche il linguaggio degli scienziati, per quanto preciso nel definire i fenomeni attraverso formule matematiche in grado di postulare l'esistenza di Leggi e Teorie Universali, non può andare oltre un certo limite. Brueghel dipinge la "Grande Torre" con il precise intento di evidenziare i limiti del pensiero concettuale "monocerebrale". La parte sinistra della torre, metafora del pensiero scientifico, si erge in verticale con sicurezza, poggiando su solide basi razionali, ma non può andare oltre il "settimo livello". La parte destra della torre, metafora del pensiero concettuale artistico e religioso, implode e "rovina" su su stesso, incapace di organizzarsi con forza logica e coerenza di linguaggio. Il pensiero monocerebrale non ha fondamenta nel centro del corpo, nel baricentro mentale costituito da esperienza (solfo), percezione (mercurio) e memoria (sale), ma è solo un "rivestimento esterno" destinato a crollare sotto il suo stesso peso teorico, congetturale e concettuale. 

Al centro della Torre si erge invece un edificio minore, in grado di salire fino al decimo livello. Le nuvole nascondono il penultimo livello, la "Sophia", perché la conoscenza è un fatto individuale che sorge dal corpo, si espande nell'anima, si sviluppa nella mente e si struttura con la coscienza, e quindi è un privilegio della vita interiore di ognuno. Nessuno ci può dire che cosa è giusto o sbagliato, che cosa è morale e che cosa è immorale. La Torre di Brueghel è costruita nella terra di Re Nembrot, sulla terra in cui il pensiero monocerebrale genera superbia, protervia, avidità, egocentrismo e volontà di sfruttamento. Il pensiero monocerebrale maschile (sinistro) e femminile (destro) non sono diversi nella sostanza: entrambi evocano il "male", inteso come riduzione delle risorse evolutive dei sentimenti umani ai minimi termini e sfruttamento delle potenzialità umane a fini utilitaristici e di mera prevaricazione dell'uomo sulla natura. 

Invece, se guardiamo attentamente le immagini, possiamo sentire che parlano una lingua omogenea, stratificata in simboli, ma coerente con lo sviluppo dell'anima che è identico in tutti gli esseri. L'artista deve scoprire nelle proprie immagini e in quelle degli altri l'esistenza di questo linguaggio. L'immagine infatti si concede alla fluttuazione dei significati e al loro slittamente in sensi concettualmente diversi, ma per immagini adiacenti, per cui il cavallo comunica il senso dell'istinto, ma anche quello della conoscenza intuitiva che "supera" gli ostacoli concettuali creati dalle tesi di studiosi privi di qualsiasi cultura dell'essere (mito) e quindi dell'immagine (simbolo).

Pieter Brueghel, La piccola Torre.
Nello stesso anno (1563) Brueghel dipinge la "Piccola Torre" in cui sono evidenti le numerose aperture che illuminano l'interno, metafora di una specifica conoscenza della luce riflessa dalle immagini. La Torre si avvista su stessa, crescendo in bellezza, armonia e perfezione, fino alla sommità, senza discontinuità, cedimenti o implosioni.  La "piccola Torre" rimanda a una cultura dell'immagine che è il fondamento della vera conoscenza. L'uso simultaneo di immagine e parola, intesa come esplorazione del simbolo, connette tra loro le facoltà creative dei due emisferi cerebrali e determinano una diversa visione della realtà in cui è possibile la conciliazione pacifica degli opposti.

Esiste anche l'aspetto positivo nel simbolismo della torre: secondo l'antico mito gli esseri umani erano consapevoli della frattura che si era venuta a creare tra cielo e terra e la spernza insita nella costruzione di queste torri era quella di sanare tale rottura,in modo da integrare nuovqamente l'interazione tra queste due forze.
Simbolicamente inizialmente era concepita come un mezzo per unificare Spirito e Materia. Era provvista di scale per far scendere gli dei e far salire gli uomini, ciò che era sotto era sopra questa era la massima sumerica che non vedeva divisione tra essere e divenire. Il problema con il tempo è che sono divenute sempre più alte, hanno perso la relazione con il basso e l'uomo è stato coinvolto solo nel processo di ascesa disprezzando sempre più ogni moto verso il basso.
Perdendo la relazione con il basso anche le discipline marziali ce lo insegnano l'uomo è in pericolo e destinato a crollare., in altri termini è un uomo morto.
Per questo motivo, nel mio piccolo ho disegnato una Torre da cui sono gli uomini a dover scendere dal mio punto di vista la torre di per se non è cattiva è l'uso che lumanità ne ha fatto ad essere deleteria.
La torre di Brueghel è fantastica anche perche denota un formidabile radicamento, la sua base è importante e in equilibrio con la verticalità: una perfetta proporzione tra sentire e sapere, secondo il principio di Peter destinata ad un successo duraturo.
Antonella Iurilli Duhamel 10/17/2007 08:56 AM

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